sabato 29 agosto 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/174: io voglio scrivere così: non voglio più raccontare una storia, ma il suo segreto

 


È troppo grande il mondo per stare in una pagina, eppure la poesia, a volte, cerca proprio di compiere questo miracolo di miniaturizzazione e, a volte, ci riesce.

Così come, a volte, la poesia, si intrufola nella prosa e impregna lo stile e il ritmo di chi scrive, come accade ad Antonella Anedda, che in un brevissimo scritto sul senso del viaggio e dell’invecchiare, chiama a testimoni Virginia Woolf, Montaigne e Matsuo Basho. Tre lingue, tre epoche, tre scrittori che solo a lei sarebbe potuto venire in mente di mettere insieme:

“A dispetto del tempo e dello spazio alcune parole volano come le molecole. Chi le scrive non le possiede, prende la forma di un corpo solo per viaggiare e un nome solo per voltarsi a un suono”.

La poesia che diventa linfa vitale della prosa è una caratteristica anche della scrittura di Sandra Petrignani, soprattutto nel romanzo Marguerite, dedicato a Marguerite Duras:

 

“Si sente uno scroscio d'acqua, cade una foglia con un rumore lieve. La luce cambia in continuazione. Ora una nuvola ha gettato un'ombra nella stanza. Nei libri invece si procede per successione, come se le cose accadessero in sequenza, ordinatamente e non insieme; mentre dentro e fuori le persone le cose si affastellano, i pensieri si mescolano. Io voglio scrivere così: non voglio più raccontare una storia, ma il suo segreto”.

 

Così, in questa prima giornata d’autunno, nubifragi e nuvole, me ne sto in compagnia di alcune tra le mie scrittrici preferite e rileggo pagine amate e sottolineate nel tempo.

L’inizio della stagione di mezzo che fa strage di foglie è sempre stata la stagione dei progetti, dei nuovi inizi, del desiderio di fiamma e d’inverno.

Oggi viviamo in una fase storica di grande incertezza e paura. Le incognite sulla riapertura delle scuole e sulla ripresa economica affliggono il mondo intero. Si riapre, si sperimenta, si richiude, si torna all’obbligo delle mascherine. Nessuno vuole rassegnarsi a questa situazione, si spera nel vaccino o nella sparizione del virus. Perché la speranza di un futuro diverso e migliore è uno dei fondamenti della nostra fede nella vita e non importa a quale credo o ideologia facciamo riferimento.

Così, da vecchio topo di biblioteca quale sono, mi rifugio nei libri, non ho risposte, ma molte domande. Non ho risposte ma ho la poesia, cioè un modo laterale di guardare al mondo e di andare al di là della superficie delle cose.

La città silenziosa vive di ritorni e riaperture, io parlo con il mio albero bellissimo e cerco nuovi segreti da raccontare. Tra poco tornerò nella terra delle Montagne della Nebbia, lì dove il tempo segue i miei capricci e l’estate continua. So che le sacerdotesse sono tornate e che Marguerite Duras è con loro, vado.

 

 

Questa Cronaca 174 è frutto di un’uggiosa e fertile giornata milanese. Le citazioni sono tratte da:


Sandra Petrignani, Marguerite, Neri Pozza 2014

 

Antonella Anedda, Il mondo fluttuante pubblicato sulla rivista online Doppiozero


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