Dopo la gita in un vivaio che ho fatto ieri
pomeriggio con le mie vicine di casa Lucrezia e Claudia, oggi abbiamo finito di
trapiantare quanto acquistato anche oggi: quattro piante di gelsomini, un’azalea
bianca, un ranuncolo bianco e rosso, una camelia invernale, due piantine di
basilico, una di salvia. È bello vedere come le piante cambino subito l’aspetto
e il tono anche di una vecchia casa di ringhiera. Le piante e i fiori fanno
bello tutto quanto le circonda, come se la loro semplicità e bellezza si
irradiassero sul mondo intero e lo trasformassero. Non so se i gelsomini
fioriranno e profumeranno già oggi, ma so già immaginare come sarà il loro
profumo, come sarà bello lasciarsi andare nelle sere d’estate, ascoltare anche
il canto sommesso dei grilli, sì ormai ce ne sono anche in città, e come i
suoni e i profumi mi riporteranno a lontane notte d’infanzia e di gioia, prima
che ogni giorno diventasse un piccolo naufragio. Vado a ripescare, su questa
immagine, un’altra poesia di René Char:
A occhi chiusi e nello sforzo di prendere
sonno,
vedo brillare, sul fondo delle mie palpebre,
una brace: è l’anima ostinata,
il relitto lampeggiante
del naufragio glorioso del mio giorno.
Non è magnifica questa immagine del naufragio
associata a quella della brace? È tutto un accendersi e spegnersi di immagini,
di ricordi, di sensazioni il nostro teatro notturno. Nelle notti fortunate ne
resteranno tracce, proprio quelle tracce che poi approdano a una poesia.
Oggi è giovedì 31 marzo del terzo anno
senza Carnevale e questa Cronaca 753 ha vesti rosse e arancioni, proprio come
il ranuncolo della fotografia.
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