È mattino, molto presto. In strada
si sentono solo gli uccellini, nessuna automobile. Apro a caso il libro degli
oracoli e leggo:
Aspetta che la luce entri nel suo regno
Comincia in un’aurora impenetrabile
e chiara il disegno del
giorno
nuovo che si alza. Nelle mani
del
misterioso architetto la
città
trova la sua forma, diversa
da
quella abitata dalla notte. Vaste
ombre lasciano gli scalini
della
scuola di fronte e reclamano
un rifugio dove potersi
riposare.
Io non so più se sono in una
pagina del libro o il libro
stesso. Mi spavento e vorrei
che la luce fosse più
veloce.
Ma è l’ombra a darmi il
tempo:
“Fermati, fermati, non
farlo,
non ancora. Aspetta che la
luce entri nel suo regno e
poi parla, dì il vero”.
Lo so, sono intrappolata nel
regno intermedio tra il sogno e la veglia e così ho passato l’intera giornata,
questo mite martedì 12 aprile del terzo anno senza Carnevale e del primo anno
di guerra.
Nessun commento:
Posta un commento