martedì 21 luglio 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/135: in cerca di un più luminoso silenzio


Da sempre mi piace immaginare cosa accade nei nostri luoghi abituali durante le nostre assenze.

Da bambina immaginavo i giocattoli animarsi e vivere una vita diversa da quella cui noi, piccoli umani, li costringevamo.

E i libri? Cosa fanno i nostri libri quando noi siamo assenti? Ho sempre immaginato grandi e risolutive conversazioni tra scrittori e poeti, ma anche tra i personaggi.

La considerazione di tutto questo immaginare è il momento in cui capiamo che il mondo e le cose esistono e continuano a esistere anche senza di noi.

E questa è una grande consolazione. Perché voglio bene al mio giardino e ai miei libri, non solo alle persone che amo.

Così sono rimasta in disparte tutto il giorno, un giorno di grande calura, forse la prima giornata davvero calda di questa estate molto diversa da tutte le estati che l’hanno preceduta.


Niente irriga il tronco, la pietra non spreca niente.
La parola non lastricherebbe il pantano,
e così danzi in cerca di un più luminoso silenzio.
Luce tronca onda, affonda, mimetizza –
il vento schiocca, è saetta.
Ti dò nome deserto.


I muretti a secco che dividono gli uliveti gemono nel vento, il raccolto sarà buono quest’anno. Sarà buona anche la vendemmia e il grano ha dato farina morbida e nutriente.
Nel fiume nuotano migliaia di pesci che vanno e vengono dal mare, basta immergere le mani e pescare il necessario.

Nessuna nuvola porta il nostro nome, nessun vento ci sta chiamando. Siamo invisibili nell’aria della sera, come i pesci andiamo e veniamo dal fiume al mare, ebbri di sale e di mirto.

Abbiamo bisogno di un’isola per vivere appieno questa estate, andrò a cercarla, la immaginerò, chiederò ai miei amici e alle mie amiche.

Avremo presto l’isola nel cerchio del nostro orizzonte, nell’angolo del nostro occhio.

Vado in spiaggia da sola mentre gli altri tornano verso casa, devo iniziare a disegnare quel profilo poco mosso, solo poche alture, molte spiagge, il lato settentrionale alto a proteggerla dai venti.

Domani o dopo domani avrà un nome la nostra isola e andremo a scoprire cosa nasce dall’incontro fecondo tra il suo silenzio e le nostre parole.


La poesia senza titolo è di Paul Auster, tratta dalla raccolta Affrontare la musica, traduzione di Massimo Bocchiola, Einaudi 2006

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