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mercoledì 6 novembre 2019

Arrivano le parole


Ecco novembre irreparabile
se sia fuori dal petto sul fondale
del cielo. Se sia ficcato dentro
quel suo ridere mesto dentro me -
una schiera di piccoli morti getta
nello sfacelo dei corpi la sua ronda.
Arrivano le parole. Si resta. Si resta.
Custodirle - pettinarle - dentro le bare.
Soffiare. Farle nuove.

Mariangela Gualtieri
Quando non morivo
Einaudi 2019

lunedì 31 dicembre 2018

Come ringraziano i poeti


In quest’ora della sera, da questo punto del mondo,
io ringraziare desidero il divino labirinto delle cause e degli effetti,
per la diversità delle creature che popolano questo universo singolare
ringraziare desidero per l’amore che ci fa vedere gli altri come li vede la divinità,
per il pane e il sale, per il mistero della rosa che prodiga colore e non lo vede,
per l’arte dell’amicizia, per l’ultima giornata di Socrate.

Ringraziare desidero per il linguaggio, che può simulare la sapienza,
per le parole che in un crepuscolo furono dette da una croce all’altra,
per i fiumi segreti e immemorabili che convergono in noi,
per il mare, che è un deserto risplendente e una cifra di cose che non sappiamo
per il prisma di cristallo e il peso di ottone, per le strisce della tigre,
per l’odore medicinale degli eucaliptus, e la speranza, la fiducia, la lavanda.

Io ringraziare desidero per il coraggio e la felicità degli altri
per la patria sentita nei gelsomini, per lo splendore del fuoco
che nessun umano può guardare senza uno stupore antico,
e per il mare, il più vicino e il più dolce fra tutti gli dei.
Io ringraziare desidero perché sono tornate le lucciole
e per noi, per quando siamo ardenti e leggeri
per quando siamo allegri e grati,
per la bellezza delle parole, natura astratta di dio
per la lettura e la scrittura, che ci fanno esplorare noi stessi e il mondo
per la quiete della casa, per i bambini che sono nostre divinità domestiche,
per l’anima, perché se scende dal suo gradino la terra muore
per il fatto di avere una sorella
perché consola il mio girovagare errante,
per il respiro che è un bene immenso
.

Io ringraziare desidero per tutti quelli che sono piccoli, limpidi, liberi
per l’antica arte del teatro, quando ancora raduna i vivi e li nutre
per l’intelligenza d’amore, per il vino, il suo colore
per l’ozio, con la sua attesa di niente,
per la bellezza tanto antica e tanto nuova.

Io ringraziare desidero per le facce degli altri, le facce del mondo
che sono varie e alcune sono adorabili
per quando la notte si dorme abbracciati
per quando siamo attenti, innamorati,
per l’attenzione che è la preghiera spontanea dell’anima,
per i nostri maestri immensi
per chi nei secoli ha ragionato in noi
per tutte le biblioteche del mondo, per quello stare bene fra altri che leggono
e ancora per il bene dell’amicizia, quando si dicono cose stupide e care
per tutti i baci d’amore,
per l’amore che ci rende impavidi,
per la contentezza, l’entusiasmo, l’ebrezza
Per i nostri morti
che fanno della morte un luogo abitato.

Io ringraziare desidero perché su questa terra esiste la musica,
per la mano destra e la mano sinistra, e il loro intimo accordo
per chi è indifferente alla notorietà,
per i gatti, per i cani esseri fraterni carichi di mistero,
per i fiori e la segreta vittoria che celebrano
per il silenzio, i suoi molti doni,
per il silenzio e per il suo oro
per il sole, nostro antenato.

Ringraziare desidero
per Borges, per Whitman, per Hopkins, per Herbert, per Francesco d’Assisi,
perché scrissero già questa poesia,
per il fatto che questa poesia è inesauribile
e cambia secondo gli uomini
e non arriverà mai all’ultimo verso.

Ringraziare desidero
per i minuti che precedono il sonno, per gli intimi doni che non enumero,
per il sonno e la morte,
questi due tesori occulti.
E infine ringraziare desidero
per l’antica potenza d’antico amor
per amor che muove il sole e l’altre stelle
e muove tutto, in noi….

Mariangela Gualtieri

(mettendo insieme sue varie versioni)


mercoledì 11 maggio 2016

Il mio fuoco brucia da sempre col tuo

Alcesti


Ma solo pensare a te.
Non è una figura che viene
una nitida traccia.
È come cadere in un posto
con un po' di dolore.

Tu sei il mio tu più esteso
deposto sul fondo mio. Tu. Non c'è
un'altra forma del mondo
che si appoggi al mio cuore
con quel tocco, quell'orma.
Tu. Tu sei del mondo la più cara
forma, figura, tu sei il mio essere a casa
sei casa, letto dove
questo mio corpo inquieto riposa.
E senza di te io sono lontana
non so dire da cosa ma
lontana, scomoda un poco
perduta, come malata.
Un po' sporco il mondo lontano da te,
più nemico, che punge, che
graffia, sta fuori misura.

Mio vero tu, mio altro corpo
mio corpo fra tutti mio
più vicino corpo, mio corpo destino
ch'eri fatto
per l'incastro con questo mio
essere qui in forma di femmina
umana. Mio tu. Antico suono
riverberante, antico
sentirti destino intrecciato
sentire che sei sempre stato,
promesso da ere lontane
da distanze così spaventose
così avventurose distanze da
lontananze sacre.

Tu sei sacro al mio cuore.
Il mio fuoco
brucia da sempre col tuo
il mio fiato.

Io parlo delle forze --
di correnti sul fondo del mio lago
sul fondo del tuo, oscure e potenti,
più del tempo dure più dello
spazio larghe, ma sottili
al nostro sentire,
afferrate appena
e poi perdute, nel loro gioco.

Che cosa siamo io e te? Che cosa eravamo
prima di questo nome? E ancora
saremo qualcosa, lo sappiamo e non
lo sappiamo, con un sentire
che non è intelligente lavorio cerebrale.

Nessuna parte di corpo che muore
nessun pezzo umano, nessun arto,
nessun flusso di sangue, nessun
cuore, nessuno, niente che sia
stretto nel giro del sole, niente
che sia solo terrestre umano muove
il tuo cuore al mio, il mio al tuo,
come fossero due parti di un uno.

Allora tu sei la mia lezione più grande
l'insegnamento supremo.
Esiste solo l'uno, solo l'uno esiste
l'uno solamente, senza il due.


Mariangela Gualtieri
Bestia di gioia

Einaudi 2010

martedì 10 maggio 2016

Mistero voglio chiamarvi, rose, silenzio che ha colore

È maggio e io scrivo delle rose.
È la paleobotanica che dice
semplicemente che sono un mistero.
Mistero voglio chiamarvi, rose, ticchettio
di una fuga, silenzio che ha colore,
sosta d'altro mondo dentro il mondo,
fuoco che rinfresca, respiro vero
di creature piccole alate.
Voi dettate una legge d'eleganza
una sprezzatura di ciò che osa
durata e non profuma o chiama
come voi la luce. Fino a cadere
dentro una passione che vi bagna.
Voi vi spandete tutte in un'altura
di battiti - visione che vi induce
a sparire senza rumore. Rose.


Mariangela Gualtieri
Le giovani parole
Einaudi 2015

martedì 23 febbraio 2016

scrivere in un silenzio caduto giù dalla neve

Ormai è sazio
di ferite e di cielo. Si chiama
uomo. Si chiama donna. È qui
nel celeste del pianeta -
dice mamma. Dice cane
o aurora.
La parola amore l'ha inventata
intrappolato nel gelo.
Perso. Lontano. Solo. L'ha scritta
con ditate di rosso
in un silenzio caduto giù
dalla neve.


Mariangela Gualtieri
Le giovani parole
Einaudi 2015

venerdì 6 novembre 2015

quando si scrive non si può avere mai abbastanza silenzio intorno

Euridice

«Perciò quando si scrive non si può mai essere abbastanza soli, 
quando si scrive non si può avere mai abbastanza silenzio intorno, 
la notte è ancora troppo poco notte».

Franz Kafka, lettera a Felice, 14-15 gennaio 1913.

Tu senti che vado lontano
in zone pericolose.
Potrei non fare ritorno –
restare sbalzata su quel fuoco
con veste incendiata rovinare
o perdermi nei deserti del cielo
sbandare sui ghiacci stesi
spericolarmi nei boschi e nelle radure
minacciose. Si è molto soli là
fra le alture e le fosse, nelle fermentazioni
nel pullulare appena di voci.
Slacciata da ciò che mi è noto
un po’ squilibrata nel vuoto.
Ci debbo ogni tanto tornare –
che qui c’è la parte migliore.
Di quella mi vesto ogni tanto
di rado. Ma tu non girarti a guardare.
Lasciami sola. Non farmi di sale.

Mariangela Gualtieri

da “Le giovani parole”, Einaudi, Torino, 2015

lunedì 5 ottobre 2015

Niente che resti non amato

La poesia

Tanto d'amore viene
e sostiene. Niente che resti
non amato.

Mariangela Gualtieri
Le giovani parole
Einaudi 2015

mercoledì 25 marzo 2015

Dico al buio parole amichevoli

Attraverso l’aia.
Dico al buio parole amichevoli.
Aguzzo le sonde – non mani servono
fra questi bastioni d’ombre
densità di vita sotto altra legge.
Io tento piano la sillabazione
di questo spavento
che forte mi chiama.

Mariangela Gualtieri
Senza polvere senza peso 

Einaudi 2006

venerdì 27 febbraio 2015

Gli alberi sostano in una pace inclinata

Certi alberi vicini alle case 
sostano in una pace inclinata 
come indicando come chiamando 
noi, gli inquieti, i distratti 
abitatori del mondo. Certi alberi 
stanno pazientemente. Vicini 
alle camere nostre dove gridiamo 
a volte di uno stare insieme 
che ha dentro la tempesta 
noi che devastiamo facce care 
per una legge di pianto.

Mariangela Gualtieri
Bestia di gioia
Einaudi 2010

giovedì 26 febbraio 2015

Ho un cuore eremita. Sono impastata di silenzio e di vento

Gli altri sono troppi, per me.
Ho un cuore eremita. Sono
impastata di silenzio e di vento.
Sono antica.
Mi pento ogni volta che vado
lontano dal mio stare lento
nelle velocità della sera, nelle auto schizzate
di pianto. Col loro buio abitacolo.
E se sfreccio a volte
sulla modesta moto, è per cantare
a gola stesa l’ultimo del paradiso
fare il mio guizzo pericoloso
con tutto quel vento nel petto
seminare parole beate
nel panorama nervoso.

Mariangela Gualtieri
Senza polvere senza peso 
Einaudi 2006

venerdì 26 settembre 2014

Tu sei il mio tu più esteso deposto sul fondo mio

Alcesti 

Ma solo pensare a te.

Non è una figura che viene
una nitida traccia.
È cadere in un posto
con un po' di dolore.

Tu sei il mio tu più esteso
deposto sul fondo mio. Tu. Non c'è
un'altra forma del mondo
che si appoggi al mio cuore
con quel tocco, quell'orma.
Tu. Tu sei del mondo la più cara
forma, figura, tu sei il mio essere a casa
sei casa, letto dove
questo mio corpo inquieto riposa.
E senza di te io sono lontana
non so dire da cosa ma
lontana, scomoda un poco
perduta, come malata.
Un po' sporco il mondo lontano da te,
più nemico, che punge, che
graffia, sta fuori misura.

Mio vero tu, mio altro corpo
mio corpo fra tutti mio
più vicino corpo, mio corpo destino
ch'eri fatto
per l'incastro con questo mio
essere qui in forma di femmina
umana. Mio tu. Antico suono
riverberante, antico
sentirti destino intrecciato
sentire che sei sempre stato,
promesso da ere lontane
da distanze così spaventose
così avventurose distanze da
lontananze sacre.

Tu sei sacro al mio cuore.
Il mio fuoco
brucia da sempre col tuo
il mio fiato.

Io parlo delle forze -
di correnti sul fondo del mio lago
sul fondo del tuo, oscure e potenti,
più del tempo dure più dello
spazio larghe, ma sottili
al nostro sentire,
afferrate appena
e poi perdute, nel loro gioco.

Che cosa siamo io e te? Che cosa eravamo
prima di questo nome? E ancora
saremo qualcosa, lo sappiamo e non
lo sappiamo, con un sentire
che non è intelligente lavorio cerebrale.

Nessuna parte di corpo che muore
nessun pezzo umano, nessun arto,
nessun flusso di sangue, nessun
cuore, nessuno, niente che sia
stretto nel giro del sole, niente
che sia solo terrestre umano muove
il tuo cuore al mio, il mio al tuo,
come fossero due parti di un uno.

Allora tu sei la mia lezione più grande
l'insegnamento supremo.
Esiste solo l'uno, solo l'uno esiste
l'uno solamente, senza il due.

Mariangela Gualtieri

Bestia di gioia
Einaudi 2010

sabato 4 gennaio 2014

Le cose non chiamano, oggi

Tu manchi da questa camera e le cose non chiamano, oggi. 
Ho deciso che il tempo non passi. 
In tuo onore. Che non passi di qui e si fermi di sotto – dove gli uomini chiacchierano seduti barbaramente. 
Amore mio.
Mariangela Gualtieri
Senza polvere senza peso
Einaudi 2006

sabato 23 novembre 2013

Tu che corredi le cose d'ombra e di mistero

Quel tuo nome che non sappiamo
cantare per intero
tu che spingi le cose fino alla fessura
di questo mondo e le corredi
d’ombra e di mistero.
Niente tu sei. Il più bel
niente in attesa che il respiro
si faccia orma terrestre,
segno, piega, spigolo e lato
e forma. Attesa e segno.

Mariangela Gualtieri
Senza polvere senza peso 
Einaudi 2006

lunedì 18 novembre 2013

Come un incendio nelle tue abitudini

E tu prendimi, portami con te
come un incendio nelle tue abitudini.

Mariangela Gualtieri
Senza polvere senza peso 
Einaudi 2006

lunedì 28 ottobre 2013

Perché credo ancora nel segreto

Perché credo ancora nel segreto
ficcato dentro una foglia o un frutto
se credo alla tua faccia di ragazzo
spettinato, se credo a tutto, a tutto,
è per avventurarmi anche il lunedì
quando le sale sono chiuse e
sembra così lungo il tempo
così abbandonate le creature del mondo.
Se credo se credo se rido alle cose
invisibili, se chiedo le cose impossibili,
se mi batto col vento, se sbando di
continuo, se mi affanno,
è il mio gioco battagliero
di indispettire quel cielo ostinato
che si nasconde dietro al nostro cielo.
Mostra solo i suoi buchi di luce
quando dormiamo.


Mariangela Gualtieri
Senza polvere senza peso
Einaudi 2006

sabato 26 ottobre 2013

Non avere dove posare il capo

Un avamposto di pietra
m’era cresciuto nel petto come
dolore di un altro che s’infila
e forma uncino e piccagli.
Io non so cosa sia questa
di colpo nostalgia
questo pezzo mancante
che mi reclama a sé
da un umano piangere per niente
e non avere dove
posare il capo.

Mariangela Gualtieri
Senza polvere senza peso 
Einaudi 2006