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mercoledì 3 gennaio 2018

l'unica cosa che gli interessava erano i libri che doveva ancora scrivere

E il suo di entusiasmo? Come mai si era spento, come mai non provava più nessun piacere nell'imparare cose nuove? Temeva che la risposta fosse una soltanto: l'età. Aveva solo quarantasette anni - ne mancavano appena tre prima di raggiungere l'epifania del vecchio scrittore - eppure sentiva che il piatto della bilancia si era già inclinato dall'altra parte. Ormai la porzione di futuro che ancora gli spettava da vivere come uomo giovane, vitale e ancora attraente qual era, si era fatta molto più piccola di quella che aveva già consumato. Teoricamente avrebbe dovuto fare uno sforzo per cercare di godere il più possibile il tempo che gli restava. Perché allora non aveva più voglia di impegnarsi, di raccogliere le energie e indirizzarle all'esterno, invece di angosciarsi e occuparsi solo di se stesso?
Era arrivato alla conclusione che l'unica cosa che gli interessava erano i libri che doveva ancora scrivere prima che fosse tardi e non avesse più niente da dire. "Egocentrismo - tratto necessario/essenziale", aveva annotato una volta queste parole su un taccuino, pensando che un giorno avrebbe potuto usare quell'idea per scrivere un saggio. A quel punto della sua vita l'unica cosa che desiderava veramente era di starsene davanti al computer, disturbato il meno possibile, aspettando le parole che avrebbe composto, riga dopo riga, la storia ancora informe che aveva in testa. Sapeva che in questo non era il solo; non c'era scrittore che intervistato non rispondesse la stessa cosa a proposito del loro lavoro: l'atto dello scrivere era un lavoro sedentario e solitario, in cui non si aveva bisogno degli altri. Da giovane aveva accumulato esperienze a sufficienza; adesso doveva solo elaborare quel materiale, organizzarlo in qualche modo, trasformarlo in racconto. Che bisogno aveva di riviverlo?

Francesca Marciano
Isola grande, isola piccola
Una serata indiana
traduzione di Tiziana Lo Porto
Bompiani 2015

martedì 2 gennaio 2018

Isola grande isola piccola

La prima lettura del 2018 è una rilettura. Isola grande isola piccola è una raccolta di racconti di Francesca Marciano che ho molto amato due anni fa e che mi ero ripromessa di rileggere. Il primo giorno dell'anno mi è sembrato il momento adatto perché queste storie intriganti e molto ben scritte sono storie epifaniche. Nella vita di ciascuno dei protagonisti e, soprattutto, delle protagoniste accade qualcosa che segnerà una svolta cruciale, quel momento cui far risalire i cambiamenti che ne segneranno la vita. Ambientati tra Roma, New York, Africa, India e isole greche, questi racconti finiscono con il comporre un affresco generazionale che riguarda i nati negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. La lenta emancipazione delle donne, le fughe dall'Italia, l'apprendimento della lingua inglese, le regole e i codici di vita che devono essere appresi per poter vivere in quell'altrove cui tutti i personaggi anelano sono presenti in ciascuna storia. La giovinezza perduta, con la sua messe di promesse, sogni e progetti per un futuro lontanissimo, la maturità incipiente attraversata da un filo sottile di malinconia e rimpianto sono la trama e l'ordito di questo bel libro che posso riporre nella libreria dei libri che voglio rileggere.

E.P.


lunedì 18 gennaio 2016

i grandi cambiamenti arrivano così, senza preavviso, come le alluvioni o gli incendi

La sua nuova vita la stava aspettando dietro l’angolo. Bastava solo saltarci dentro. Non c’era nulla da temere. Dopotutto i grandi cambiamenti arrivano così, senza preavviso, come le alluvioni o gli incendi.

Francesca Marciano
Isola grande isola piccola
Bompiani 2015