lunedì 27 luglio 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/141: sono le tue mani che mi tengono aggrappata al mondo


Ascolto questo giorno nuovo che mi sussurra i suoi progetti e, soprattutto, i suoi segreti.

Non ho scelto di essere un lunedì, avrei preferito essere un venerdì o un sabato, ma sono un lunedì, il giorno che tutti detestano. Perché sono il primo giorno della settimana, per la maggior parte delle persone sono ancora il primo giorno di lavoro, dietro di me ci sono venerdì, sabato e domenica, i giorni felici della settimana.

Mi fermo con lui, questo giorno nuovo, a contemplare l’alba. Non c’è niente di meglio che alzarsi molto presto per godere delle ore azzurre e silenziose, le ore delle promesse e dei progetti.

Restiamo per un po’ in giardino e quando la luce vira sul rosa, decidiamo di scendere in spiaggia e vediamo i delfini che saltano e si divertono mentre le tre sorelle stanno già facendo il bagno. Non mi fermo a pensare se il giorno nuovo potrà tuffarsi con me. Mi libero velocemente del mio caftano ed entro nell’acqua fresca. Rabbrividisco e mi tuffo subito, seguo il respiro e le mie bracciate diventano morbide e in poco tempo raggiungo i delfini. Avete mai fatto il bagno in compagnia di un delfino? È un’esperienza senza pari, perché sono animali giocherelloni e amano la compagnia di noi umani. Vorrei poter saltare dentro e fuori dall’acqua come loro, ma mi basta essere trascinata per un po’ avanti e indietro. Ho dimenticato tutto, tutti i pensieri si sono assopiti come rondini nel nido, solo la memoria dell’acqua e delle onde è rimasta con me.


Sono le tue mani che mi tengono aggrappata al mondo


Anche nelle onde è rimasta
ferma l’ombra del tuo pensiero,
lo riconosco mentre nuota tra alghe
e delfini, ma più ancora è la forma
del tuo corpo che accompagna questo
moto obliquo del mare. Dove hai
vissuto sono rimaste anche le tue
impronte e io sento respirare ancora
il giardino che ti chiama e il mare
che ti invita. Arriverò in tempo per
stare con te? Sono le tue mani che
mi tengono aggrappata al mondo.


Quando torno a riva il giorno-bambino è diventato giorno-adolescente e mi ha messo il broncio. Così gli chiedo cosa vuole fare e lui mi dice “niente”, sono qui solo per guardare il mare e non dimenticare che sono pur sempre un lunedì.

Lasciamo passare le ore del mattino e a pranzo vado con un uomo con i capelli scuri e la barba verso casa. Tutti gli abitanti sono in giro e così prepariamo un pasto semplice a base di olive e formaggio di capra. Beviamo l’acqua della fonte che sgorga nel giardino, lunedì mi racconta molte cose che di lunedì sono accadute. Perché ogni giorno nuovo che nasce ha memoria di tutti quelli che lo hanno preceduto e memoria di ogni mese e di ogni anno, di tutti quei segnalibri dell’enciclopedia dell’universo che sono gli avvenimenti umani e quel che ne abbiamo fatto con i racconti.

Nel pomeriggio ci sdraiamo nel prato a guardare le nuvole, anche i lunedì amano contemplare le nuvole, anzi – mi dice – “Io colleziono nuvole”. Così mettiamo a confronto le nostre collezioni e gli chiedo di scambiare qualche nuvola che arriva dal mare lontano con le nuvole che vagano sulla città silenziosa il lunedì mattina.

Ora, le ore rimaste si stirano pigre come gatti e vanno incontro al tramonto. Sarà sera e poi notte e lunedì si ritirerà nella tasca del tempo dove riposerà per sei giorni prima di tornare.


Come arrivano i desideri leggeri e le speranze luminose

Secondi, minuti e ore,
un giorno dietro l’altro,
una settimana e poi
un mese, dodici mesi
e un altro anno è
andato e non tornerà.
Il tempo è questo giardino
che ci accoglie e ripone
con noi i desideri leggeri e
le speranze luminose. È
ancora estate e le promesse
cantano in lingue sconosciute.


Non abbiamo bisogno di altre parole ora, stasera ci riposiamo nel silenzio e nell’ombra delle stelle che sorgono a Occidente.


Le poesie e il titolo di questa Cronaca 141 sono stati scritti appositamente nell’ultimo lunedì di Luglio dell’anno senza Carnevale.

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