lunedì 17 gennaio 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/680. Il sonno è un inverno russo e la meraviglia è il mondo al risveglio

 

Anche oggi è stata una giornata di lavoro intenso, di una timida passeggiata e poi di un lavoretto che mi frullava in testa da qualche tempo. Così ho deciso di “spiumare”, cioè rimuovere, tutti i ritagli e i foglietti con citazioni e poesie che avevo accumulato negli almeno ultimi 10-11 anni, e appeso sulla bacheca piccola di sughero. Ho tenuto solo un’osservazione del mio amico poeta Danilo Bramati “La necessità è la struttura”, cosa che mi aveva detto una sera del maggio 2011 mentre parlavamo, come sempre, di poesia. Le cose cambiano da sole anche senza l’intervento del tempo, noi cambiamo e arriva il momento di cercare nel nuovo, pur senza buttare via quanto di buono abbiamo conservato. Così ho preso un bel quaderno intonso e ho incollato in ordine di stratificazione, cioè nell’ordine in cui avevo appeso in bacheca, i foglietti. Naturalmente li ho anche riletti e ho deciso che tutte quelle poesie, quelle riflessioni, meritavano di essere conservate. In particolare una delle poesie mi è risuonata dentro e ho deciso di utilizzarla per la Cronaca odierna e dopo una breve caccia su Google sono anche riuscita a trovare il libro da cui è tratta è a comprarlo in formato kindle, per cui riesco a pubblicare anche la versione originale.

Ma ecco la poesia da cui ho preso il titolo della Cronaca:

 

Persa

Il sonno è un inverno russo, dove sei

di nuovo ragazza – persa, così sembra,
come ogni cosa, e tramutata in pietra.
Solo il tuo cuore trovatello si agita ancora.

Meglio forse essere nata albero,

rivivere estate dopo estate,
con rami e foglie in movimento
come capelli di bambina al vento.

La meraviglia è il mondo al risveglio

è così simile al sogno. Tutto è pallido
vuoto silenzio, benché oltre la distesa
di neve tu senta quasi il loro invito:

Sorprendici, sembrano dire,

sorprendici di nuovo oggi.

 

Mi piace fermarmi ad ascoltare l’invito di rami e foglie, degli alberi, la loro richiesta di essere di nuovo sorpresi da noi, perché gli alberi ci parlano, ci parlano ogni giorno, come scriveva anche Christian Bobin: “L'albero è di fronte alla finestra della sala. Lo interrogo tutte le mattine: <<Cosa c'è di nuovo oggi?>>. La risposta arriva senza esitazione, portata da centinaia di foglie: <<Tutto>>”.

Ecco una buona, semplice giornata, dove mi sono lasciata guidare dalle parole degli alberi intorno a me, questi alberi antichi che sono cresciuti nella città poco silenziosa e che fanno parte del mio paesaggio quotidiano, cosa mi avrà sussurrato all’orecchio l’albero bellissimo?

Oggi è lunedì 17 gennaio del terzo anno senza Carnevale e questa Cronaca 680 ha molta nostalgia della steppa innevata e delle betulle che conversano con i ciliegi di Cechov.

La citazione di Bobin è tratta da La presenza pura ed. Animamundi.

 

La poesia di Jane Draycott è uscita sulla rivista britannica The Rialto. Traduzione di Francesca Spinelli. Internazionale 1025 - 8 novembre 2013. L’originale appartiene alla raccolta The Occupant, Carcanet 2016.

 

LOST

‘The Emperor of Russia was my father’

Hermione, The Winter’s Tale (III, ii)

 

Sleep is a Russian winter in which

you are a girl again–lost, so it seems,

like everything, and turned to stone.

Only your foundling heart still stirs.

 

Better perhaps to have been born a tree,

to live on summer after summer,

leaves and branches shifting

like a child’s hair lifted by the wind.

 

The wonder is the waking world

is so much like the dream. All’s pale,

blank silence, though across the sheet

of snow you almost hear them call:

 

Astonish us, they seem to say,

astonish us again today.”

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