Un mese finisce, un mese inizia, siamo in
primavera, anche se il tempo ancora non lo sa. Fa freddo, oggi piove, ed è
bello vedere come la pioggia faccia risplendere i fiori nuovi che ora abitano
nella stessa nostra casa. Tra una pioggia e l’altra sono stata a Sesto San
Giovanni a parlare di Anne Sexton, poetessa che amo da sempre, da quando l’ho
scoperta nel lontanissimo maggio 1986 grazie al poemetto La doppia radice, scoperto alla Libreria delle donne di Milano e
qualche mese dopo alla canzone 45 Mercy
Street di Peter Gabriel. Fu un anno bellissimo quello, l’anno della mia
prima casa, di un nuovo viaggio in Danimarca e del primo viaggio in Provenza. L’anno
in cui vidi per l’ultima volta gli amici di Losanna e per le penultima le
amiche, l’anno in cui mi preparai al primo cambio di lavoro importante. Ero giovane,
piena di entusiasmo e convinta che nella vita tutto sarebbe arrivato, anche
come dicono questi versi di Char:
Amo l’uomo incerto dei suoi fini.
Come lo è, in aprile, l’albero da frutto.
I desideri e i progetti erano di gran lunga più numerosi delle certezze e della consapevolezza di sé che ci aiuta a progettare il futuro. Quell’anno, in giugno, lessi per la prima volta anche l’autobiografia di Jung Ricordi, sogni, riflessioni, un libro capitale che mi portò a fare sogni che ricordo ancora oggi e a prendere decisioni che hanno riverberato su tutto quello che sarebbe stato il mio futuro. Sì era proprio l’aprile della mia vita quel periodo, il mese in cui non avevo certezze sui miei frutti. Che già allora, nella mia immaginazione, erano i libri che avrei scritto. Mi piace iniziare questo nuovo mese pensando ai miei sogni giovanili, alla grazia di averli avuti quei sogni e di averli visti, almeno in parte, realizzarsi. Però c’è un segreto che mi sento di condividere. Quell’incertezza dei frutti, quell’allegria della creazione, quel desiderio di scrivere, non sono mai venuti meno in tutti questi anni. per questo continuo a scrivere con ostinazione, e poca disciplina in questo periodo, queste Cronache dagli anni senza Carnevale e questa che è la numero 754, appartiene a venerdì 1, il primo giorno di aprile del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra.
P.S. Dopo la conferenza sono andata a mangiare una pizza con Mirella della Libreria delle donne, lei è un vero spasso... dovrebbe scrivere racconti, mi ha raccontato delle storie pazzesche...
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