Oggi è stata una giornata ricca di scrittura, condivisioni e immaginazioni, ricerca di metafore e similitudini. Così la vita vera, i ricordi, si sono intrecciati con il respiro del futuro che andiamo tracciando con queste azioni, le condizioni per un futuro desiderato. Con tutta la ricchezza di stimoli e suggestioni era inevitabile che una poesia si preparasse a scaturire dalla bellezza di questa giornata. Soprattutto dopo una lunga conversazione con Andrea B. che voglio ringraziare ancora e a cui dedico questa poesia.
Dove si ferma il
vento
Cosa pensano le montagne?
Vorrei essere mare o almeno
bagnarmi dentro, imparare come
l’acqua si arrende all’aria, proprio
come faccio io che cedo al vento.
E tu mare? Io vorrei essere vento
e mai stare fermo, perché non
sono io a scegliere il ritmo delle
onde ma è sempre il vento
che decide dove devo andare.
Il vento si ferma ad ascoltare,
non sapeva di essere tanto
considerato, si muove come
un bambino capriccioso il vento
e niente lo sconfigge, neanche
il fuoco che lui accende e gonfia.
Sorride il vento e continua a
correre più che camminare, deve
andare, arrivare e poi ripartire,
mai può stare fermo il vento,
se non su questo foglio dove
arriva e si riposa nelle mie
parole. In fondo al giardino
due bambini saltano dal
muretto tenendosi per mano.
È l’azzurro del mare, del cielo e del vento che ha
accompagnato le ore di domenica 16 gennaio del terzo anno senza Carnevale e
questa Cronaca 679 si sta esercitando a saltare dai muretti mano nella mano,
nel presente e poi ancora domani.
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