Oggi è Pasqua, e la Cronaca sarà questa poesia che ho scritto per gli amici e le amiche di Philo. Una poesia che ho iniziato a scrivere domenica scorsa e che mi è passata tra le dita come un rosario, che ho sussurrato prima a me stessa come una preghiera, che ho accarezzato come una meditazione. Che ho scritto in bilico sul mio tavolo come una pratica intrecciata alla filosofia.
Trittico degli
alberi e della pace
Milano 9-16 aprile 2022
Primo movimento
Gli alberi hanno un amico:
il vento che soffia gentile e
porta le voci tra i rami e
scompiglia ogni foglia che
nasce e accompagna ogni
foglia che cade. È una danza
la caduta, un movimento
gentile che apre alla trasformazione.
La foglia sarà terra, la pioggia
sarà linfa, la luce sarà colore.
Gli alberi hanno un nemico:
il vento che soffia impietoso
e strappa i nidi e i rami,
divelle le radici, scortica
la corteccia e cieco continua
la corsa da lupo inferocito.
Dopo la furia resta il silenzio,
gli alberi coricati sul fianco,
la grande quercia rossa piegata
nel cuore della città vecchia.
Il vento è tempo che reclama
il prezzo della vita.
Secondo movimento
Ogni albero è figlio del
caso, ogni albero è figlio
dell’intenzione. Chi ha
piantato il seme, chi
innestato la talea? Non
crescono frutti dove
l’esperienza non è intervenuta
a insegnare il gesto appropriato.
Le generazioni consegnano alle
generazioni la sapienza dei
semi e delle mani, noi impariamo.
Ogni albero è padre della
tempesta, ogni albero è
madre della notte. I rami
sono il setaccio del desiderio,
ci insegnano a scrivere nel
cielo, ci insegnano a
disimparare ogni regola
conosciuta. Perché l’alfabeto
dei cieli è nelle nuvole e
va appreso a ogni cambio
di vento e di luce.
Terzo movimento
Abbiamo camminato in
una città spoglia e
addormentata, abbiamo
cercato la giusta andatura,
i passi per dire pace, il silenzio
per dare vita alla pace,
una pace occidentale fatta
di intenzioni e pochi gesti.
Così ho imparato che
la via misteriosa che mi
porta nel luogo della condivisione,
nasconde una via parallela, di
affacci e cortili su una campagna
che conosce la pace dei decenni.
Ho guardato gli alberi e ho compreso
che la pace è loro amica, che
nella pace gli alberi sfidano
il cielo e i suoi significati.
Siamo ritornati dalla
quiete della campagna nascosta
dopo avere chiuso un cerchio.
I nostri pensieri erano grappoli
rimasti appesi negli alberi
pacificati della domenica mattina.
Non conoscono questi alberi
il clamore dei razzi e delle
bombe, non conoscono
i tronchi anneriti, le foglie
bruciate, i nidi sconvolti
e il silenzio dove nessun
uccello tornerà a cantare.
La guerra è nemica anche
degli alberi, di ogni ombra
e della sua luce. Ma restano
i pensieri buoni, le intenzioni
e quel salto verso l’infinito
altrove che cerchiamo sempre
insieme, ancora, insieme.
Oggi è domenica 17 aprile del terzo anno senza Carnevale
e del primo anno di guerra e questa Cronaca 770 è più silenziosa e più poetica
del solito.
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