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mercoledì 23 settembre 2015

Scrivere è sfuggire alla realtà reale

Ho scandalosamente distrutto l'illusione? No. I miei personaggi continuano a esistere, e in una realtà che non è meno, o più, reale di quella che ho appena distrutto. L'invenzione, come disse un greco circa duemilacinquecento anni fa, è intrecciata in tutte le cose. Io ritengo che questa nuova realtà (o irrealtà) sia più valida, e vorrei che voi pure condivideste la mia convinzione di non poter controllare del tutto queste creature della mia mente, come voi non controllate i figli, i colleghi, gli amici o addirittura voi stessi. 
Dite che questo è assurdo? Che un personaggio o è "reale" o "immaginario"? Se tu la pensi così, hypocrite lecteur, posso soltanto ridere. Tu non consideri del tutto reale neanche il tuo passato; lo agghindi, lo indori, lo diffami, lo censuri, lo rattoppi... in una parola lo romanzi e lo metti su uno scaffale, è il tuo libro, la tua autobiografia romanzata. Tutti noi non facciamo che sfuggire alla realtà reale.

John Fowles
La donna del tenete francese
traduzione di Ettore Capriolo
Mondadori 1970

giovedì 6 settembre 2012

Il segreto della creazione, l'autore e la sua patologia

... questo è un libro interessante non tanto su Shakespeare o su Flaubert. Ma sulla lettura. E svela come, una volta creato, il personaggio risuoni nel lettore creando zone d' eco illimitate e non circoscrivibili. Nel chiaroscuro del sentimento noi lettori rispondiamo in un modo di cui non saremo mai del tutto in grado di rispondere, se non entrando nei meandri di una interminabile autoanalisi. Non ci avvicina però di un passo in più al mistero della creazione. Perché l'opera non è parte di quella vicenda che qui si definisce: l'autore e la sua patologia. L'opera non la spiega la biografia. E non serve tirare in ballo di nuovo una questione già risolta: da Proust, da Virginia Woolf. Certo che c'è dell' energia autobiografica nella scrittura, certo che quando lo scrittore si mette all'opera, travasa in opera ricordi, suoni, visioni, parole che ha sentito, che altri hanno detto, che lui ha pensato... Ma tutta l'energia della vita vissuta non è volta a produrre un feticcio di se stesso. Semmai, serve a far nascere l'altro da sé. Alla lettera. Lo scrittore usa se stesso come cavia, si spolpa, si toglie vita, ricordi, emozioni; ma non per fare di sé il monumento. Semmai, per arrivare al cuore di una verità che è di tutti e di nessuno, né di Charles, né di Flaubert. Il segreto della creazione non è nell'infanzia dello scrittore, né nelle vicende che ha patito. Come non è nella somma dei residui diurni l'ombelico del sogno. Ma chi sa dare conto di quella trionfale alchimia che accade in opere come quelle che il nostro autore discute? ...

Nadia Fusini
un brano della recensione
uscita su Repubblica del 20 aprile 2001
dedicata al libro Adultera e Re
dello psicanalista Renato Speziale Bagliacca

mercoledì 27 giugno 2012

Cercare l'autore nei suoi personaggi

Voi desiderate qualche mia nota biografica e io mi trovo assai imbarazzato a fornirvela e questo, mio caro amico, per la semplice ragione che ho dimenticato di vivere, l'ho dimenticato al punto da non saper dire niente, proprio niente, della mia vita. Potrei forse dirvi che non la vivo, ma che la scrivo. Di modo che se voi vorrete sapere qualche cosa di me, potrei rispondervi: aspettate un po', mio caro Crémieux, che mi rivolga ai miei personaggi. Forse saranno in grado di fornirvi qualche informazione su me stesso.


Luigi Pirandello lettera a Benjamin Crémieux, 1933
citato in
Matteo Collura
Il gioco delle parti
Vita straordinaria di Luigi Pirandello
Longanesi 2010