Il
messaggero arriva e riparte subito, ha lasciato tre cartoline postali che mi ha
chiesto di consegnare ai mittenti e non ai destinatari che sono tutti presenti.
La
prima cartolina è della sacerdotessa che si firma Héloïse, il destinatario è François,
il suo sapiente guerriero.
“Cosa
posso scriverti della costa di granito rosa? Gli occhi restano abbagliati da
quel colore che risplende sotto il sole e sembra implorare il cielo di
scendere, di scendere fino al mare e di mutare”.
Héloïse
è un nome che le si addice, lo porta come una corona, lo esibisce.
La
seconda cartolina l’ho scritta io a un’amica perduta nel tempo.
“La
prima volta che ho visto Parigi non è stato con te. Di quel viaggio ricordo
ogni istante. Quel che mi ha colpito più di qualunque altra cosa è stata la
Senna, un fiume maestoso che ha imposto alla città la forma che noi amiamo. Ma
forse è stato solo l’effetto del primo sguardo”.
La
terza cartolina è della regina Margot, il destinatario è il re di cui ancora
non conosciamo il nome.
“Mi
sono persa nei tuoi occhi e mi sono ritrovata tra le tue braccia mio amato.
Torna presto dalla tua regina che ti adora”.
Non
capiamo il senso di questi frammenti di passato che ci vengono restituiti,
soprattutto perché siamo tutti qui. E perché oggi siamo pigri e solo i lupi
hanno voglia di correre.
La
pigrizia d’estate è una cosa normale? Lo è sempre d’estate, il tempo rallenta
con noi e i sogni si impadroniscono di buona parte della nostra vita.
I
profumi si mescolano, limone, menta, rosmarino, cocco, anguria.
L’estate
è forse ancor più che la primavera una stagione di profumi.
Sono i
profumi che trattengono la stagione sino all’ultimo istante di luce.
Sono le
cicale e il mirto a segnare il tempo, i grilli e le rose a lasciarci andare.
Il mare
ci chiama, non ci sono altri perché, non ci sono ragioni, domande e risposte.
L’angolo tra il tuo passo e la mia invocazione
Il mare
è sempre oltre i binari,
devi
attraversarli se vuoi
togliere
le tue scarpe dalle
suole
di vento e sciogliere
la
sabbia tra le dita e il treno
passa
dove il tuo sogno si
è
formato e porta passeggeri
e porta
desideri nella stessa
forma.
Ama il
tuo desiderio, dice
la
rondine sfrecciando, non
costruire
il nido dove è già
stato
distrutto. Ma attraversa
i
binari, scansa il treno e
custodisci
l’angolo tra il tuo
passo e
la mia invocazione.
Scendi
a sud e non voltarti a
guardare
le spalle di chi è
partito,
le voci perse nel vento
di chi
ha già scelto di andare.
Ecco, ora possiamo addormentarci e sognare tutti lo stesso sogno verde e
azzurro, di mare e di cielo, di eternità.
La poesia è tratta dalla mia ultima raccolta Un’estate invincibile, Atì editore 2019
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