domenica 11 ottobre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/217: danzano una mela, una nota, una foglia e una rosa, nell’occhio e nell’aria danzano

 


Oggi ho passato un sacco di tempo a disporre le mele rosse nel vassoio di porcellana sul tavolo, volevo che la luce artificiale andasse a colpire il loro lato migliore, volevo che il riverbero illuminasse tutta la cucina.

L’arte ridonda di mele dipinte, i miti e le narrazioni pure: la mela di Eva, la mela della discordia che Paride doveva assegnare alla più bella tra le dee, la mela che cadde in testa a Newton, la mela morsicata logo di Apple, la mela della Grande Mela, New York.

Oltre a deliziare la vista le mele spandono un buon profumo, un profumo di quiete domestica e di pace. Insieme al profumo del miele, delle arance, delle castagne sul fuoco, del pane caldo appena sfornato, del tè aromatizzato al bergamotto.

La domenica pomeriggio in autunno, compio i miei piccoli riti, respiro i profumi intorno a me, ascolto Benedetti Michelangeli e Grimaud che suonano Chopin, leggo un romanzo nuovo, scrivo, guardo le foglie dell’albero bellissimo che si stanno accomiatando dalla stagione, ricordo quel cortile a Vienna dove rose rampicanti si inerpicavano sui lampioni mentre qualcuno, invisibile dal mio punto di osservazione, suonava proprio Chopin.

E io non ero più io ma una nota e allo stesso tempo un petalo della rosa già aperta, sensibile al vento e ai nostri sguardi.

Poi sistemo i libri, preparo nuovi percorsi di lettura, preparo i quaderni per gli appunti, scrivo questa poesia.

 

Ballata delle cose tonde e perfette

 

Le cose più perfette hanno forme

tondeggianti: la cupola del cielo,

il sole al tramonto, le mele sul

mio tavolo, la prima arancia.

 

Sono rosse e arancioni queste

cose perfette: il melograno già

maturo, le ciliegie in giugno,

il riflesso del fuoco nel tuo

occhio, le rose tardive che

danzano con le foglie morenti

in fondo al giardino.

 

Amo le cose verdi e fresche,

l’incanto azzurro del mare

estivo, ma non resisto, mai

resisto all'ultimo guizzo di

colore con cui diciamo

addio a questa forma della

realtà: il saluto è rosso al

centro, arancione ai lati.

 

Siamo un fuoco che riscalda,

una voce nel chiaro del mattino,

quando l’alba rosata si tinge e

accenna una nuova melodia

con il carro del sole.

 

Prima di mezzogiorno saremo

in piena fioritura, prima di

mezzanotte vestiremo le ali

invisibili del buio e danzeremo,

ancora danzeremo alla luce

di un diverso e nero fuoco.

 

 

Sì, sono belle le domeniche pomeriggio, sono più belle adesso che l’orizzonte si fa stretto e non porta più quel senso vuoto dovuto all’incombere dei doveri quotidiani.

Questa Cronaca 217 profuma di mele e di cannella, risuona di musica per pianoforte, non solo Chopin, al momento, ma anche Mozart e Beethoven. Risuona di libertà e di studio, di poesia e di filosofia, sorelle, nemiche e amiche, forse amanti? La ballata delle cose tonde e perfette l’ho scritta ascoltando i notturni di Chopin. La natura morta con mele e arance è di Paul Cézanne ed è custodita al Musée d’Orsay.


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