Oggi è giorno di bilanci. Inizio con le nuvole, quante sono ferme nel
cielo e quante sono già partite? Quante ne potrò tenere ferme nella pupilla e
quante in una fotografia?
Con la pioggia è meno facile contare. Ci sono le gocce cadute a terra e
quelle cadute in mare. Ci sono le gocce sospese nella nuvola e quelle che ti
hanno bagnato i capelli. Inizio a contare da uno in avanti, ma dall’altro i
numeri negativi mi ricordano tutte le gocce che ho smarrito strada facendo.
Il melograno e i suoi chicchi vanno contati con Persefone, da lei dipende
il ritorno della bella stagione. Il problema è che contiamo e mangiamo e quindi
molti chicchi non sono più visibili ma devono rientrare nel computo finale.
Il vento lo contiamo per refoli e raffiche, per foglie strappate, per
fogli girovaghi, per gli abiti sollevati e per tutte le onde del mare.
Gli alberi del giardino sono semplici da contare, per ogni albero che
abbiamo qui, ce n’è uno uguale nella città silenziosa.
Gli alberi sono isole nel vasto flusso del tempo. Contiamo le foglie,
contiamo le radici. E il nostro tempo, comunque, non sarà bastato per arrivare
a un numero definito.
Contiamo le api dentro e fuori dall’alveare, contiamo il miele come se
fosse solida ogni stilla e la rugiada ci aiuta a trovare la giusta dimensione.
Se la regina è solo una non sappiamo quante sono le operaie, quanti i fuchi e
quante le pupe.
Meno semplice è contare la luce, in che unità di misura procediamo? In
lunghezza, altezza, spessore, peso, luminosità? La contiamo in secondi e il
metodo funziona perché gli istanti in cui i tuoi occhi brillano, i secondi
diventano frammenti di eternità.
Ma per quanto continuiamo a contare, sappiamo che non finiremo mai, che
avremo sempre dimenticato qualcosa.
In fondo al cortile
Un tiglio dimenticato
Profuma le api
Bisogna contare non solo il singolo oggetto, cosa, persona, animale,
situazione e azione. Bisogna contare le relazioni e la loro assenza, ciascuno e
la sua ombra, il silenzio dietro ogni parola.
Sarà un lavoro lungo, è certo, ma l’estate è iniziata da poco.
Dans le fond de la cour
Un tilleul oublié
Parfume les abeilles
Il titolo di questa Cronaca 136 è una breve poesia di Anne Perrier
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