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giovedì 31 dicembre 2015

intrecceremo tuttavia i richiami di un desiderio tramutato in splendore

L’anno contiene quest’unico guado
verso di te. Ogni volta
lo trovo un poco più sommerso, l’onda
più gonfia, la corrente
più minacciosa. Eppure
io t’ho raggiunto ancora, ed ogni breve
istante che trascorro accanto a te
diviene un «sempre» e se ne nutrirà
anche il tempo deserto. Se una dura
legge c’imporrà un «mai», noi condannati
ed immobili sulle opposte rive
intrecceremo tuttavia i richiami
di un desiderio tramutato in splendore.
Così la Tessitrice ed il Pastore
si rispondono: Vega ed Altair
tra cui si snoda l’alto
stellato fiume.

Margherita Guidacci
Anelli del tempo
Edizioni Città di Vita 1993

venerdì 25 dicembre 2015

ti ho dato il mio silenzio ed ho ascoltato il tuo

Nessuna parola

Poiché non mi veniva nessuna parola
(la parola era “addio”, ma non riuscivo a dirla)
ti ho dato il mio silenzio
ed ho ascoltato il tuo,

e non è stato un vuoto, ma condivisa pienezza
e ancora gioia, mentre accettavamo,
come la terra, un nostro tempo di neve,
bianco grembo d’attesa delle future estati.

Margherita Guidacci
Inno alla gioia
1983
in Le poesie
a cura di Mauro Del Serra 
Casa Editrice Le Lettere 1999

domenica 1 novembre 2015

sul fondo della mia solitudine

Il tuo ricordo, sul fondo
della mia solitudine,
ne rivela l’ampiezza
e tuttavia la limita.

Così un canto d’uccello
addolcisce l’immensità del cielo
e una singola vela
rende umano il mare.

Margherita Guidacci
Il vuoto e le forme
Rebellato 1977

domenica 4 ottobre 2015

Il vuoto si difende. Non vuole che una forma lo torturi

ll vuoto e le forme

L’inseguimento, la lotta
sull'orlo invisibile,
le immagini afferrate, già credute
nostre, ed in un istante
ridivenute nebbia,
il deluso ritorno –
di cacciatore a cui toccò soltanto
uno stormir di frasche e il breve lampo grigio
della lepre che a balzi si salva tra i cespugli;
di pescatore la cui lunga attesa
finì in un guizzo ironico di carpa,
quella beffa d’argento sull'amo appena sfiorato…
Come siamo sconfitti!
Come ci cadono di mano le inutili armi!
La pietra resta pietra, il foglio una frusciante
assenza, la tastiera
ostinato silenzio.

Il vuoto si difende.
Non vuole che una forma lo torturi.

Margherita Guidacci
Il vuoto e le forme
1977 
in Le poesie 
a cura di Mauro Del Serra
Casa Editrice Le Lettere 1999

giovedì 1 ottobre 2015

Le sbarre d’ombra sono le vere sbarre, non saranno divelte

Se il muro fosse di pietra e non d’aria,
se attraverso il muro non si toccassero gli alberi,
se le alte sbarre d’ombra che ti rigano l’anima
fossero l’ombra di vere sbarre a cui potersi aggrappare,
se ricordassi lo scatto d’una porta che si chiude
alle tue spalle e il tintinnìo delle chiavi
alla cintura del carceriere che si allontana:
quale sollievo ne avresti nell'orrore!
Perché ciò che si chiude può tornare ad aprirsi,
la rocca più imponente può essere distrutta.
Ma dove sei non è porta, e nessuna porta s’aprirà.
E non è muro: nessun muro sarà abbattuto.
Le sbarre d’ombra sono le vere sbarre,
non saranno divelte. Tu confini con l’aria,
tocchi gli alberi, cogli i fiori, sei libera,
e sei tu stessa la tua prigione che cammina.

Margherita Guidacci
Neurosuite 
1970
in Le poesie
a cura di Mauro Del Serra 
Casa Editrice Le Lettere 1999

domenica 27 settembre 2015

affido al vento queste mie foglie, e il vento se le porta

Cumana I 

Io nulla scrivo sulle foglie. Vi leggo 
quel che le foglie recano già scritto
in sé, nelle intricate nervature
simili a vene sul dorso della mano 
o linee incise nel palmo. Il mio sguardo, 
che segue il biforcarsi di vie segrete, 
coglie ad incroci turgidi di linfa
i nodi del significato. Così 
si fa più chiaro il messaggio. 
Ma quella che tu chiedi, e che tu chiami
la mia risposta, non è mia, e neppure
è una risposta. È la vita che parla
in ogni cosa viva, mentre passa 
verso la morte. Vi pongo di mio 
soltanto un giusto angolo di sguardo.
E il calmo gesto con cui, dopo averle
lungamente scrutate, affido al vento 
queste mie foglie, e il vento se le porta,
esso solo compiendo
per un diritto immemorabile
il sussurrante vaticinio.

Margherita Guidacci
Il buio e lo splendore
Garzanti, 1989

venerdì 25 settembre 2015

Siamo entrambi il medesimo silenzio

Lascia sia il vento a completar le parole
che la tua voce non sa articolare.
Non ci occorrono più le parole.
Siamo entrambi il medesimo silenzio.
Come due specchi, svuotati d’ogni immagine,
che l’uno all'altro rendono
un semplice raggio. E ci basta.

Margherita Guidacci
Poesie per poeti
1987
in Le Poesie
a cura di Maura Del Serra
Casa Editrice Le Lettere 1999

lunedì 21 settembre 2015

Lascia che venga il silenzio

Furono ultime a staccarsi le voci. Non le voci tremende
Della guerra e degli uragani,
E nemmeno voci umane ed amate,
Ma mormorii d’erbe e d’acque, risa di vento, frusciare
Di fronde tra cui scoiattoli invisibili giocavano,
Ronzio felice d’insetti attraverso molte estati
Fino a quell'insetto che più insistente ronzava
Nella stanza dove noi non volevamo morire.
E tutto si confuse in una nota, in un fermo
E sommesso tumulto, come quello del sangue
Quando era vivo il nostro sangue. Ma sapevamo ormai
Che a tutto ciò era impossibile rispondere.
E quando l’Angelo ci chiese: «Volete ancora ricordare?»
Noi stessi l’ implorammo: «Lascia che venga il silenzio!»

Margherita Guidacci
La sabbia e l’angelo
1946 in
Le poesie
a cura di Mauro Del Serra
Casa Editrice Le Lettere 1999

venerdì 14 settembre 2012

La poesia è un freddo che nessun fuoco può scaldare

Se leggo un libro e tutto il mio corpo diventa così freddo che nessun fuoco può scaldarlo, so che è poesia. Se mi sento, materialmente, come se mi avessero levato la calotta cranica, so che è poesia. Per me sono gli unici modi di riconoscerla. Ce ne sono altri?

Emily Dickinson
Lettere
a cura di Margherita Guidacci
Sansoni 1961

giovedì 23 agosto 2012

l'Arte è una casa che tenta di essere stregata

La natura è una casa stregata - ma l'Arte è una casa che tenta di essere stregata.

Emily Dickinson
una lettera a T.W. Higginson 1876

Poesie e Lettere
traduzione, introduzione e note di Margherita Guidacci
Sansoni Editore 1961