sabato 10 ottobre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/216: un sabato al mare, un grande romanzo, una stella a illuminare la notte che viene

 

Il mare è l’infanzia della vita, per questo amiamo guardarlo, immergerci, solcarlo, attraversarlo, annusarlo, respirarlo, ascoltarlo.

Ogni mare meriterebbe una narrazione epica, a partire dal Mediterraneo, cantando tutti suoi nomi – Ligure, Tirreno Adriatico, Ionio, Canale di Sicilia, Egeo e Levante – e le sue infinite isole a partire da quelle italiane. Sardegna e Sicilia, Eolie, Egadi, Elba e via dicendo per arrivare a un totale di quasi duecento lembi di terra che costellano il nostro mare.

Mi piace vedere la finale “e“ di mare che sparisce prima di ogni nome e lo lega superando ogni distanza.

Amo tutti i libri dove c’è il mare come paesaggio, come stato d’animo, come speranza.

Amo i libri di Albert Camus, Claudio Magris, Predrag Matvejevic, Simone Perotti, Jean-Claude Izzo, Paolo Rumiz, Francesca Marciano e via citando.


Fermo qui la mia passione infinita delle liste, i nomi sarebbero ancora molti, e aggiungo Nadia Terranova con il suo magnifico romanzo Addio fantasmi. Un romanzo che ho divorato, struggente e meravigliosamente scritto. Il Mar di Sicilia è un confine tra passato e presente, tra dolore e riparazione, tra memoria e oblio. I sogni scandiscono il ritorno di Ida nella casa messinese dove è cresciuta e dove la scomparsa del padre è una ferita mai rimarginata. Un libro che va a insediarsi nella mia libreria dei libri da rileggere almeno una volta nella vita e che regalerò alle persone care che non lo conoscono, perché l’amore lo manifesto anche regalando libri.

 

Questo sabato d’autunno è passato in compagnia di questo romanzo, di citazioni trascritte in uno dei quaderni dedicati, di riflessioni profonde dell’autrice che scandaglia e scava nella relazione madre figlia e in quella padre figlia. Un triangolo originario che qui crolla per la sparizione dell’elemento maschile.

Presenti e quasi insopportabili sono il senso di colpa e la depressione che ne consegue. Perché forse la depressione è un dolore congelato che impedisce alla vita di auto-curarsi, di rimarginare le ferite, di avere pietà di noi creature umane, di lasciarci abbracciare e poter credere che sì, andremo avanti, che la vita possa avere ancora momenti di gioia e forse di felicità, nonostante i nostri cuori spezzati, le sparizioni, le assenze, i sensi di colpa.

Per uno strano cortocircuito letterario, ho condiviso la lettura di questo romanzo con la visione del film 84 Charing Cross Road, bellissimo e ispirato dall’omonimo libro della scrittrice americana Helene Hanff. I libri e le lettere che si scambiano Anne Bancroft e Anthony Hopkins, la scrittrice e il libraio, sono i veri protagonisti di questo film delizioso dove si incontrano New York e Londra negli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, sino agli anni Settanta. 

I libri e i film che narrano di libri e di scrittori sono, da sempre, tra i miei preferiti e li colleziono da ormai tanti anni.

Anche Ida, la protagonista di Addio Fantasmi, scrive. Per la radio e non romanzi. Forse perché la voce viva dei drammi radiofonici le permette di immaginare la voce paterna che ha custodito per oltre due decenni.

Qui nella città silenziosa così così, la notte è arrivata nel suo ampio vestito di velluto scuro. Finita questa Cronaca 216, scritta sabato 10 ottobre dell’anno senza Carnevale, andrò a cucinare. Un piatto di pasta con le verdure che ha l’aroma di infanzie perdute e remote, che ormai vivono solo nel mio olfatto e nella memoria che si sprigiona. In casa, la ricetta veniva fatta risalire alla cucina di entrambe le nonne. È molto semplice: cavolfiore bianco sbollentato, cipolla altrettanto bianca affettata sottile e lasciata imbiondire in una padella con olio extra-vergine di oliva, un po' di sale. La pasta migliore è quella fresca, tirata a mano, come gli strascinati che facevano mamma e nonna pugliesi. Ma vanno bene anche i maccaroni della nonna calabrese e le più modeste, ma buonissime, penne rigate della Voiello.

Vi auguro una serata di buona compagnia, buon cibo, buon vino, un bel libro, un film amato da rivedere.


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