Riordinare le proprie librerie è un lavoro che immagino molto simile a quello dell’archeologo. Ci si riempie di polvere, si scava in stratificazioni di libri che corrispondono alla stratificazione delle fasi della vita. In un ripiano ho riunito una parte dei libri presentati alla libreria Utopia negli anni Novanta del secolo scorso. Sono libri di politica, economia, sociologia che non rileggerò mai più ma che ho deciso di tenere per una questione affettiva, sono autografati dagli autori. La maggior parte di questa tipologia di libri l’avevo già regalata negli anni a diverse biblioteche e giovani amici interessati. Sono tutti insieme i libri femministi, che sono proprio tanti, quelli di psicoanalisi, Freud e seguaci, e Jung, quasi tutto. Poi libri sulla scrittura, biografie e autobiografie, epistolari di scrittrici e scrittori, tutta la poesia accanto alla filosofia, pur con qualche sacrificio perché ho deciso di tenere solo i poeti più amati. Ho messo sullo stesso ripiano Etty Hillesum e tutti i libri dedicati a lei. Poi Antonella Anedda vicino a Henry Buchau, ci staranno bene? Poi i libri di Danilo Bramati accanto ai miei e a quelli di Annalisa Manstretta, Edoardo Zuccato e Lorenzo Gobbi, e tutti stanno dalle parti di Rilke che non è lontano dalla Anedda e anche da Zagajevsky e accanto a Paul Valery e Yves Bonnefoy, non lontano da Philippe Jaccottet e Fabio Pusterla. Sono anche riuscita a mettere sullo stesso scaffale tutti i libri di Paul Auster e di sua moglie Siri Hustvedt, Marguerite Yourcenar accanto ad Agota Kristof, Erica Jong vicino a Ursula Le Guin, Henry Miller vicino a Lou Salomé, John Banville vicino a Cechov e tutta Katherine Mansfield vicino a Virginia Woolf, Sylvia Plath accanto a Ted Hughes e Anne Sexton, i libri di neuroscienze vicino a quelli di viaggio, i libri su Milano accanto a quelli di fantasmi, un ordine assolutamente arbitrario ma che mi permette di ritrovare i libri quando mi servono, ho voglia di sfogliarli o di rileggerli. Anche tutti i libri d’arte sono vicini vicini, in parte sono migrati verso la libreria di mio nipote Andrea, così come le Lezioni di letteratura di Nabokov sono migrate verso la libreria di mio nipote Marco. Il lavoro più titanico è stato mettere tutti insieme i libri che, nel corso degli anni, ho comprato in doppia copia per poterli poi regalare a qualcuno di importante e che sto regalando con grande gioia. Poi ci sono i libri che non ho ancora letto, non sono pochi e aspettano quieti che arrivi il loro turno e intanto fanno amicizia con i loro simili già stropicciati, sottolineati e dotati di cartolina vintage segnalibro. Amo i libri, leggerli prima ancora che scriverli e ogni tanto penso a un aneddoto raccontato da Alberto Manguel nel suo libro Una storia della lettura:
“Nel X secolo Abdul Kassem Ismael, gran visir del regno di Persia, per non far confusione con la sua collezione di 117.000 volumi, quando se li portava in viaggio, li faceva caricare su una carovana di quattrocento cammelli che dovevano marciare in ordine alfabetico”.
Non pensate anche voi che sia una storia meravigliosa? Bene dal pianeta dei libri è tutto.
Io e
questa Cronaca 669 di giovedì 6 gennaio del terzo anno senza Carnevale andiamo
a sistemare qualche altro libro.
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