Oggi ho
passato un sacco di tempo a disporre le mele rosse nel vassoio di porcellana
sul tavolo, volevo che la luce artificiale andasse a colpire il loro lato
migliore, volevo che il riverbero illuminasse tutta la cucina.
L’arte ridonda di mele dipinte, i miti e le narrazioni pure: la mela di Eva, la mela della discordia che Paride doveva assegnare alla più bella tra le dee, la mela che cadde in testa a Newton, la mela morsicata logo di Apple, la mela della Grande Mela, New York.
Oltre a deliziare la vista le mele spandono un buon profumo, un profumo di quiete domestica e di pace. Insieme al profumo del miele, delle arance, delle castagne sul fuoco, del pane caldo appena sfornato, del tè aromatizzato al bergamotto.
La domenica pomeriggio in autunno, compio i miei piccoli riti, respiro i profumi intorno a me, ascolto Benedetti Michelangeli e Grimaud che suonano Chopin, leggo un romanzo nuovo, scrivo, guardo le foglie dell’albero bellissimo che si stanno accomiatando dalla stagione, ricordo quel cortile a Vienna dove rose rampicanti si inerpicavano sui lampioni mentre qualcuno, invisibile dal mio punto di osservazione, suonava proprio Chopin.
E io non ero più io ma una nota e allo stesso tempo un petalo della rosa già aperta, sensibile al vento e ai nostri sguardi.
Poi sistemo i libri, preparo nuovi percorsi di lettura, preparo i quaderni per gli appunti, scrivo questa poesia.
Ballata delle cose tonde e perfette
Le cose più
perfette hanno forme
tondeggianti:
la cupola del cielo,
il sole al
tramonto, le mele sul
mio tavolo,
la prima arancia.
Sono rosse e
arancioni queste
cose perfette:
il melograno già
maturo, le
ciliegie in giugno,
il riflesso
del fuoco nel tuo
occhio, le
rose tardive che
danzano con
le foglie morenti
in fondo al
giardino.
Amo le cose
verdi e fresche,
l’incanto
azzurro del mare
estivo, ma
non resisto, mai
resisto all'ultimo
guizzo di
colore con
cui diciamo
addio a
questa forma della
realtà: il
saluto è rosso al
centro,
arancione ai lati.
Siamo un
fuoco che riscalda,
una voce nel
chiaro del mattino,
quando l’alba
rosata si tinge e
accenna una
nuova melodia
con il carro
del sole.
Prima di
mezzogiorno saremo
in piena
fioritura, prima di
mezzanotte
vestiremo le ali
invisibili
del buio e danzeremo,
ancora
danzeremo alla luce
di un
diverso e nero fuoco.
Sì, sono belle le domeniche pomeriggio, sono più belle adesso che l’orizzonte si fa stretto e non porta più quel senso vuoto dovuto all’incombere dei doveri quotidiani.
Questa
Cronaca 217 profuma di mele e di cannella, risuona di musica per pianoforte,
non solo Chopin, al momento, ma anche Mozart e Beethoven. Risuona di libertà e
di studio, di poesia e di filosofia, sorelle, nemiche e amiche, forse amanti? La ballata delle cose tonde e perfette l’ho
scritta ascoltando i notturni di Chopin. La
natura morta con mele e arance è di Paul Cézanne ed è custodita al Musée d’Orsay.
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