martedì 5 aprile 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/758. Nel ghirigoro della rondine una tempesta s’informa, un giardino si costruisce

 


 

 

Continuo a scrutare il cielo alla ricerca delle rondini, ma non sono ancora tornate. È una primavera troppo fredda e dolorosa. Saranno partite dalla loro casa d’Africa? Dove si saranno fermate in attesa di annusare l’aria e sentire che è calda abbastanza per accogliere il ritorno? Non ci sono rondini nel cielo e la sua trama è quella di un foglio ancora intonso, di una pagina senza scrittore e senza ispirazione. Non solo il cielo è in attesa delle rondini, perché sono le rondini che lo scrivono e lo rendono vero, una verità che è concessa anche alle nuvole e a nessun altro. Qui sulla terra anche il giardino attende il ritorno delle rondini per essere certo di non sbagliare il tempo della fioritura. Senza rondini l’incertezza è immensa e pochi fiori osano sfidare il gelo per saggiare l’aria fresca e il sole. La maggior parte dei fiori e delle foglie se ne sta ancora ben chiusa nel bozzolo, e aspetta. Anche noi aspettiamo, rinchiusi nel nostro bozzolo da due anni di pandemia e da queste prime settimane di guerra. È così gelido e respingente il mondo, perché arrendersi e sbocciare? Non è possibile restare a dormire ancora un po’? Non è possibile scampare al gelo? Finite le oziose domande che si affastellano nella mia mente, metto il muso fuori dalla mia tana. Niente, è proprio freddo, le rondini non ci sono, ma i ranuncoli e le azalee trapiantati da pochi giorni splendono anche nella luce fredda di questo giorno. Lascio allora che sia il giardino a decidere la sua stessa fioritura, lascio che le cose accadano, aspetto, leggo René Char. Anche oggi il titolo di questa Cronaca 758 appartiene ai suoi versi. Oggi, cioè martedì 5 aprile del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra. Anche la Cronaca se ne sta al riparo, in forma di bozzolo.

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