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lunedì 8 febbraio 2016

Il tumulto del cuore insiste a far domande

Questa poesia l'ho già pubblicata un paio di anni fa, ma oggi è il 105° anniversario della nascita di Elizabeth Bishop, così eccola di nuovo con in più il testo originale e la copertina del libro.

E.P.


I. Conversazione

Il tumulto del cuore
insiste a far domande.
Poi smette e si accinge a rispondere
nello stesso tono di voce.
Nessuno coglierà la differenza.

Conversazioni prive d’innocenza
al loro avvio, coinvolgono poi i sensi,
nelle intenzioni almeno.
E poi non c’è più scelta
e poi non c’è più senso;

finché un nome
e tutto quel che implica coincidono.

Elizabeth Bishop
Miracolo a colazione
traduzione di Damiano Abeni, Riccardo Duranti e Ottavio Fatica
Adelphi 2005


IN COPERTINA
Elizabeth Bishop, Cucina rossa e fiori (1955); tratto da Elizabeth Bishop, Exchanging hats. Paintings.
(dal sito Adelphi)


The tumult in the heart 
keeps asking questions. 
And then it stops and undertakes to answer 
in the same tone of voice. 
No one could tell the difference. 

Uninnocent, these conversations start, 
and then engage the senses, 
only half-meaning to. 
And then there is no choice, 
and then there is no sense; 

until a name
and all its connotation are the same.

domenica 13 dicembre 2015

L’amicizia e la conversazione sono piaceri squisiti, che fanno la felicità dell’esistenza

L'Angelo della poesia sta dunque, indimenticato, alle sue spalle, mentre una stessa chiave sembra aprire i vari registri di scrittura di Virginia Woolf, la chiave narrativa, che è anche la sua originale e sorprendente pratica nel caso della critica letteraria. Ai concetti, alle definizioni, si sostituisce l’invenzione di un’atmosfera in cui le opinioni vengono argomentate e offerte come una vera interlocuzione, l’apertura di un dialogo che moltiplica i suoi protagonisti, e crea uno scambio civile e alto. Mentre pone domande e risponde a interrogazioni mal poste, con precise correzioni, man mano disegna una diversa economia mentale e rivela lo sguardo differente e schietto di una donna sul mondo comune. C’è sincerità nella sua critica, e questo crea stupore in noi che leggiamo, perché la sincerità non viene in mente quando si tratta di questioni letterarie (più ovvio parlare di onestà intellettuale, correttezza, competenze…), e invece la parola che a lei meglio si attaglia è questa, che riassume tutte le altre in qualche modo elevandole, perché la scommessa è il mettersi in gioco interamente, non ipotizzare una conoscenza oggettiva, non barare con i propri lettori, non rendere oscuro il proprio pensiero per sembrare più colti, non inseguire il prestigio. La lettrice Virginia scrive certo per guadagnare le sue ghinee, costruire il bagno nella casa di campagna, comprarsi un gatto, fare quello che le pare, ma non perde mai di vista il luogo da cui vuole parlare, che è quello dell’amicizia, di cui sempre vive la sua stessa vita. L’amicizia e la conversazione sono piaceri squisiti, che fanno la felicità dell’esistenza e sono il cuore di ogni libera relazione.Questo e non altro è la sua sfida, «pensare le cose come sono» e «dire la verità», espressioni programmatiche non solo del lavoro dell’arte e sull'arte, ma forme di una politica del linguaggio che tiene sempre accostate la ricerca critica e la sperimentazione stilistica. C’è una bella parola, che lei stessa usa spesso per indicare il nucleo essenziale del rapporto che le interessa tra io e mondo, tra l’io e l’altro: integrity. Nel caso di un romanziere, l’integrità non ha a che fare con l’onore o il dovere morale, quanto piuttosto con la relazione con il lettore; se lo scrittore ci sta dicendo la verità, l’opera, nella sua struttura infinitamente complessa, può suscitare in noi le emozioni più contrastanti, in ragione di una forma che non è il risultato di relazioni fra cose, ma di un rapporto fra essere umano ed essere umano. Questo e nient’altro è la verità offerta dall'autore, questo e nient’altro la verità cercata dal lettore, in reciproca e sovversiva integrità. Attraversando lo spazio delle emozioni.

dalla prefazione di Liliana Rampello

Virginia Woolf
Voltando pagina
Saggi 1904-1941

a cura di Liliana Rampello
Il Saggiatore 2011

venerdì 9 novembre 2012

La conversazione

L'arte suprema della conversazione consiste soprattutto nel far parlare gli altri.

La Rochefoucauld

giovedì 12 luglio 2012

La conversazione è il più accessibile fra tutti i piaceri

Credo che questa terra gli sembrasse, nell' insieme, un luogo piacevole e frequentabile: c'era ancora mare, dove immergersi; boschi, da percorrere; città antiche da visitare; persone intelligenti e divertenti, con cui discorrere. Senza dirlo a nessuno, si era scelto una parte: quella di smussare gli angoli, di levigare le asperità, di correggere le traiettorie sbagliate, di armonizzare le note del confuso concerto umano, di sciogliere i nodi, di conciliare e, come diceva Henry James, di connettere, connettere... Discorreva volentieri. Come dice Stevenson, pensava che "il primo dovere di un uomo è quello di parlare. Quaggiù è la nostra principale occupazione, e la conversazione è il più accessibile fra tutti i piaceri. Non costa nulla, è tutto beneficio, completa la nostra educazione, sigilla e intrattiene le nostre amicizie... L' eccitazione di una buona conversazione dura a lungo nel sangue, e si ha il cuore che continua ad ardere, il cervello che bolle, mentre la terra danza intorno a te, negli ori del tramonto...".


Pietro Citati 
Una vita all'ombra di Picasso
in ricordo di Piero Crommelinck,
incisore e collaboratore di Picasso
la Repubblica 06/07/2001