lunedì 26 ottobre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/232: dove la pioggia canta e i bambini ridono ancora

 


Pioggia, la pioggia cade, ma non è l’unica azione che compie perché la sento cantare. Certo, ho le mie allucinazioni uditive da poeta, e la voce della pioggia non è la sola che sento oggi, ma è la più forte.

 

Quel che la pioggia canta

 

Cosa canti pioggia, in queste

ore del nostro scontento? Come

riesci a fare quello che fai

sempre, come quando eravamo

felici? Le gocce rallentano un

poco la corsa, mi guardano

dall’altro lato della finestra.

E non cantano, non parlano,

non hanno davvero niente

da dire. Così presto loro

la mia voce e le sento che

implorano solo che la caduta

non sia veloce perché possano

guardare ogni cosa intorno e

ascoltare ogni suono e immaginare

di essere ancora nuvola nella nuvola.

 

Mi fermo a guardare il cielo che piomba sulla terra, la terra che si spacca, i mulinelli d’acqua accanto ai marciapiedi, le foglie che pure si sono arrese. Finiscono così anche i sogni d’amore, in un vortice e in un rimpianto autunnale.

Tutte le strade sono diventate quest’unica strada che posso compiere a mio piacimento tra le stanze della casa.

Si lamentano gli oggetti, piagnucolano i mobili e i libri tremano nelle copertine, come se temessero di essere destinati alla rimozione.

Dobbiamo imparare a ricollocare il nostro corpo in spazi chiusi che in questi mesi stiamo rimodulando intorno a noi.

Ma i corpi si ribellano, vogliono fuggire e spesso lo fanno anche contro la nostra volontà.

Imprigionati tra il terrore irrazionale di cadere ammalati – un francesismo – e il bisogno innato di aria e spazio intorno, stiamo attraversando quest’ultimo lunedì di ottobre come se sapessimo che qualcosa di tremendo accadrà. E forse è proprio così ed è al di là dalla nostra possibilità di reagire.

L’unica nota di allegria di questa giornata sono le voci e le risa dei bambini che a metà pomeriggio sono usciti da scuola. I bambini sono un bel pensiero, sono il desiderio e la speranza di futuro che nascono e rinascono generazione dopo generazione.

Oggi è il 26 ottobre dell’anno senza Carnevale, è l’ora del tè e della scelta di un nuovo libro per questa sera. La poesia è inedita ed è frutto di questa giornata pioggiosa e piovosa.

Nessun commento: