Il canto del giardino oggi è intonato a quello della città. Il rumore del traffico non disturba i cespugli e i germogli, l’acqua che zampilla nella fontana allieta anche il groviglio dei passanti che non riescono a capire da dove arrivi quel suono gradevole che associano così alla primavera e al canto delle rondini che sfrecciano nel cielo. È dipinta su ogni ramo, su ogni foglia e su ogni muro la primavera. È quella luce di tutte le cose nuove, che ci fa comprendere che davvero la primavera è arrivata, anche se l’aria è fredda e i germogli sugli alberi sembrano ali ripiegate a proteggere piccoli corpi inermi. Raccolgo le mani a coppa per raccogliere questa luce mattutina e portarla in casa con me. Perché il cielo è limpido, ma l’aria è troppo, troppo fredda per essere già oltre la metà di aprile. Non so come portare la luce tra le mani, così la lascio scivolare tra le pagine del libro che ho in borsa. Una volta arrivata a casa, sfoglio con pazienza per trovare in quale anfratto cartaceo la luce si nasconde. Pare che anche a lei piaccia il profumo della carta stampata, tanto quanto piace a me. Quando finalmente si decide a scivolare fuori dal libro, in un attimo è un zampillo e in quello successivo spicca in volo che pare un’aquila.
Non cerco risposte
già le intuisco
La luce ama gli anfratti
nei libri, occupa anche
il più piccolo pertugio
tra le sillabe e poi aspetta
che il libro venga aperto e
lei posso tornare a diffondersi.
Ma chi l’avrebbe detto che
la luce è così giocosa?
Mi scivola fuori dalle dita,
la lascio andare, me la
trovo in testa, mi scompiglia
i capelli come un vento
occidentale. È luce, mi dico,
solo luce, senza un nome
preciso, senza un itinerario.
Così arriva e si piazza sul
foglio per rendere chiaro
il pensiero e veloce ogni
parola. Ama la poesia,
la luce? O sa che la poesia
è figlia più ancora dell’ombra?
Lascio che le domande si
appendano al soffitto,
non cerco risposte, già
le intuisco.
Oggi è martedì 19 aprile del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra, noi ci proviamo a resistere, noi che non abbiamo problemi materiali. Noi siamo lì, con loro, col pensiero e con la speranza. Questa Cronaca 772 ha indossato il suo costume di rondine e svolazza qua e là nel cielo.
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