sabato 15 gennaio 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/678. La vita è incessante, perfino nella sua quiete

 


 

Anche oggi una giornata ricca di letteratura, poesia e filosofia, con dei compagni di strada eccezionali. Sono tante le cose che vorrei scrivere di queste ore appena trascorse, ma voglio che sedimentino in me, con calma, e poi vedere cosa ci sarà in fondo a questa polla d’acqua e di sapienza, cosa resterà in me di tutte le storie, la cura e le guarigioni.

 

 

Anche il tempo non sa cosa fare quando guarda le rose

 

E qui aspetto il fiume

prima che diventi mare,

svolta e si apre, corre

e l’acqua salata lo attrae

perché tutti siamo pronti

a cambiare in corsa il nostro

destino. Anche le stelle

saprebbero come mutare

senza perdere la luce, ma

devono accontentarsi di

essere fantasmi della luce

originaria, quella che noi

vediamo. Come le rose in

fondo al giardino vorrebbero

essere la prefazione di un

frutto, noi cerchiamo l’angolo

originale, quel punto di vista

che solo noi, dai nostri occhi

sappiamo avere. Ma forse, a

volte, è meglio arrendersi

allo stato naturale e splendere

in questa bellezza senza scopo

e fine se non l’essere bellezza

e annientare il tempo che

abbandona il fiume e si blocca

quando le rose sono fiorite

in fondo al nostro giardino.

 

 

È sempre così ricca la vita e sorprendente, anche quando si è lontani e non ci si può guardare negli occhi. Ma ci sono sempre le parole cui potersi affidare, la poesia da lasciar entrare ogni giorno nella nostra vita e andare oltre l’ansa del fiume e il muro di cinta del giardino dove sono fiorite le rose.

Oggi è sabato 15 gennaio del terzo anno senza Carnevale e questa Cronaca 678 zampilla dalle ore del giorno che è appena trascorso e ancora non è stanca e sfoglia libri e legge poesia. Il suo titolo è una citazione dal libro Verso un sapere dell’anima della filosofa Maria Zambrano.

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