mercoledì 20 aprile 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/773. Poetica dei libri abbandonati e risorti

 

 


 

Sono uscita molto presto questa mattina, il cielo era ancora scuro e sono riuscita a vedere l’ultima stella della notte, poco prima che sorgesse la stella del mattino. Era da parecchio tempo che non mi capitava di strappare al cielo ben due stelle in così poco tempo. Durante la passeggiata sono passata accanto alla biblioteca. Qualcuno aveva lasciato un sacchetto di libri, ma non davanti al cancello, accanto a un bidone della spazzatura. Forse in biblioteca gli hanno detto che ancora non accettano donazioni e lo sconosciuto, chissà perché penso sia stato un uomo, ha preferito abbandonare quel sacchetto di libri per strada anziché riportarli a casa. Mi incuriosisco sempre quando trovo libri abbandonati per strada, così mi fermo a curiosare. E mi si ferma il cuore per almeno un paio di battiti, perché sono tutti libri di poesia. Nella raccolta Parole di Antonia Pozzi, trovo una bella stella alpina perfettamente essiccata. Forse la proprietaria, sono certa che si tratti di una proprietaria perché nella prima pagina del libro c’è un elegante ex-libris con un cielo stellato e un nome – Alma -  e l’iniziale del cognome - M. -, dopo avere letto le poesie della Pozzi era andata a fare una passeggiata sopra Pasturo, nei luoghi pozziani e aveva raccolto il fiore? Il secondo volume che trovo è un Meridiano Mondadori con tutte le poesie di Attilio Bertolucci. Anche qui ci sono fiori racchiusi tra le pagine, papaveri che il tempo ha scurito, tre fiordalisi ancora azzurri, alcune foglie di quercia. Anche questi fiori sono il ricordo di una passeggiata? Il terzo libro che estraggo dal sacchetto è Notti di pace occidentale di Antonella Anedda, qui ci sono tre mazzetti di gelsomini che non hanno più né colore né profumo. Il quarto libro è il Livro de poemas di Garcia Lorca e nell’ultima pagina c’è un cuore di petali di rosa. Poi trovo il volume Sansoni con le poesie e le lettere di Emily Dickinson e tra le pagine ci sono, ben schiacciate, due spighe di grano maturo legate insieme con un nastro rosso.

 

 

Il libri ci assomigliano

 

Dopo che un libro è stato

letto non appartiene solo

a chi lo ha scritto, perché

lo sguardo del lettore ha

lasciato segni su ogni pagina

e costruito mondi e ascoltato

voci lì dove ci sono solo

parole. Per questo amo

i libri che sono stati di

qualcun altro. Perché cerco

anche quella voce ignota,

la sua gioia nel leggere,

il cerchio delle lacrime sulla

pagina, il segno della matita

che sfiora un verso prezioso,

un pensiero importante.

I libri ci assomigliano, sono

gli oggetti più umani tra

tutti gli oggetti che creiamo.

Dobbiamo averne cura, come

fossero creature vive.   

 

 

È inutile che continui la passeggiata, il sacchetto pesa, così torno a casa per continuare la pesca miracolosa nel sacchetto dei libri abbandonati. Quelli che ho già scoperto li ho tutti, così potrò regalare questi orfani a qualcuno che non li ha.

Oggi è mercoledì 20 aprile del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra e questa Cronaca 773 è un po’ scocciata perché siamo rimaste in giro troppo poco.

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