domenica 17 aprile 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/770. Come una preghiera, una meditazione e una pratica

 

 


 

Oggi è Pasqua, e la Cronaca sarà questa poesia che ho scritto per gli amici e le amiche di Philo. Una poesia che ho iniziato a scrivere domenica scorsa e che mi è passata tra le dita come un rosario, che ho sussurrato prima a me stessa come una preghiera, che ho accarezzato come una meditazione. Che ho scritto in bilico sul mio tavolo come una pratica intrecciata alla filosofia.

 

Trittico degli alberi e della pace

 

Milano 9-16 aprile 2022


Primo movimento

 

Gli alberi hanno un amico:

il vento che soffia gentile e

porta le voci tra i rami e

scompiglia ogni foglia che

nasce e accompagna ogni

foglia che cade. È una danza

la caduta, un movimento

gentile che apre alla trasformazione.

La foglia sarà terra, la pioggia

sarà linfa, la luce sarà colore.

 

Gli alberi hanno un nemico:

il vento che soffia impietoso

e strappa i nidi e i rami,

divelle le radici, scortica

la corteccia e cieco continua

la corsa da lupo inferocito.

Dopo la furia resta il silenzio,

gli alberi coricati sul fianco,

la grande quercia rossa piegata

nel cuore della città vecchia.

Il vento è tempo che reclama

il prezzo della vita.

 

Secondo movimento


Ogni albero è figlio del

caso, ogni albero è figlio

dell’intenzione. Chi ha

piantato il seme, chi

innestato la talea? Non

crescono frutti dove

l’esperienza non è intervenuta

a insegnare il gesto appropriato.

Le generazioni consegnano alle

generazioni la sapienza dei

semi e delle mani, noi impariamo.

 

Ogni albero è padre della

tempesta, ogni albero è

madre della notte. I rami

sono il setaccio del desiderio,

ci insegnano a scrivere nel

cielo, ci insegnano a

disimparare ogni regola

conosciuta. Perché l’alfabeto

dei cieli è nelle nuvole e

va appreso a ogni cambio

di vento e di luce.

 

Terzo movimento


Abbiamo camminato in

una città spoglia e

addormentata, abbiamo

cercato la giusta andatura,

i passi per dire pace, il silenzio

per dare vita alla pace,

una pace occidentale fatta

di intenzioni e pochi gesti.

Così ho imparato che

la via misteriosa che mi

porta nel luogo della condivisione,

nasconde una via parallela, di

affacci e cortili su una campagna

che conosce la pace dei decenni.

Ho guardato gli alberi e ho compreso

che la pace è loro amica, che

nella pace gli alberi sfidano

il cielo e i suoi significati.


Siamo ritornati dalla

quiete della campagna nascosta

dopo avere chiuso un cerchio.

I nostri pensieri erano grappoli

rimasti appesi negli alberi

pacificati della domenica mattina.

Non conoscono questi alberi

il clamore dei razzi e delle

bombe, non conoscono

i tronchi anneriti, le foglie

bruciate, i nidi sconvolti

e il silenzio dove nessun

uccello tornerà a cantare.

La guerra è nemica anche

degli alberi, di ogni ombra

e della sua luce. Ma restano

i pensieri buoni, le intenzioni

e quel salto verso l’infinito

altrove che cerchiamo sempre

insieme, ancora, insieme. 

 

 

Oggi è domenica 17 aprile del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra e questa Cronaca 770 è più silenziosa e più poetica del solito.

Nessun commento: