Anche oggi sono stata indaffarata con i soliti infiniti e
sfibranti lavori di selezione di oggetti, libri e vestiti, così anche oggi non
sono riuscita a partecipare al laboratorio con Fiammetta sul sublime
contemporaneo. Cercherò di recuperare con le registrazioni, anche se non è mai
la stessa cosa. Sto scrivendo qualcosa in merito al mio giardino ideale, un
giardino che è fatto dei giardini che ho amato o anche solo immaginato, come il
giardino che circonda la Casa delle Parole nella terra delle Montagne della
Nebbia che, purtroppo, non frequento tanto spesso come durante il primo anno
della Cronache, durante l’eterno lockdown, quando pensavamo che sarebbero
bastate quelle poche settimane chiusi in casa per debellare il maledetto virus
che ci aveva presi di sprovvista poche settimane prima e che ancora impazza per
il mondo. Ormai è certo che la variante Omicron, nelle sue svariate
manifestazioni oltrepassa la barriera anche della tripla vaccinazione. Sono sempre
più amici e conoscenti che si chiudono in casa perché scoprono di essere
positivi anche con sintomi molto lievi, febbriciattola, raffreddore, un po’ di
ossa rotte. Tra i contagiati che sono sempre nell’ordine delle decine di
migliaia, spicca il numero dei morti che si aggira più o meno, ogni giorno,
intorno ai duecento. Intanto, mentre la Cina segrega milioni e milioni di
persone a Shangai e Pechino, nel resto del mondo le misure di prevenzione e
contenimento vengono via via revocate. Lasciando così orfani di argomentazioni
i no-vax nostrani che in moltissimi giustificano ora l’invasione dell’Ucraina e
in ancor di più hanno trovato in questa guerra una fonte di ispirazione per una
nuova battaglia anti-governativa, anti-sistema, anti-tutto. Sarebbe interessante
andare a vedere le reali motivazioni di ciascuno, a capire quali siano le
ragioni profonde di queste prese di posizione estreme. Forse un giorno lo
faranno psicologi, psichiatri e storici, oggi dobbiamo fare ipotesi basate
sulla conoscenza diretta di alcuni di questi individui. Avrei cose da scrivere su
alcuni amici perduti nei loro deliri complottisti e no-vax, così qualcosa la
scrivo, a futura memoria. Di una di loro so che appoggia l’operazione speciale
del dittatore russo. Ma che tristezza mi fanno queste persone che pure, in un
tempo lontano, erano amici e amiche con cui ho condiviso molto. Erano diversi
quando eravamo giovani? Erano più razionali? L’unica cosa che mi sento di dire
è che si tratta di persone irrisolte che nella vita non hanno trovato, almeno
da giovani, un reale interesse, una passione da coltivare e che quando sono
stati illuminati dalla pandemia, magicamente hanno capito tutto del grande
complotto in corso contro l’umanità di cui noi poveri sciocchi siamo vittime e
neanche ce ne accorgiamo. Eppure sono certa che si tratti di persone che amano
leggere, alla signora ho regalato decine di libri quando eravamo giovani e poi
quando ha pubblicato lei il suo primo libro per mandarmelo mi ha chiesto il
prezzo di copertina più le spese di spedizione, l’altro amico è anche laureato,
ma insegue da anni teorie e corsi delle più esoteriche discipline che ho fatto
sempre più fatica a seguirlo nelle sue peregrinazioni. E ricordo anche che da
giovani erano di sinistra e uno discendente di un ombroso partigiano di cui
credo di non avere mai sentito la voce quando andavo a casa loro a studiare. Ecco,
il mondo è diventato come se lo specchio di Alice si fosse rovesciato da questa
parte, perché tutto è scombussolato e i punti fermi sono pochi, le informazioni
arrivano a ondate e ci lasciano storditi e spaventati, con la bocca e il naso
pieni di acqua e sale. Ma non siamo ancora affogati, meglio tenersi un po’ alla
larga dalla riva e andare a pescare nei laghi interni del pensiero e dei libri.
Un ultimo pensiero lo dedico alla mia amica del cuore
dell’adolescenza: oggi avrebbe compiuto un altro decennio tondo. Cara Antonia
ti penso con affetto e nostalgia per quei pomeriggi trascorsi a raccontarci i
nostri sogni e a imbastire racconti epici con protagonisti i due fratelli di
cui eravamo cotte all’epoca.
Oggi è domenica 24 aprile del terzo anno senza Carnevale
e del primo anno di guerra e questa Cronaca 777 continua a girare e rigirare lo
specchio, cercando il verso giusto.
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