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domenica 1 settembre 2019

La memoria del mare

Yazid non mi accompagnò. La strada per il tempio era solo mia. Così come le mie passeggiate liguri alle Cinque Terre, dalla punta Mesco alla punta San Pietro. Mi ero lasciato condurre di paesino in paesino: Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore. Evocare quei nomi era già una felicità. In paesini così piccoli non ci si può perdere, eppure è questo il vero piacere, smarrirsi nel labirinto in cui si sovrappongono su più livelli viuzze buie, strette, a volte fatte solo di scale. A un certo punto, si sa, torneremo verso il mare. Per forza. Tutti i paesini costruiti in fondo alle cinque vallate danno risolutamente le spalle alla montagna e stanno di fronte al Mediterraneo. Per molto tempo fu possibile arrivare qui solo in barca. D'altronde, la memoria del mare sembra incisa negli scafi delle barche quando, di ritorno sul greto per una mano di vernice, mostrano, attaccata alla prua, una conchiglia.



Jean-Claude Izzo 
Aglio, menta e basilico
traduzione di Gaia Panfili
e/o 2012

giovedì 2 luglio 2015

Il mare in certi giorni è un giardino fiorito

Liguria
È la Liguria terra leggiadra.
Il sasso ardente, l'argilla pulita,
s'avvivano di pampini al sole.
È gigante l'ulivo. A primavera
appar dovunque la mimosa effimera.
Ombra e sole s'alternano
per quelle fondi valli
che si celano al mare,
per le vie lastricate
che vanno in su, fra campi di rose,
pozzi e terre spaccate,
costeggiando poderi e vigne chiuse.
In quell'arida terra il sole striscia
sulle pietre come un serpe.
Il mare in certi giorni
è un giardino fiorito.
Reca messaggi il vento.
Venere torna a nascere
ai soffi del maestrale.
O chiese di Liguria, come navi
disposte a esser varate!
O aperti ai venti e all'onde
liguri cimiteri!
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera, simile ad un fiore
che marcisce, la grande luce
si va sfacendo e muore.


Vincenzo Cardarelli
Poesie
Mondadori 1942

mercoledì 1 luglio 2015

Sento solo l'odore del mare

Sera di Liguria

Lenta e rosata sale su dal mare
la sera di Liguria, perdizione
di cuori amanti e di cose lontane.
Indugiano le coppie nei giardini,
s'accendon le finestre ad una ad una
come tanti teatri.
Sepolto nella bruma il mare odora.
Le chiese sulla riva paion navi

che stanno per salpare.

Vincenzo Cardarelli
Poesie
Mondadori 1942

mercoledì 4 agosto 2010

Dopo gli ulivi

In primavera attraversava cespugli di cisto, macchie di timo, fazzoletti di erba, veronica, ciuffi di valeriana rossa aggrappati ai muri, lance d'origano e di timo, onde di lavanda e di ginestrini. mentre al riparo degli ulivi aglietti e iris blu rasentavano isolotti di borragine, acetoselle e piselli odorosi.
A giugno sotto gli ulivi c'è il giglio arancione di San Giovanni.
Dopo ulivi: querce, lecci, carpini, noccioli, castagne e sui prati primule, brughi, rose canine, crochi, timo, prugnoli e puiot di lavanda.


Questo è l'incipit del libro Il salto dell'acciuga di Nico Orengo, Einaudi 1997