Anche oggi una giornata ricca di letteratura, poesia e
filosofia, con dei compagni di strada eccezionali. Sono tante le cose che
vorrei scrivere di queste ore appena trascorse, ma voglio che sedimentino in
me, con calma, e poi vedere cosa ci sarà in fondo a questa polla d’acqua e di
sapienza, cosa resterà in me di tutte le storie, la cura e le guarigioni.
Anche il tempo non
sa cosa fare quando guarda le rose
E qui aspetto il fiume
prima che diventi mare,
svolta e si apre, corre
e l’acqua salata lo attrae
perché tutti siamo pronti
a cambiare in corsa il nostro
destino. Anche le stelle
saprebbero come mutare
senza perdere la luce, ma
devono accontentarsi di
essere fantasmi della luce
originaria, quella che noi
vediamo. Come le rose in
fondo al giardino vorrebbero
essere la prefazione di un
frutto, noi cerchiamo l’angolo
originale, quel punto di vista
che solo noi, dai nostri occhi
sappiamo avere. Ma forse, a
volte, è meglio arrendersi
allo stato naturale e splendere
in questa bellezza senza scopo
e fine se non l’essere bellezza
e annientare il tempo che
abbandona il fiume e si blocca
quando le rose sono fiorite
in fondo al nostro giardino.
È sempre così ricca la vita e sorprendente, anche quando si è lontani e non ci si può guardare negli occhi. Ma ci sono sempre le parole cui potersi affidare, la poesia da lasciar entrare ogni giorno nella nostra vita e andare oltre l’ansa del fiume e il muro di cinta del giardino dove sono fiorite le rose.
Oggi è sabato 15 gennaio del terzo anno senza Carnevale e
questa Cronaca 678 zampilla dalle ore del giorno che è appena trascorso e
ancora non è stanca e sfoglia libri e legge poesia. Il suo titolo è una
citazione dal libro Verso un sapere dell’anima
della filosofa Maria Zambrano.
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