Questo sabato è stato un sabato speciale, così ricco di incontri e di impegni, di scritture, di condivisioni, di pensieri profondi, riflessioni, amici e speranza. Prima una giornata di lezione su scrittura, storia e autobiografia con i compagni di Philo, poi la presentazione, con Rosaria Guacci, del romanzo di Laura Guglielmi Lady Constance Lloud. L’importanza di chiamarsi Wilde, un libro notevole, autobiografia romanzata della moglie di Wilde, sì Oscar Wilde era sposato, poi al finissage della mostra di Cesare Viel, marito di Laura alla Galleria Milano, un luogo di fascino settecentesco e una mostra interessante, l’incontro con altri due artisti che non conoscevo, Francesco Voltolina e Riccardo Arena. Poi una lunga passeggiata e una cena in compagnia di amici e amiche vecchi e nuovi. Milano, la mia città, è stata il proscenio di tutti questi incontri e ho apprezzato questa fortuna di essere qui oggi, delle parole che ho ascoltato, delle riflessioni condivise, delle storie già vissute e da scrivere. Da questa sabato così fitto ho imparato, una volta di più, che bisogna stare nel presente, sciogliere i nodi e trovare i fili della gioia e del senso, fili che a volte si intrecciano con quelli della paura e del non-senso, fili che vanno curati giorno dopo giorno.
Le storie che escono
dalla tessitura
Corrono veloci le mani,
corrono sul telaio invisibile
del giorno, corrono e
incidono l’aria, danno senso
ai nostri gesti, ne disegnano
i contorni e noi nel vivere
li riempiamo di senso e di
speranza. Poi si fermano
le mani, cercano il riposo
della notte e ascoltano con
noi, in silenzio, le storie
che escono dalla tessitura.
Oggi è sabato 12 marzo del terzo anno senza Carnevale e
del primo anno di guerra e questa Cronaca 734 sta ancora tirando questi fili
per farne una matassa, un filato pronto per la nuova tessitura.
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