Proprio così, arriva prima la poesia, è anteriore al
vento, anteriore al pensiero e al desiderio. Avanza cauta la poesia, precisa
sillaba dopo sillaba la fermezza del proprio andare e a noi, povere voci perdute
nel vento, non resta che tendere l’orecchio e ascoltare, muovere un passo
dietro l’altro e ascoltare, là dove il vento si muove sull’altipiano e la
carovana si è fermata. Ora il fuoco è acceso, bolle l’acqua e il tè profuma
prima ancora di essere versato. Sull’orizzonte brilla già la prima stella della
sera e la luna, solo una falce ancora, si leva in opposizione alla piste d’Oriente
che guidano il nostro cammino. Così ci guida una poesia di Carlos de Oliveira, tratta
dalla raccolta L’ostinato rigore
Questa colonna
di sillabe più ferme,
questa fiamma
al vertice delle dune
folgorante
solo per un momento,
questo equilibrio
così vicino alla bellezza,
questa poesia
anteriore
al vento.
Così lascio che sia la poesia a guidare i miei passi
nella bufera, a placare questo batticuore che non mi abbandona, questa speranza
che rinasce ogni giorno, fiamma dopo la cenere.
Oggi è giovedì 17 marzo del terzo anno senza Carnevale e
dal primo anno di guerra e questa Cronaca 739 si accoda, dopo la poesia e dopo
il vento.
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