Qualunque cosa accada, la vita sempre ci sorprende, per quanto ci facciamo prendere dalla frenesia di controllare e prevedere gli avvenimenti, la vita va dove va.
Anche oggi sono riuscita a spolverare un ripiano della
libreria piccola, a raggruppare i libri per autore, a decidere se ci fossero
libri cui posso rinunciare. Ce ne sono, ce ne sono sempre di libri cui
rinunciare, libri che non rileggerò mai più, ma anche libri che non leggerò e
che è inutile che io continui a tenere imprigionati nei miei scaffali, finito
anche questo lavoro, decido di andare a fare una passeggiata.
Esco e incontro una foglia, è l’ultima a essere caduta
dall’albero bellissimo, la raccolgo, è piccola, sembra che stia tremando,
decido di conservarla nel libro che sto leggendo. È una giornata fredda e
sfolgorante, con una luce molto poco invernale, in campagna già fioriscono i
fiorellini nei prati, le scuole sono aperte, la pandemia progredisce, i
contagiati aumentano, le cose che accadono in questi giorni sono una
ripetizione di cose che abbiamo già visto accadere, l’anno scorso e l’anno
prima ancora, come se fossimo chiusi in un loop temporale infinito che non ci permette
di superarlo e uscirne. Ma poi ho incontrato questa piccola foglia che non
lascerò divorare dal tempo e che terrò con me in un libro molto amato che sto
rileggendo, le memorie della de Beauvoir, quanto mi sta piacendo rileggerla.
Canto delle cose
felici
Le piccole cose sono davvero
la felicità della vita. Una foglia
appena caduta, un libro amato,
una tazza di tè fumante alla
fine di una passeggiata. Sono
sublimi le piccole cose quando
incontrano la poesia, perché
smettono di essere cose e
diventano frammenti della
nostra anima strappati al
logoramento del tempo. Per
questo, anche per questo
scrivo poesie, per ricordare
che il tempo è solo un modo
per raccontare la felicità
delle piccole cose.
Sono questi attimi luminosi, questa pienezza dell’essere
anche mentre ci occupiamo di piccole cose, a rendere gioiosa una giornata d’inverno
che ha conosciuto poche buone notizie.
Bene, anche questo mercoledì 12 gennaio del terzo anno
senza Carnevale volge alla sua conclusione e questa Cronaca 675 ha avuto la sua
poesia e ne è contenta, lo so perché la sta rileggendo per la terza volta.
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