Per la giornata mondiale della poesia scelgo una poesia inaspettata di Gesualdo Bufalino, una poesia complicata, che sollecita allo stesso tempo la mente e il cuore. Avrei tante cose da scrivere e ripetere sino allo sfinimento su questi giorni di guerra, dove la guerra, la morte, la fuga, la sopravvivenza sono momenti di uno spettacolo che ha bisogno di una colonna sonora continua a ricordarci che tutto non è che uno spettacolo. Non siamo poi così cambiato dai tempi degli antichi Romani, quando il popolo incitava i gladiatori a combattere all’ultimo sangue. La realtà è realtà solo se è spettacolarizzata, meglio se finta, come le finte nozze dell’anziano già presidente del consiglio di questa nazione che a volte mi sembra una quinta di cartapesta.
Improvviso d’amore
Losanghe di cieli, cieli di gesso,
vecchio terrore che indosso ogni giorno;
muraglie da cui sempre mi ritorna
questa mia strenua voce d’ossesso;
e libri, voi, paradisi dipinti,
reticolati d’assurdo quaderno,
trionfo e sbarre di carcere eterno,
fughe immobili e nero labirinto:
oh mescetevi, carte, firmamenti,
memorie; fate rissa entro di me,
e inventatemi un nome, un altro viso.
Ora che lei m’ha parlato alla mente,
lei nel suo scialle di sposa di re,
con gli stupori e i corrucci e le risa…
La poesia di Bufalino è tratta da Poesia n. 300 Gennaio
2015, Numero speciale. L’amore in versi. Fondazione Poesia Onlus 2015.
Io continuo a muovermi nel nero labirinto del tempo, dove
la speranza è una piccola fiamma che appare e scompare e la poesia il vento che
la alimenta. Oggi è lunedì 21 marzo del terzo anno senza Carnevale e del primo
anno di guerra e questa Cronaca 743 avanza nel labirinto e cerca un filo da
seguire.
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