giovedì 16 luglio 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/130: ama il tuo desiderio, ama il sogno verde e azzurro d’eternità


Il messaggero arriva e riparte subito, ha lasciato tre cartoline postali che mi ha chiesto di consegnare ai mittenti e non ai destinatari che sono tutti presenti.

La prima cartolina è della sacerdotessa che si firma Héloïse, il destinatario è François, il suo sapiente guerriero.

“Cosa posso scriverti della costa di granito rosa? Gli occhi restano abbagliati da quel colore che risplende sotto il sole e sembra implorare il cielo di scendere, di scendere fino al mare e di mutare”.

Héloïse è un nome che le si addice, lo porta come una corona, lo esibisce.

La seconda cartolina l’ho scritta io a un’amica perduta nel tempo.

“La prima volta che ho visto Parigi non è stato con te. Di quel viaggio ricordo ogni istante. Quel che mi ha colpito più di qualunque altra cosa è stata la Senna, un fiume maestoso che ha imposto alla città la forma che noi amiamo. Ma forse è stato solo l’effetto del primo sguardo”.

La terza cartolina è della regina Margot, il destinatario è il re di cui ancora non conosciamo il nome.

“Mi sono persa nei tuoi occhi e mi sono ritrovata tra le tue braccia mio amato. Torna presto dalla tua regina che ti adora”.


Non capiamo il senso di questi frammenti di passato che ci vengono restituiti, soprattutto perché siamo tutti qui. E perché oggi siamo pigri e solo i lupi hanno voglia di correre.

La pigrizia d’estate è una cosa normale? Lo è sempre d’estate, il tempo rallenta con noi e i sogni si impadroniscono di buona parte della nostra vita.

I profumi si mescolano, limone, menta, rosmarino, cocco, anguria.

L’estate è forse ancor più che la primavera una stagione di profumi.

Sono i profumi che trattengono la stagione sino all’ultimo istante di luce.

Sono le cicale e il mirto a segnare il tempo, i grilli e le rose a lasciarci andare.

Il mare ci chiama, non ci sono altri perché, non ci sono ragioni, domande e risposte.



L’angolo tra il tuo passo e la mia invocazione


Il mare è sempre oltre i binari,
devi attraversarli se vuoi
togliere le tue scarpe dalle
suole di vento e sciogliere
la sabbia tra le dita e il treno
passa dove il tuo sogno si
è formato e porta passeggeri
e porta desideri nella stessa
forma.
Ama il tuo desiderio, dice
la rondine sfrecciando, non
costruire il nido dove è già
stato distrutto. Ma attraversa
i binari, scansa il treno e
custodisci l’angolo tra il tuo
passo e la mia invocazione.
Scendi a sud e non voltarti a
guardare le spalle di chi è
partito, le voci perse nel vento
di chi ha già scelto di andare.



Ecco, ora possiamo addormentarci e sognare tutti lo stesso sogno verde e azzurro, di mare e di cielo, di eternità.



La poesia è tratta dalla mia ultima raccolta Un’estate invincibile, Atì editore 2019

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