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lunedì 5 luglio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/484. Quando il silenzio riempie la notte sonora

 



 

“Ma i colori, quelli no, non sono cambiati. I colori nel sud hanno una sola dimensione, schiacciati dalla luce e dall’estate, senza sfondo. I casali, i tetti, i maggesi, le chiome delle querce e degli ulivi, i campi di granturco con le pannocchie pendule tra le foglie, il greto argilloso dei torrenti in secca, le spiagge bianche che orlano le costiere.

Colore puro, cotto dal sole. E le strade di terra che viaggiano in mezzo al colore. Il celeste delle finestre chiuse sui muri ocra non intonacati. Il verde brillante dei castagni, il giallo dei covoni, il blu del mare. Perfino il mare, d’estate, sembra immobile, laccato, senza respiro.

La natura, sotto la luce del sud, ferma l’attimo e lo rende eterno nella sua silenziosa fissità.

Il silenzio ha i suoi rumori. Il martelletto delle cicale è uno di quelli. Quando sotto la calura la cicala arresta per un attimo il suo canto, il silenzio s’interrompe.

Un altro rumore del silenzio è l’abbaiare dei cani nella notte. Tu ti svegli quando tacciono e la luce della luna arriva con le sue ombre di tenerezza fino al tuo letto. Ti riaddormenti quando i cani riprendono ad abbaiare e il silenzio riempie di nuovo la notte sonora”.

 

 

Dormono le cime dei monti

e le vallate intorno,

i declivi e i burroni.

Dormono i rettili, quanti nella specie

la nera terra ne alleva,

le fiere di selva, le varie forme di api,

i mostri nel fondo cupo del mare.

Dormono le generazioni

degli uccelli dalle lunghe ali.

 

 

Così vorrei che ogni sera un canto come questo cullasse il mio riposo e quello delle creature che abitano nella mia mente e nel mio cuore”.

 

Questo brano è una citazione del libro autobiografico di Eugenio Scalfari L’uomo che non credeva in Dio (Einaudi 2008). La poesia è il Notturno di Alcmane nella bellissima traduzione di Salvatore Quasimodo.

 

Ho riletto oggi il libro d’un fiato, senza mai chiuderlo e senza avere mai alzato gli occhi dalla pagina. A volte mentre cerchiamo nella natura una corrispondenza al nostro stato d’animo, la risposta arriva da un libro e dal ricordo di qualcun altro. Un ricordo che mi è così familiare perché quella di Scalfari è anche la mia memoria della Calabria. Il libro è pieno di sottolineature e note ai margini e un giorno lo rileggerò.

 

Questa è la sera di lunedì 5 luglio del secondo anno senza Carnevale e me ne sto quieta a ricordare le estati della mia infanzia in questa Cronaca 484 ascoltando i grilli, ora che le cicale hanno cessato, per oggi, il loro canto. 

Nella foto l'isola di Dino, di fronte a Praia a mare in Calabria

mercoledì 10 agosto 2016

La rosa e il mirto

Con una fronda di mirto 

Con una fronda di mirto giocava 
ed una fresca rosa; 

e la sua chioma 
le ombrava lieve e gli omeri e le spalle.

Archiloco
Lirici greci
tradotti da Salvatore Quasimodo
Mondadori 1944

martedì 9 agosto 2016

Questa rosa dedico a te

Ad Artemide 

Questa rosa dedico a te: amabile offerta; 
anche i sandali e l'elmo, e la lancia 
che atterra le belve: ora la mia mente 
si volge a una fanciulla 
amata dalle Càriti e bella.

Licofronide
Lirici greci
tradotti da Salvatore Quasimodo
Mondadori 1944

sabato 28 maggio 2016

come vento sul monte irrompe, dolce amara indomabile belva

Tramontata è la luna

e le Pleiadi a mezzo della notte; 
anche giovinezza già dilegua, 
e ora nel mio letto resto sola.

Scuote l'anima mia Eros, 
come vento sul monte 
che irrompe entro le querce, 
e scioglie le membra e le agita, 
dolce amara indomabile belva.

Ma a me non ape, non miele; 
e soffro e desidero.

Saffo
Lirici greci

tradotti da Salvatore Quasimodo
Mondadori 1944

venerdì 27 maggio 2016

Le stelle che nascondono la luna

Plenilunio

Gli astri d'intorno alla leggiadra luna 
nascondono l'immagine lucente, 
quando piena più risplende, bianca 
sopra la terra.

Saffo
Lirici greci
tradotti da Salvatore Quasimodo
Mondadori 1944

giovedì 26 maggio 2016

Il signore degli uomini e degli dèi

Voglio cantare il molle Eros 
pieno di ghirlande ricche di fiori, 
Eros che domina gli uomini, signore degli dèi. 

Anacreonte
Lirici greci
tradotti da Salvatore Quasimodo
Mondadori 1944

venerdì 22 aprile 2016

a primavera, nel buio delle foglie...

Come il vento del nord rosso di fulmini


A primavera, quando 
l'acqua dei fiumi deriva nelle gore 
e lungo l'orto sacro delle vergini 
ai meli cidonii apre il fiore, 
e altro fiore assale i tralci della vite 
nel buio delle foglie;


in me Eros, 
che mai alcuna età mi rasserena, 
come il vento del nord rosso di fulmini, 
rapido muove: così, torbido 
spietato arso di demenza, custodisce tenace nella mente 
tutte le voglie che avevo da ragazzo.

Ibico
Lirici greci
tradotti da Salvatore Quasimodo
Mondadori 1944

giovedì 21 aprile 2016

e lo stesso vento agita le nostre foglie

Vento 

Vibra il cupo fogliame 
del lauro e del verde pallido ulivo.

Anacreonte
Lirici greci
tradotti da Salvatore Quasimodo
Mondadori 1944