Primavera, primavera… una
lunga passeggiata, poi incontro con Elisabetta per pranzo… progetti, lavoro,
futuro. Come se il mondo intorno fosse quello di prima, come se la pandemia
fosse finita, come se non ci fosse la guerra. Poi è arrivato il momento dei
doni, alcuni libri, alcuni vestiti. Voglio ricordare soprattutto una giacca
bianca di lino cucita a mano da mia madre, foderata, nuova, elegante e mai
indossata. Così si mescolano il passato remoto, con le mani di mia madre
instancabili sulle stoffe e un presente che diventa subito un sogno, dove l’amicizia
è il volano delle ore e la letteratura un obiettivo comune. A volte basta la
sola presenza di una persona cara per scongiurare fiumi di lacrime e dare un
senso alle cose che sono accadute, a quelle che stanno accadendo.
Non solo io vi sento
È fiorita la magnolia,
le foglie nuove dell’ulivo
scintillano nel vento.
Vi vedo ancora lavorare
nel giardino mentre lo
attraverso sulla passerella.
Non solo io vi sento,
fremono tutte le piante
e canta il vento, in coro
con la vostra voce.
Basta poco per fare di una
giornata, una giornata perfetta. Ma il poco di oggi non era poco, era vita
gioiosa e sovrabbondante. Lo sa anche questa Cronaca 761 di venerdì 8 aprile
del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra.
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