Ieri ho finito un primo giro nell’isola della solitudine, mi è piaciuto farlo, mi è piaciuto scriverlo e poi raccontarlo.
Rifletto spesso anche sulla gioia e su cosa significhi per me, ne ho già scritto nella Cronaca 31 dell’8 aprile 2020. Oggi, quindi, voglio tornare a scrivere della gioia portando con me i fili che mi hanno offerto Raymond Carver, Emily Dickinson e Philippe Jaccottet.
Di Carver amo qualunque cosa abbia scritto, lo accetto in blocco perché lo sento vero nelle cose che scrive, nella fatica del vivere, nella durezza del lavoro, nella fragilità dell’amore. Tra le decine di poesie che ha scritto, una in particolare mi ha colpito subito e per sempre, perché pertiene a una delle forme della gioia.
Quello che ti serve per dipingere
Da una lettera di Renoir
LA
TAVOLOZZA
Biacca olandese
Robbia rosa
Giallo di cromo
Blu cobalto
Giallo Napoli
Blu
oltremare
Giallo ocra
Verde smeraldo
Terra d’ombra naturale
Nero d’avorio
Rosso veneziano
Terra di Siena naturale
Vermiglio francese
Verde bluastro
Lacca di robbia
Bianco piombo
NON DIMENTICARE:
Spatola
Raschietto
Essenza di trementina
E I PENNELLI?
Pennelli sottili di
pelo di martora
Pennellesse di setola
di porco
Indifferenza a tutto
tranne che alle tue tele.
La capacità di
lavorare come una locomotiva.
Una volontà di ferro.
Sono gli ultimi tre versi che mi interessano per questa breve incursione
nel significato della gioia. Perché la gioia è profondamente connessa all’amore
che proviamo per il nostro lavoro, per le nostre passioni, per la nostra
scrittura che non è un lavoro pur essendolo.
Concentrazione, forza e tenacia sono le tre qualità che sostengono l’atto creativo. Seguono poi abbandono, fiducia e ascolto della voce che ci abita e che detta le parole. La gioia è un effetto collaterale della creazione e se non ci fosse mancherebbe gran parte del piacere connesso alla scrittura.
È anche per questa gioia che ogni giorno da quasi sei mesi, tiro un filo e poi un altro e tesso le mie parole e scrivo queste Cronache senza stancarmi mai.
Le altre gioie sono legate al contatto con la natura, all’amicizia, all’amore, alla lettura, alle piccole cose della vita quotidiana.
Ampio fai questo letto
fallo con molta venerazione
lascia che attenda che
l'ultimo responso sia
eccellente e giusto
sia il suo materasso dritto
e il suo guanciale rotondo
Fai che nessun giallo rumore
del sorgere del sole
interrompa questo istante.
L’inizio di un nuovo giorno, la cura e l’attenzione anche per un gesto
quotidiano che di solito facciamo senza pensarci troppo. Nello sguardo di Emily
Dickinson il quotidiano diventa sublime e l’istante è eternità. Questa è una
delle gioie della poesia.
Nelle passeggiate, reali e immaginarie, è bello sia andare da soli che in compagnia. Avete mai provato a ripercorrere con gli occhi della mente i vostri itinerari preferiti? Riuscite a risentire i suoni, gli odori, la consistenza del suolo, la forza o la delicatezza dell’aria che vi circonda?
“Ricordo che durante un’estate non lontana, mentre camminavo una volta di più nella campagna, la parola gioia, come talvolta attraversa il cielo un uccello inaspettato e che non si identifica subito, mi è passata per la mente e mi ha provocato, anch’essa, stupore. Credo che dapprima una rima sia venuta a farle eco, la parola seta (in francese joie e soie); non del tutto arbitrariamente, poiché il cielo estivo in quell’ora, brillante, leggero e prezioso com’era, faceva pensare a delle immense bandiere di seta fluttuanti al di sopra degli alberi e delle colline con dei riflessi argentati, mentre i rospi sempre invisibili innalzavano dal fossato profondo, invaso di canne, voci esse stesse, malgrado la loro forza, quasi argentate, lunari. Fu un istante felice; ma la rima con gioia non era comunque legittima.
La parola stessa, quella parola che mi aveva sorpreso. Di cui mi pareva di non capire più esattamente il senso, era rotonda in bocca, come un frutto; se prendevo a fantasticare su di lei, dovevo scivolare dall’argento (il colore del paesaggio in cui camminavo quando ci avevo pensato improvvisamente) all’oro, e dall’ora serale a quella meridiana” (continua…)
A volte bisogna lasciarsi trasportare dalle parole dei poeti, la seconda
parte di questa breve prosa di Jaccottet accompagnerà la Cronaca di domani e
altro ci farà scoprire.
Bisogna fidarsi della gioia e dello stupore, andare a cercarle anche nelle ore buie in cui il mondo sembra non avere più senso.
Sta passando così questa domenica estiva, tra chiacchiere, letture e scritture. Tutti i miei cari saranno seduti alla mia tavola questa sera.
L’aria è impregnata dal profumo dell’oleandro e del fico. Ho già raccolto le rose e il primo melograno. I lupi giocano nel prato e dalla cucina arrivano profumo di pomodoro, aglio e basilico. Le angurie sono al fresco nella fontana insieme alle bottiglie di vino bianco.
Buona serata a voi che ci avete letto, le sillabe si alzano in volo, metà farfalle, metà rondini, stanno arrivando, aprite le finestre.
Questa Cronaca 168 è stata scritta domenica 23 agosto 2020, giorno del
compleanno del mio amico poeta Danilo Bramati cui faccio gli auguri e canto,
per la decima volta almeno, la canzoncina di buon compleanno.
La poesia di Raymond Carver è tratta dalla raccolta Blu Oltremare, traduzione di Riccardo Duranti, minimum fax 2003.
What You Need
for Painting
From a letter by Renoir
THE PALETTE
Flake white Rose madder
Chrome yellow Cobalt blue
Naples yellow Ultramarine blue
Yellow ocher Emerald green
Raw umber Ivory black
Venetian red Raw sienna
French vermilion Viridian green
Madder lake White lead
DON’T FORGET:
Palette knife
Scraping knife
Essence of turpentine
BRUSHES?
Pointed marten-hair brushes
Flat hog-hair brushes
Indifference to everything except your canvas.
The ability to work like a
locomotive.
An iron will.
La poesia di Emily Dickinson è la versione recitata nel meraviglioso film
La scelta di Sophie di Alan J. Pakula
del 1982. Ho qualche dubbio sulla traduzione, il senso della poesia non è
quello letterale che ho scelto io, questo l’originale:
Ample make this Bed,
Make this Bed with Awe -
In it, wait till Judgment
Break
Excellent, and Fair -
Be it's Mattrass straight -
Be it's Pillow round -
Let no Sunrise' Yellow noise
Interrupt this ground -
La prosa di Philippe Jaccottet è tratta da Alla luce dell’inverno. Pensieri sotto le nuvole, è tradotta da
Fabio Pusterla, Marcos y Marcos 1993.
“Je me souviens qu'un été récent, alors que je marchais une fois de plus
dans la montagne, le mot joie, comme traverse parfois le ciel un oiseau que
l'on n'attendait pas et que l'on identifie pas aussitôt, m'est passé par
l'esprit et m'a donné, lui aussi, de l'étonnement. Je crois que d'abord, une
rime est venue lui faire écho, le mot soie; non pas tout à fait arbitrairement,
parce que le ciel d'été à ce moment-là, brillant, léger et précieux comme il
l'était, faisait penser à d'immenses bannières de soie qui auraient flotté au
dessus des arbres et des collines avec des reflets d'argent, tandis que les
crapauds toujours invisibles faisaient s'élever du fossé profond, envahi de
roseaux, des voix elles-mêmes, malgré leur force, comme argentées, lunaires. Ce
fut un moment heureux; mais la rime avec joie n'était pas légitime pour autant.
Le mot lui-même, ce mot qui m'avait surpris, dont il me semblait que je ne comprenais plus bien le sens, était rond dans la bouche, comme un fruit; si je me mettais à rêver à son propos, je devais glisser de l'argent (la couleur du paysage où je marchais quand j'y avais pensé tout à coup) à l'or, et de l'heure du soir à celle de midi. “
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