Visualizzazione post con etichetta musicisti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta musicisti. Mostra tutti i post

martedì 18 maggio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/436. Passammo l’estate su una spiaggia solitaria…

 


 

Andammo alla spiaggia dei Conigli la prima volta che viaggiammo insieme. La stagione era appena all’inizio e ancora non c’erano turisti. La traversata da Agrigento era stata tranquilla, l’approdo veloce e senza scossoni. Non conoscevamo ancora Lampedusa all’epoca e le dittature tenevano ancor ben saldi gli abitanti schiacciati nel giogo del loro potere, così i profughi arrivati in barca ancora non erano una questione bruciante. Il piccolo hotel dove eravamo scesi dava sulla spiaggia della Guitgia, bastava attraversare la stradina asfaltata e la spiaggia deserta si offriva ai turisti con il porticciolo in vista. Era già magnifica lì quell’isoletta, ma sapevamo che c’erano altre spiagge e calette da andare a vedere e dove nuotare. Così decidemmo di visitarne una al giorno e dopo la tranquilla esperienza della Guitgia affittammo una piccola auto scoperta e arrivammo in prossimità dell’isola dei Conigli. Benché fosse ancora mattina presto il sole si faceva sentire e fu un sollievo arrivare in riva al mare e correre subito nell’acqua. All’epoca i nidi delle tartarughine caretta caretta non erano ancora recintate, ma si veniva comunque avvisati e bastava stare attenti quando si stendevano gli asciugamani. L’acqua era fresca e limpida come acqua di sorgente e noi entravamo e uscivamo e ci riposavamo dopo avere nuotato a lungo. Facemmo il giro dell’isola in barca nei giorni successivi, i pescatori cucinavano sempre degli ottimi sughi con il pescato, si finiva il pranzo con una fetta di anguria e si restava inebriati da un vinello bianco un po’ frizzante e dal sole e dal vento. La musica di quell’estate fu l’album di Franco Battiato La voce del padrone, e non c’è canzone che non mi riporti in un angolo di quell’isola.

Questo piccolo racconto senza protagonisti mi è venuto in mente quando ho saputo della morte di Battiato questa mattina, un artista che mi è sempre piaciuto e che ho visto in concerto una sola volta a Milano, nel gennaio 1982 con mio fratello Alessandro e nostro cugino Gianfranco.

Le spiagge solitarie e l’estate sono da sempre al centro delle mie passioni, con le spiagge di Lampedusa potrei iniziare una nuova lista come mi piace fare. Ma oggi sto in bilico tra la mattina splendente che ci aveva restituito la primavera e questo pomeriggio piovoso e ventoso più consono alla tristezza per questa morte. È proprio vero che questi anni di pandemia si stanno portando via il meglio del Novecento e anche la nostra gioventù.

 

 

Un colpo sull’incudine per liberare la poesia

 

Frammenti di tempo che sono

riusciti a splendere prima

dell’oscurità, questo noi

siamo, e per questo amiamo

le stelle che cadono e i vulcani

che le accolgono, là dove

trova casa anche la poesia

e aspetta che Efesto la liberi

con un colpo sull’incudine e

la affidi a Hermes e Apollo,

coloro che la portano nel mondo

dei mortali dove soffiano, ormai,

i nostri venti della sera.

 

Con le spiagge solitarie della mia vita, con le stelle, con la poesia, ricordo la voce e le parole di Franco Battiato e so di non essere sola nel ricordarlo. Oggi è martedì 18 maggio 2021, il secondo anno senza Carnevale.

sabato 19 settembre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/195: le rose del tuo giardino che non sanno la stagione e fioriscono quando fioriscono

Le storie d’amore sono come le rose e fioriscono quando fioriscono, non importano gli anni, le delusioni. Quando si trova l’amore è come ritornare a casa dopo un lungo viaggio e scoprire che la nostra casa era anche un luogo che non conoscevamo.

Venticinque anni fa un ragazzo all’ultimo anno delle superiori, ha iniziato a incontrare ogni mattina una ragazza che gli piaceva molto. Si incontravano alla fermata dell’autobus mentre andavano a scuola. Un giorno lui le ha passato un bigliettino, il giorno dopo lei gli ha passato un bigliettino rosa e profumato dove gli aveva risposto. Hanno continuato così per tutto l’anno scolastico e il ragazzo conserva ancora oggi una Smemoranda alta come un’enciclopedia perché ha conservato tutti quei bigliettini d’amore. Non so se i due abbiamo mai davvero avuto una relazione, ma anche questa storia vale come l’incontro notturno con la bella sconosciuta del mio amico Elvio.

Perché le storie d’amore sono così importanti per noi esseri umani? Perché in molti pensiamo che l’amore sia l’unica risposta a tutte le domande?

Non voglio scrivere ora di tutte le forme dell’amore, filiale, materno, romantico, cosmico, universale.

Voglio scrivere dell’amore che sentivo nell’aria ieri sera, tutta la città era impregnata d’amore e di una gioia sottile che prevaleva sull’angoscia per i tempi che verranno.

Restare nell’attimo presente, istante dopo istante, godere di ogni più piccola cosa. Così la memoria si erge come un palazzo che andiamo costruendo giorno dopo giorno. E li la troviamo per dare un senso a chi siamo stati, a chi continuiamo a essere e a chi diventeremo.

Viviamo nel passato come nel futuro, giorno dopo giorno, presi come un’ape da due diversi fiori egualmente interessanti.

Il presente si immerge nel passato, l’ape si impollina di giallo, il presente si immerge nel futuro e l’ape si impollina di rosso. Così il presente è di un arancione vivace che tiene in sé tutti i frammenti del tempo.

Quali saranno gli istanti che restano in noi e che torneranno all’improvviso come uno squarcio di luce nel cielo dopo un temporale? Non lo sa nessuno, così come nessuno conosce l’esatta sfumatura del giorno che viene.

Oggi non lavoro, così posso scrivere questa Cronaca a metà giornata, curiosa di sapere come sarà il resto che racconterò domani. Domani è già qui, rosso come una delle rose del tuo giardino. E intanto io vivo e scrivo la vita che viene e fiorisce quando fiorisce.

Oggi è il 19 settembre dell’anno senza Carnevale. La storia dello scambio dei biglietti d’amore l’ha raccontata ieri sera il pianista e cantante Max Piran che ringrazio per la bella musica e le belle storie. 

martedì 5 maggio 2020

Cercare ogni mattina il bello del mondo: Yo Yo Ma e la Suite per violoncello nr. 1 di Bach

Cercare ogni mattina il bello del mondo, ecco iniziamo conYo Yo Ma  e la Suite per violoncello nr. 1 di Bach





venerdì 29 novembre 2019

una frase di luce piena e vento forte

Scrivere, ancora. Insistere, persistere. Ancora scrivere, anche se ieri sera ho scoperto in una sola frase di Pascal tutto quello che avrò mai da dire. È una frase musicale, nervosa, rapida come l'infanzia e come Mozart. La pioggia non vi prende parte alcuna. È una frase di luce piena e vento forte: In gioia per l'eternità per un giorno di esercizio sulla terra. È da tutta la mia infanzia, così leggera, che sono in trattativa con me stesso. Faccio fra me e me una conversazione che il mondo si sforza di interrompere. Per continuare a parlarmi ho iniziato a scrivere. Quel che si dice in me non sta nei miei libri. I libri sono un contro-rumore al rumore del mondo. Quel che si dice in me si confida al silenzio, non è altro che silenzio. I libri sfiorano questo silenzio. Non lo toccano, lo sfiorano. I libri sono quasi interessanti come il silenzio. Scrivere è quasi appassionante come far niente e aspettare le prime gocce di pioggia nei concerti per pianoforte di Mozart.

Christian Bobin
Mozart e la pioggia 
traduzione di Noela Ballerio
Anima Mundi Edizioni 2015




domenica 5 febbraio 2017

i concerti di Brahms e i valzer di Chopin

Il mondo fa paura ma 
in esso nuotano in 
un immenso acquario  
betulle volpi torrenti di 
fiori strade di campagna e 
case di legno e ancora
i concerti di Brahms e 
i valzer di Chopin.

Jarosław Iwaszkiewicz

giovedì 2 febbraio 2017

c'era un silenzio quella mattina a Milano

Quella mattina a Milano
 
L’estremo viaggio si svolse
come aveva predisposto Verdi:
nessuno a seguire il feretro
niente musica nell’aria.
Ma per le strade la gente assiepata
testa a testa,
e c’era un silenzio,
quella mattina a Milano,
diverso da tutti quelli di prima
e di dopo.

Rainer Malkowski 
traduzione di Carmine Chiellino


il 2 febbraio 1901 Milano salutò il maestro Giuseppe Verdi, sulla storia dei due funerali leggi l'articolo su Rock it.it

giovedì 12 maggio 2016

i gabbiani sospesi nell’aria si muovono appena, punteggiatura di un più alto scritto

Valzer
Sono così sgargianti i giorni, così chiari,
che la polvere bianca della disattenzione
copre persino le rare esili palme.
Le serpi scivolano silenziose nelle vigne,
ma alla sera il mare si fa cupo e i gabbiani
sospesi nell’aria si muovono appena,
punteggiatura di un più alto scritto.
Sulle tue labbra una goccia di vino.
Le montagne calcaree all’orizzonte si dissolvono
lente mentre una stella appare.
La notte, in piazza, un’orchestra di marinai
in uniformi bianche immacolate
suona un valzer di Šostakovič; piangono
i bimbi, come se intuissero
di cosa parla quella musica allegra.
Siamo stati rinchiusi nella scatola del mondo.
L’amore ci renderà liberi, il tempo ci ucciderà.
Adam Zagajewski
Dalla vita degli oggetti 

a cura di Krystyna Jaworska
Adelphi 2012

mercoledì 16 settembre 2015

Una reciproca corrispondenza, una coesistenza, una simbiosi: l'amore secondo Luigi Nono

Alla fine dell'intervista Nuria va a cercare il testo di Incontri la traduzione musicale del loro amore. Non resta che trascrivere le parole di Nono. 

"Nella composizione Incontri si incontrano due strutture. Ognuna delle due strutture è in sé autonoma e si differenzia dall'altra nella costruzione ritmica, nel timbro e nella dinamica della proiezione armonica e melodica. Ma tra le due strutture esiste un rapporto di proporzioni costanti. Così come due esseri, distinti l'uno dall'altro e in sé autonomi, s'incontrano e possono nel loro incontro divenire non tanto un'unità, ma una reciproca corrispondenza, una coesistenza, una simbiosi".

frammento della bella intervista di Simonetta Fiori a Nuria Schoenberg moglie di Luigi Nono
Repubblica martedì 15 settembre 2015


martedì 27 agosto 2013

ll senso della narrazione

frammenti dell'intervista di Leonetta Bentivoglio al compositore Fabio Vacchi su Repubblica di oggi.

... Un'altra censura ha colpito per molto tempo la narrazione.

In che senso?

Negli anni Settanta e Ottanta dire di un brano che era narrativo veniva considerato insultante. Sempre Boulez dichiara che il teatro musicale è morto perché la narrazione non ha più senso. Affermazione contraddetta dagli scienziati su base sperimentale. Le neuroscienze parlano del self autobiografico, cioè della creazione di un senso di identità coincidente col rappresentarsi attraverso la propria storia. Il racconto è un cardine primario della nostra specie.

sabato 25 agosto 2012

Lasciarsi trascinare dal vento

Voglio essere trasportato dal vento.
Certo è difficile lasciarsi andare così, naturalmente, bisogna avere un proprio stile, un centro di gravità, la propria linea interpretativa.
Ma se vuoi essere trascinato dal vento, devi essere capace di gettare tutto questo dietro le spalle. Questo è il vero inizio.

Keith Jarret