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lunedì 9 settembre 2019

fissare l’attimo su cui allunga la sua ombra o la sua luce

Sì, certo, se domani è bel tempo,–disse la signora Ramsay.–Ma dovrai alzarti con le allodole,–aggiunse. A suo figlio quelle parole diedero una gioia immensa, come se la spedizione dovesse senz'altro aver luogo, e l’evento che aveva tanto atteso, per anni e anni gli sembrava, fosse infine, oltre il buio di una notte e la navigazione di un giorno, a portata di mano. Poiché apparteneva, già all'età di sei anni, a quella categoria di persone che non sanno tenere separate le proprie emozioni e lasciano che i progetti futuri, con le loro gioie e dolori, oscurino ciò che invece possiedono, e poiché per questo tipo di persone sin dalla più tenera infanzia ogni scarto nella ruota delle sensazioni ha il potere di cristallizzare e fissare l’attimo su cui allunga la sua ombra o la sua luce, James Ramsay, che era seduto per terra e ritagliava figure dal catalogo illustrato degli Army & Navy Stores, alle parole della madre riversò sulla figura di un frigorifero una celestiale beatitudine.

incipit

Virginia Woolf
Gita al faro
traduzione di Anna Nadotti
Einaudi 2018

giovedì 5 settembre 2019

Scrivere significa riuscire a sentire le cose con più forza degli altri

"Harry, com'è possibile trasmettere emozioni che non si sono vissute?” “È esattamente il lavoro di ogni scrittore. Scrivere significa riuscire a sentire le cose con più forza degli altri e trasmetterle di conseguenza. Scrivere significa permettere ai propri lettori di vedere ciò che a volte non possono vedere. Se fossero solo gli orfani a raccontare storie di orfani, sarebbe un problema. Significherebbe che non potresti parlare di madri, di padri, di cani o di piloti d’aereo, né della rivoluzione russa, perché non sei né una madre né un padre, né un cane, né un pilota d’aereo, e non hai vissuto la rivoluzione russa. Tu non sei altro che Marcus Goldman. E se ogni scrittore dovesse limitarsi a se stesso, la letteratura sarebbe di una tristezza spaventosa e perderebbe il proprio senso. Noi scrittori abbiamo il diritto di parlare di tutto, Marcus, di tutto ciò che ci tocca. E non c’è nessuno che possa criticarci per questo. Noi siamo scrittori perché facciamo in maniera diversa una cosa che tutti sanno fare: scrivere. In questo sta tutta la sottigliezza.”"



Joël Dicker
La verità sul caso Harry Quebert
traduzione di V. Vega
Bompiani 2013 

lunedì 25 luglio 2016

Versi per fare vasto il mondo

Scrivere, dipingere, far musica, esigono soprattutto un grande amore. Poi un grande abbandono a se stessi. Avere la coscienza che la parola che dico è la parola mia, del mio mondo, della mia emozione, della mia espressività, e lo è in modo insostituibile. Perché se scrivo un verso è il mio verso; tant'è che posso riconoscere subito un verso di Leopardi, uno di Shakespeare: quella è la loro voce, è quel loro particolare modo di essere che sviluppa quella sonorità particolare, anche se poi ci sono ritmi e segni comuni a tutti noi.

Franco Loi
incipit dell'articolo pubblicato sul Domenicale del Sole 24 Ore il 6 settembre 2015

martedì 19 luglio 2016

La poesia è vita che rimane impigliata in una trama di parole

Cos'è l'emozione in poesia e in letteratura?
"L'unico estremismo che mi è rimasto è quello della poesia. Tutto il resto mi pare una minestra tiepida. La poesia no. La poesia o dà un'emozione oppure non esiste".

C'è una definizione che la soddisfa?
"La poesia è vita che rimane impigliata in una trama di parole. Vita che non appartiene più a un corpo né a un tempo o a un'epoca. Non è più legata a nulla. O dà questa emozione oppure è un giocare con le parole che tutti possono scrivere".


frammenti dell'intervista di Antonio Gnoli a Sebastiano Vassalli
Repubblica domenica 14 settembre 2014

domenica 13 dicembre 2015

L’amicizia e la conversazione sono piaceri squisiti, che fanno la felicità dell’esistenza

L'Angelo della poesia sta dunque, indimenticato, alle sue spalle, mentre una stessa chiave sembra aprire i vari registri di scrittura di Virginia Woolf, la chiave narrativa, che è anche la sua originale e sorprendente pratica nel caso della critica letteraria. Ai concetti, alle definizioni, si sostituisce l’invenzione di un’atmosfera in cui le opinioni vengono argomentate e offerte come una vera interlocuzione, l’apertura di un dialogo che moltiplica i suoi protagonisti, e crea uno scambio civile e alto. Mentre pone domande e risponde a interrogazioni mal poste, con precise correzioni, man mano disegna una diversa economia mentale e rivela lo sguardo differente e schietto di una donna sul mondo comune. C’è sincerità nella sua critica, e questo crea stupore in noi che leggiamo, perché la sincerità non viene in mente quando si tratta di questioni letterarie (più ovvio parlare di onestà intellettuale, correttezza, competenze…), e invece la parola che a lei meglio si attaglia è questa, che riassume tutte le altre in qualche modo elevandole, perché la scommessa è il mettersi in gioco interamente, non ipotizzare una conoscenza oggettiva, non barare con i propri lettori, non rendere oscuro il proprio pensiero per sembrare più colti, non inseguire il prestigio. La lettrice Virginia scrive certo per guadagnare le sue ghinee, costruire il bagno nella casa di campagna, comprarsi un gatto, fare quello che le pare, ma non perde mai di vista il luogo da cui vuole parlare, che è quello dell’amicizia, di cui sempre vive la sua stessa vita. L’amicizia e la conversazione sono piaceri squisiti, che fanno la felicità dell’esistenza e sono il cuore di ogni libera relazione.Questo e non altro è la sua sfida, «pensare le cose come sono» e «dire la verità», espressioni programmatiche non solo del lavoro dell’arte e sull'arte, ma forme di una politica del linguaggio che tiene sempre accostate la ricerca critica e la sperimentazione stilistica. C’è una bella parola, che lei stessa usa spesso per indicare il nucleo essenziale del rapporto che le interessa tra io e mondo, tra l’io e l’altro: integrity. Nel caso di un romanziere, l’integrità non ha a che fare con l’onore o il dovere morale, quanto piuttosto con la relazione con il lettore; se lo scrittore ci sta dicendo la verità, l’opera, nella sua struttura infinitamente complessa, può suscitare in noi le emozioni più contrastanti, in ragione di una forma che non è il risultato di relazioni fra cose, ma di un rapporto fra essere umano ed essere umano. Questo e nient’altro è la verità offerta dall'autore, questo e nient’altro la verità cercata dal lettore, in reciproca e sovversiva integrità. Attraversando lo spazio delle emozioni.

dalla prefazione di Liliana Rampello

Virginia Woolf
Voltando pagina
Saggi 1904-1941

a cura di Liliana Rampello
Il Saggiatore 2011

martedì 8 dicembre 2015

Leggevo e sognavo di questi oscuri avventurieri e certamente ne imitavo lo stile nel mio quaderno

Voglio fare della critica. Sì, e potrei mettere in luce un paio di personaggi oscuri. Sono i prosatori elisabettiani quelli che amai per primi, pazzamente, stimolata da Hakluyt che mio padre trascinò fino a casa apposta per me; ci penso con una certa emozione […] non so bene perché, ma mi estasiavo. Non ero propriamente interessata, ma la vista delle grandi pagine gialle mi incantava. Leggevo e sognavo di questi oscuri avventurieri e certamente ne imitavo lo stile nel mio quaderno.
8 dicembre 1929

Virginia Woolf
Diario di una scrittrice

Mondadori 1979
Minimum Fax 2005
traduzione di Giuliana De Carlo

I want to write criticism. Yes, and one might make out an obscure
figure or two. It was the Elizabethan prose writers I loved first and most wildly, stirred by Hakluyt, which father lugged home for me—I think of it with some sentiment—father tramping over the Library with his little girl sitting at H.P.G.* in mind. He must have been 65; I 15 or 16 then; and why I don't know but I became enraptured, though not exactly interested, but the sight of the large yellow page entranced me. I used to read it and dream of those obscure adventurers and no doubt practised their style in my copybook. I was then writing a long picturesque essay upon the Christian religion, I think; called
Religio Laici, I believe, proving that man has need of a God; but the God was described in process of change; and I also wrote a history of Women; and a history of my own family —all very longwinded and Elizabethan in style.

martedì 6 ottobre 2015

Scrivere è la cosa migliore dello scrivere

... esorto a scrivere chiunque ne senta la vocazione. Solo, voglio che chi decide di farlo sappia che vedersi pubblicare un libro è meno emozionante di quanto si pensi. Scrivere, invece, sì che lo è. La scrittura ha moltissimo da offrire e da insegnare ed è piena di sorprese. Quella cosa che all'inizio dovevate costringervi a fare - l'atto stesso di scrivere - alla fine si rivela la parte migliore. È come credere che la cerimonia del tè serva per ingerire un po' di teina e scoprire invece che è la cerimonia del tè ciò di cui avete davvero bisogno. Scrivere è già una ricompensa di per sé.

Anne Lamott
Scrivere
Lezioni di scrittura creativa
De Agostini 2011

domenica 29 marzo 2015

Lo stile di Lila: costruire ponti e non finirli, costringere il lettore a fissare la corrente

Sentii tutto il fascino di quel suo modo di governare e sgovernare a piacimento, con pochissime parole, la fantasia altrui: quel dire, fermarsi, lasciar correre immagini ed emozioni senza aggiungere altro. Sbaglio, mi dissi confusamente, a scrivere come ho fatto finora, registrando tutto quello che so. Dovrei scrivere come lei parla, lasciare voragini, costruire ponti e non finirli, costringere il lettore a fissare la corrente...

Elena Ferrante
Storia della bambina perduta
L'amica geniale quarto e ultimo volume
Edizioni e/o 2014

sabato 28 marzo 2015

L'annuncio della primavera è una luce d'argento

(...) cominciai a sentire la bellezza della sera: l'annuncio della primavera, una luce d'argento mista ai primi fanali, tutti i tassì che correvano per le strade; ebbi una sensazione fortissimo della vita che nasce, mista a quell'emozione che è l'essenza di ciò che sento ma che sfugge a una descrizione (...) sentivo l'inizio della primavera(...) e tutte le porte che si aprono e questa, credo, è la falena che sbatte le ali dentro di me. Allora comincio a costruire il mio racconto, qualunque esso sia; le idee mi si affollano dentro; ma spesso ciò accade prima che io riesca a controllare la mente e la penna.
Domenica 26 febbraio 1930

Virginia Woolf
Diario di una scrittrice
traduzione di Giuliana De Carlo
Oscar Saggi Mondadori 1979

giovedì 16 maggio 2013

Scrivere è rivivere un'emozione

Ci accorgiamo che una rêverie, a differenza di un sogno, non si racconta. 
Per comunicarla, bisogna scriverla, scriverla con emozione, con gusto, rivivendola così come la si riscrive. Arriviamo nel campi dell’amore scritto. La moda si perde. Ma il bene rimane.

Gaston Bachelard
Poetica della rêverie
Dedalo 1972

domenica 7 ottobre 2012

Scrivere di un'emozione significa essersene distaccati

Troppo spesso si confonde il fatto di avere dei sentimenti forti con la capacità di comunicarli agli altri. È nel distacco che si riesce a ricreare un'emozione, non nell'eccessivo coinvolgimento.

Roberta Mazzoni

Scrivere
BUR 2003

lunedì 24 settembre 2012

La sede del piacere artistico è tra le scapole

Benché si legga con la mente, la sede del piacere artistico è tra le scapole. Quel piccolo brivido che sentiamo lì dietro è certamente la forma più alta di emozione che l'umanità abbia raggiunto sviluppando la pura arte e la pura scienza.

Vladimir Nabokov
Lezioni di letteratura
traduzione di Ettore Capriolo
Garzanti 1995