sabato 2 aprile 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/755. Non cercare i confini del mare. Sono già in te.

 


 Credo proprio che aprile sarà accompagnato quasi ogni giorno dai versi di Char, anche oggi li ho scelti come titolo della nuova Cronaca. In attesa di andarci davvero al mare, mi impegno per parecchio tempo a immaginare il mare, a disegnarne quei confini che il poeta mi dice essere già in me. Ed è vero che il mare esiste in me, esistono onde che io sola ho visto e ascoltato, esistono le sfumatura dei colori che rispecchiano il colore del cielo. Esiste in me il Mar Ligure, da Sestri Levante e alla Baia del Silenzio, uno dei luoghi che più amo al mondo, al mare delle Cinque Terre, l’ha prima volta che l’ho visto e ci ho fatto il bagno nell’estate del 1983. Potrei scrivere a lungo anche del Mar Jonio nella zona di Sibari e del Tirreno, in Calabria, in Basilicata, in Campania e in Toscana, in particolare del mare intorno all’Isola d’Elba. E come non tornare al Tirreno e alla bellezza della costa palermitana, al Mar di Sicilia e a Lampedusa? Come non parlare dei mari di Grecia e di Spagna?, E come potrei dimenticarmi del Mare Adriatico, giù da Trieste, passando dalla Romagna e dalle Marche, sino alla punta estrema della Puglia? No che non mi dimentico, e più mi impegno a ricordare i mari che ho amato, più il mare interiore sconfina e si fa immenso. Immenso come gli oceani, che conosco molto meno, solo un po’ di Atlantico francese e inglese e poi americano. Ma il mio mare è un mare raccolto, che bagna terre millenarie, ricche di storia e di bellezza. Un mare che mi dà respiro e nutre la mia anima anche se non lo vedo, anche se non sono lì a guardarlo e respirarlo. Dunque esiste un mare reale, da cui vivo troppo lontana, un mare ricordato e un mare immaginato. Esiste il mare colore del vino dei poeti e il mare degli scrittori abitato da Moby Dick. Potrei continuare il mio elenco, adoro scrivere elenchi e liste, renderlo infinito. Ma mi fermo qui e torno ai versi di René Char, giusto per concludere questa Cronaca 755 di sabato 2 aprile del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra.

 

Non cercare i confini del mare.

Sono già in te.

Ti sono stati dati

in uno con la tua vita che svapora.

Il sentimento, lo sai, è figlio della materia:

ne è lo sguardo mirabilmente

vanescente.

 

 

Di che marò sarò stanotte? E di che mare mi sveglierò domattina? Non lo so, non lo sappiamo, nessuno lo sa. Per questo è bello immaginarlo.

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