Il sabato è sempre un giorno gioioso e oggi l’ho
trascorso di nuovo immersa nella poesia di Piera Oppezzo. Il mattino per
preparare il mio intervento, il pomeriggio perché alla Casa delle Associazioni
e del Volontariato, abbiamo visto insieme il film di Luciano Martinengo Il mondo in una stanza e poi abbiamo
raccontato di lei, delle sue poesie e ne ho anche lette alcune. La sala era
piena ed è stato bello condividere con le persone presenti la vicenda umana e
artistica di Piera Oppezzo. Dopo siamo andati a prendere un aperitivo al Bar
Atlantic dell’Esselunga, la piazza era piena piena di bambini che giocavano e i
loro giochi, le grida, le corse, mi hanno messo una grande allegria. Sarebbe bello
se a tutti i bambini del mondo fosse reso possibile di pensare solo a giocare e
a studiare, due delle attività dell’esistenza di noi umani che sono
imprescindibili per vivere una buona vita. Se le attività ludiche sono comuni
anche tra molte altre specie, soprattutto i mammiferi, lo studio è davvero
qualcosa di così tipicamente umano e, per fortuna, negli ultimi decenni si è
affermata l’idea che lo studio non appartenga più soltanto alle prime fasi
della vita, infanzia e adolescenza, ma che possa essere un’attività che ci
accompagna e ci aiuta a dare senso al nostro stare al mondo lungo tutto il
corso della vita. Anche per me è così, non ho mai smesso di studiare, dopo
sociologia, scienza politica, economia che ho studiato da ragazza insieme alla
lingua e letteratura italiana, francese, inglese e americana, spagnola e russa,
i miei interessi si sono via via indirizzati e concentrati su psicoanalisi e
psicologia, neuroscienze e filosofia, una nuova grande sfida per me che mi
appassiona e mi appaga.
Quando la sete e la
fonte sono la stessa cosa
Il luogo è sempre quello,
un tavolo o una scrivania.
Il silenzio della casa intorno,
infranto solo dai sussurri
dei libri. Più sommessi quelli
dei già letti, più intensi
quelli dei libri nuovi. Cosa
avrò imparato alla fine di questo
viaggio che è un libro appena
finito? Non lo so, per questo
apro la prima pagina con
la matita in mano, il quaderno
degli appunti e una sete che
cresce pagina dopo pagina,
mentre la fonte che disseta,
è il libro stesso che mi cattura
e dona senso a queste ore di
studio matto e allegro, felice.
È stata una buona e bella giornata questa, una giornata allegra e piena di calore umano e di poesia. Questo sabato 26 marzo del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra. Questa Cronaca 748, studiosa come me, è seduta dall’altro lato del tavolo e studia, seria e concentrata.
Nessun commento:
Posta un commento