sabato 11 luglio 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/125: l’amore, due sillabe della stessa parola


Il mio vagabondare tra la città silenziosa, è sabato, e la terra delle Montagne della Nebbia, continua giorno dopo giorno. È una mattina bellissima di sole e vento, gli abitanti sono già arrivati per continuare a leggere e ad ascoltare le poesie per il giardino. È un’altra delle tre sorelle, vestita con un abito color zafferano, ad alzarsi per prima.


Un cuore contiene tutte le stelle e questo giardino

Mi sono chiesta spesso come
il nostro cuore, così piccolo,
possa contenere tutto intero il cielo,
le nuvole, le stelle, questo giardino.

Poi mi guardo allo specchio e
vedo la chioma di Berenice che
mi adorna il collo e risplende, non
mi serve altro e sorrido.

Mio cuore così affollato, non
dimenticare mai il giardino e
il croco giallo che cinguetta con
i nuovi nati nel cortile dietro casa.

La vigna ancora non rosseggia e
l’acino ozia nel colmo del sole, lo
guardano le stelle e decidono di
scendere per assaggiare il suo sapore.



Il sapiente guerriero non indossa i soliti vestiti oggi, niente abiti di fogge antiche, niente mantello, niente armatura. Ha una camicia e dei pantaloni di lino color avorio, è rilassato e sorride come mai l’ho visto fare. È il suo turno di alzarsi e leggere, la sacerdotessa lo guarda con occhi colmi di ammirazione.



La dolcezza della prossima fioritura

Possa questo giardino accogliere
i frutti del tuo desiderio e del tuo
pensiero, così che non solo le nostre
bocche ma anche i nostri cuori siano
colmi di nutrimento e sapere. Prospera
questo giardino, che arriva da un sogno
coniugato al passato, solo chi ama il
tempo futuro può credere nella prossima
fioritura e nella dolcezza del frutto che
sarà maturo.



Mentre commentiamo questa nuova poesia, un lato del cielo si oscura all'improvviso, così ci prepariamo a rifugiarci in casa. Il vasto salone si riempie in un attimo e noi siamo come le nuvole che ci hanno preceduto. Dal centro della stanza, mi sposto verso le finestre perché il cielo scuro mi faccia da fondale e il mio abito bianco spicchi contro l’orizzonte, leggo, leggo anche se forse c’erano altri che erano pronti a farlo.



l’amore, due sillabe della stessa parola

Ho chiesto al giardino di svelarmi
il suo segreto, ma mi hanno risposto
solo le api, così ho dovuto tradurre
il gusto di ogni fiore prima ancora
del loro ronzio. Ho insistito con il
melograno, ma in bilico tra il vento
e la rosa, mi ha lasciato con
tutte le mie domande intatte.
Poi un coro si è alzato dal prato
che pareva dormire, ogni voce
ripeteva quel che ancora non
avevo capito: due sillabe di una
stessa parola, questo è l’amore.


Ora si sente solo la tempesta che si avvicina, la pioggia è feroce in questo momento, sembra gridare. Poi si placa e le gocce scivolano sulle foglie del fico. Piano piano gli uccellini ricominciano a cantare. Prepariamo la tavola in veranda, aspettando che il prato sia asciutto. Ma io non voglio aspettare, tolgo i sandali e a piedi nudi vado nell'orto, raccolgo i pomodori maturi, il basilico, qualche cetriolo. Tutta questa bellezza sparirà, muterà forma, sarà nutrimento per le poesie e le tempeste che verranno nei giorni futuri.


La Cronaca 125 nasce con una tempesta e tre nuove poesie scritte nel giardino della mia immaginazione. Poi la pioggia è arrivata davvero e tutti i mondi sono diventati un mondo solo.

Nessun commento: