venerdì 15 aprile 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/768. Siamo ancora immersi nel nostro confortevole e immobile mondo di ieri

 


 

Idee per un venerdì mattina, come se non ci fosse la pandemia, come se non ci fosse una guerra in Europa. Un mucchio di cose da fare, molte distrazioni, il sole, le magnolie fiorite, un pranzo con i nipoti. Scelgo le distrazioni, esco a passeggio, vedo nipoti e famiglia a pranzo, mangiamo bene nella solita trattoria a Baggio vecchia. Mi chiedo ogni giorno quanto durerà questa Drôle de guerre qui dalle nostre parti: perché sono convinta che la Terza guerra mondiale sia di fatto iniziata? Lo credo perché gli interessi economici sono enormi, l’intero assetto mondiale ne risentirà. Forse è davvero la fine della globalizzazione e del mondo come lo abbiamo conosciuto, come preconizza Domenico Quirico sulla Stampa del 13 aprile? L’articolo inizia così:

“Mi faccio volontario per una constatazione sgradevole, sommamente impopolare: in Italia non abbiamo ancora preso coscienza della gravità di quanto sta accadendo in Ucraina e delle conseguenze «globali», si dice così, sul mondo che verrà. Siamo immersi, dopo quaranta giorni di guerra furibonda, ancora nel nostro confortevole e immobile mondo di ieri. Che è già defunto, sconvolto da ininterrotte scosse vulcaniche proprio in questa terra europea, murato nelle tenebre”. [...]

Eppure ogni giorno abbiamo davanti le immagini per comprendere, basta aggiungere le didascalie. [...] Il mondo che verrà sarà feroce, coperto di ferro, diviso da muri di avversioni profonde, l’Asia russo cinese contro l’Occidente americano, con le rispettive dipendenze [...]

Eravamo il posto in cui rifugiarsi, eravamo la pace conquistata. Ebbene non sarà più così. Non saremo più il mondo della sicurezza. Prima parlavamo di pace e di guerra ma molti non sapevano di cosa stessero parlando. La pace con la globalizzazione e la cultura senza frontiere era una abitudine, era l’aria che ognuno respirava senza pensarci. La guerra era una parola, un concetto puramente teorico. Ora affrontiamo lo choc di questa rivelazione, apertamente”.

Di solito nessuno di noi ha la sfera di cristallo e vorrei tanto che questo grande giornalista avesse torto ma ho paura di no. Affrontare questa rivelazione come se fosse certa? E cosa possiamo fare noi semplici cittadini? L’immaginazione vacilla, ma non la speranza. Rileggo per intero l’articolo, ci rifletterò ancora.

Così è in questo venerdì 15 aprile del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra e in questa Cronaca 768, ancora immersa nel nostro confortevole e immobile mondo di ieri.

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