Idee per un venerdì mattina,
come se non ci fosse la pandemia, come se non ci fosse una guerra in Europa. Un
mucchio di cose da fare, molte distrazioni, il sole, le magnolie fiorite, un
pranzo con i nipoti. Scelgo le distrazioni, esco a passeggio, vedo nipoti e
famiglia a pranzo, mangiamo bene nella solita trattoria a Baggio vecchia. Mi chiedo
ogni giorno quanto durerà questa Drôle de
guerre qui dalle nostre parti: perché sono convinta che la Terza guerra
mondiale sia di fatto iniziata? Lo credo perché gli interessi economici sono
enormi, l’intero assetto mondiale ne risentirà. Forse è davvero la fine della
globalizzazione e del mondo come lo abbiamo conosciuto, come preconizza
Domenico Quirico sulla Stampa del 13 aprile? L’articolo inizia così:
“Mi faccio volontario per
una constatazione sgradevole, sommamente impopolare: in Italia non abbiamo
ancora preso coscienza della gravità di quanto sta accadendo in Ucraina e delle
conseguenze «globali», si dice così, sul mondo che verrà. Siamo immersi, dopo
quaranta giorni di guerra furibonda, ancora nel nostro confortevole e immobile
mondo di ieri. Che è già defunto, sconvolto da ininterrotte scosse vulcaniche
proprio in questa terra europea, murato nelle tenebre”. [...]
Eppure ogni giorno abbiamo davanti
le immagini per comprendere, basta aggiungere le didascalie. [...] Il mondo che
verrà sarà feroce, coperto di ferro, diviso da muri di avversioni profonde,
l’Asia russo cinese contro l’Occidente americano, con le rispettive dipendenze
[...]
Eravamo il posto in cui
rifugiarsi, eravamo la pace conquistata. Ebbene non sarà più così. Non saremo
più il mondo della sicurezza. Prima parlavamo di pace e di guerra ma molti non
sapevano di cosa stessero parlando. La pace con la globalizzazione e la cultura
senza frontiere era una abitudine, era l’aria che ognuno respirava senza
pensarci. La guerra era una parola, un concetto puramente teorico. Ora
affrontiamo lo choc di questa rivelazione, apertamente”.
Di solito nessuno di noi ha
la sfera di cristallo e vorrei tanto che questo grande giornalista avesse torto
ma ho paura di no. Affrontare questa rivelazione come se fosse certa? E cosa
possiamo fare noi semplici cittadini? L’immaginazione vacilla, ma non la
speranza. Rileggo per intero l’articolo, ci rifletterò ancora.
Così è in questo venerdì 15
aprile del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra e in questa
Cronaca 768, ancora immersa nel nostro confortevole e immobile mondo di ieri.
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