Di notte mi addormento in compagnia di un grillo, è un canto sommesso e
dolce, mi culla e mi riporta indietro alle notti d’estate della mia infanzia.
Quelle notti dove vedevo brillare le luci dei paesi sulle colline di fronte alla casa di mia nonna e pensavo che fossero le lanterne dei giganti addormentati di giorno e che di notte percorrevano le campagne.
Il canto del grillo non arriva solo dal giardino, anche quando sono nella città silenziosa, proprio sull’albero bellissimo davanti alla mia finestra, un grillo canta e mi fa compagnia.
Funziona così la memoria, come se ogni immagine potente del passato avesse bisogno di riemergere per rafforzare l’istante simile a un istante già vissuto. Chiedo a Luis se accade anche a lui la stessa cosa.
Io non è solo un altro
Vorrei potermi dire che
la memoria non è assedio
ma rivolta, un assalto contro
la fortezza e non la difesa
estrema di un io che si
frantuma e cerca un modo
per dirsi al singolare. Ma,
vedi, ormai lo sappiamo e
lo abbiamo imparato, noi
poeti e noi scrittori, lo sanno
Fernando e Antonio quanto
lo so io: perché “Io” non è
solo un altro, ma è molti
altri che vivono con me e
contro di me. Chi chiamate
Borges è solo il portavoce,
nulla di più.
È da molto tempo che non leggo Pessoa, forse è arrivata la stagione, gli
dico e lui annuisce, con le sue solite nuvole negli occhi e un sorriso gemello
della Gioconda, glielo dico.
- Quel sorriso enigmatico, mi ha sempre svelato un segreto con la sua muta confessione, cioè che non arriveremo mai a comprendere fino in fondo il mistero di un’altra creatura, né tanto meno il nostro. Alla fine, non avremo scoperto chi siamo, mi fanno sempre ridere quelli che partono alla scoperta di se stessi, alla fine avremo scoperto, forse, in quanti siamo.
- So, conosco e capisco il senso di essere molti e non solo una. I bambini, i giovani e gli adulti che siamo stati, stanno dentro di noi che siamo le matrioske. E di ogni nostra versione nelle età della vita, custodiamo quella che Tabucchi chiamava la confederazione di anime:
“Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé,
staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta
un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il
dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di
varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una
confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone. Il dottor
Cardoso fece una piccola pausa e poi continuò: quella che viene chiamata la
norma, o il nostro essere, o la normalità, è solo un risultato, non una
premessa, e dipende dal controllo di un io egemone che si è imposto sulla
confederazione delle nostre anime; nel caso che sorga un altro io, più forte e
più potente, codesto io spodesta l'io egemone e ne prende il posto, passando a
dirigere la coorte delle anime, meglio la confederazione, e la preminenza si
mantiene fino a quando non viene spodestato a sua volta da un altro io egemone,
per un attacco diretto o per una paziente erosione”.
- Dimmi allora, Caterina, chi è il tuo io egemone in questa fase della tua vita? Mi chiede Roxanne.
- È la bambina che voleva entrare in convento per copiare i libri, lei
che sta bene chiusa in casa e respira la polvere dei libri, il loro odore
antico come fosse un profumo raffinato. È sempre lei che tiene legato in vita
il mazzo di chiavi che apre le mie porte, lei che ha determinato le mie scelte.
E il tuo mia cara Badessa?
- È complicato, perché è almeno una coppia che mi strattona qua e là. La donna meditativa accompagnerà Luis al convento e resterà con lui per qualche tempo. Ma sento già la sedicenne avventurosa strattonarmi perché vuole andare a Parigi e ci andrà, così so già che partirò per un lungo viaggio, ma non verso Parigi, ma verso Oriente, alla ricerca delle tracce della mia famiglia russa.
Crediamo, per usanze, convinzioni ereditate, il corpo che si annoda su se stesso, la società che ci guarda male, che la vecchiaia sia il momento della resa, del ripiego, della quieta attesa del trapasso. E, invece, le forze vitali esplodono e se usciamo dalla cerchia dello sguardo di chi ci vede solo come una generazione e non un individuo, noi siamo pieni di energia, di vita e di progetti, di eternità che incarniamo giorno dopo giorno. In fondo, il pulviscolo dell’universo non è forse fatto dai nostri sogni e dai nostri desideri?
Due ombre sul confine del giorno
Ho cercato lo stupore in ogni parola,
è questo il mio senso della vita, non
altro. La memoria è stata la mia
feroce compagna e la notte la mia
casa. Sul suo confine un giorno
ti ho incontrata e solo le stelle e
i cani sono stati testimoni del
miracolo di un’alba dove la tua
ombra camminava accanto alla mia.
Luis ci ha recitato un’altra poesia, abbiamo continuato a parlare sino
alla fine del mattino, ma ora è arrivato il momento di accompagnarlo a Colorno.
Con me e le sacerdotesse viene anche David il poeta. A Colorno deve chiudere il
cerchio di una giornata mancata, di una poesia che è rimasta ferma nella sua
matita.
Partiamo, camminiamo a piedi, ci lasciamo avvolgere dalla nebbia leggera del bosco e poi arriviamo alla porta e il convento è davanti noi, rosso di mattoni e splendente nel sole.
Questa Cronaca dell’ottavo giorno del mese di agosto dell’anno senza
Carnevale è un viaggio pluriennale condensato in pochi minuti. Pessoa è venuto
a fare visita a Borges. Li rincontreremo al convento di Colorno insieme alle
due sacerdotesse e al poeta David. Per quanto riluttante la narratrice deve
tornare indietro nella città silenziosa e continuare a scrivere.
Anche le poesie di oggi, attribuite a Borges, sono opera mia.
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