venerdì 28 gennaio 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/691. La luce scrive il mondo e io scrivo la luce

 

 


 

Due delle attività umane che più mi piacciono sono in perfetta antitesi: stare ferma alla scrivania – a leggere e scrivere - , o uscire e andare a zonzo per la mia città come se fossi una turista e riuscire a stupirmi davanti al mio albero bellissimo come se non lo avessi visto mai. Le novità che l’occhio coglie sono favorite soprattutto dalla diversa luminosità e atmosfera, anche questa mattina c’era una leggera nebbia, perché i colori del mondo cambiano moltissimo a seconda della luce. Così, di fatto, è proprio la luce a essere la scrittrice del mondo e io ne sono una fedele lettrice impegnata a decifrare significati, a stratificare ricordi e a trasporli sulla mia carta che non è il mondo intero ma un foglio bianco, reale o virtuale, poco importa.

La luce ha molti aiutanti in questa faticosa opera quotidiana e chi sono i principali? Sono le nuvole, le meravigliose nuvole che impediscono o favoriscono che la luce arrivi sino alla superficie del mondo e lavori di cesello sulle case e sugli alberi, sulle strade e su di noi umani, noi che passeggiamo e cerchiamo di attraversare il tempo in punta di piedi, senza fare troppo rumore, senza lasciare troppe tracce intorno a noi.

 

 

Il luogo dove tutti i luoghi non sono che uno

 

Con passo di volpe hai

attraversato il bosco urbano

che circonda la mia casa. E

non sono i sussurri delle foglie,

non i fischi del vento che mi

hanno rivelato il tuo passaggio,

un andare veloce che non si è

trasformato in presenza, ma

solo in tracce che gli elementi

hanno presto cancellato. Nessuna

impronta sul selciato, niente

piume nel nido abbandonato,

non una sola parola incisa sul

muro che circonda il mio

giardino. Eppure so che sei

passato, me lo dicono i sogni,

notte dopo notte, me lo dice

la luce che si ritrae a ogni

mio passo per condurmi

verso di te, in quel regno

che posso solo immaginare,

in quel luogo fatto di tutti

i luoghi che è la nostra

memoria comune, madre.

Eppure vorrei, proprio vorrei

per una volta ancora vedere

le tue mani nude scavare

nella terra e poi la pianta e

poi il fiore, rosa, perfetto e

profumato che non avresti

mai raccolto. È quel profumo

la nostalgia, è quel colore che

tinge tutte le parole che non

ci siamo dette, che ancora

non ci siamo dette.

 

 

 

Così la città mi ha accolto con tracce di mia madre nei luoghi dove siamo state insieme e dove non l’ho cercata, è stata lei a trovarmi in questa giornata di inverno gelido e umido, venerdì 28 gennaio 2022, il terzo anno senza Carnevale. Sono queste Cronache a custodire quel che trovo qua e là e questa Cronaca 691 non è da meno di quelle che l’hanno preceduta e tiene in ordine in una specie di erbario tutto quello che abbiamo raccolto insieme, in giro per la nostra città.

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