Sono giorni che mi sveglio sempre prima della sveglia e prestissimo esco a godermi il silenzio della città, questa solitudine urbana che mi canta intorno come un intero coro di stelle o di folletti. Dopo la passeggiata sono andata in giro per commissioni con fratello e cognata e siamo andati a Baggio vecchia a fare la spesa da un fruttivendolo strepitoso che mi incanta ogni volta che ci vado. Ho fatto scorta di frutta e verdura per tutta la prossima settimana e comprato anche qualche delizia di fine stagione come le cime di rapa che ho deciso di fare fritte con olio evo e peperoncino rosso piccante, una delle ricette apprese da mia madre. È stata una giornata molto impegnativa, non di riposo, passata a selezionare oggetti, vestiti e libri. che sembra si moltiplichino da una volta all’altra. Sì è proprio così, le cose si moltiplicano per partenogenesi, non c’è nessun bisogno che le riproduciamo noi. Sono molto stanca, però è stato bello girare per le vie deserte e respirare quell’atmosfera che si trova solo nei vecchi quartiere di Milano, nei quartieri che un tempo erano comuni autonomi dalla grande città.
Il canto del città
di sabato mattina
Vorrei comprendere in
quale lingua canta questa
mia città, ma non è una
lingua umana, così posso
solo immaginare e poi
cantare a squarciagola
la gioia semplice di essere
qui di essere viva, di
respirare, di camminare
e guardare la bellezza
umana che mi circonda.
Non c’è niente da fare, quando penso alla mia città
divento sempre sentimentale e non riesco a non pensare com’era bello quando si
tornava dalle lunghe vacanze estive e la pianura Padana ci accoglieva con la
sua coltre di nebbiolina e smog, con l’odore della benzina nei distributori
sull’autostrada, con la frenesia del casello di Melegnano e il cappuccino dell’ultimo
Autogrill.
Forse è vero che apparteniamo soltanto al paesaggio della
nostra infanzia, ai suoi colori, ai suoi odori. Tutti gli altri paesaggi li impariamo
per comparazione e differenze.
Oggi è sabato 23 aprile del terzo anno senza Carnevale e
del primo anno di guerra e questa Cronaca 776 ancora gironzola per le viette di
Baggio vecchia.
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