martedì 13 ottobre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/219: dove la poesia illumina le altre parole

 


Non c’è niente da fare, l’autunno è davvero e sempre il tempo delle foglie, dei pensieri malinconici e dei bilanci. Oggi inizio subito con una poesia nuova:

 

Ballata delle foglie e dei nomi

 

Ti sento, urli nel vento, cadi

la pioggia ti ripara dalla pioggia

che cade, scendi e poi arrivi dove

nessuno è mai stato. Piccola voce

la tua nel coro del vento, ma senza

di te, senza di te l’albero non sarebbe

mai stato splendente e rigoglioso.

Tu occupavi lo spazio in fondo al

ramo più giovane, il ramo che la

tempesta non riuscirà a strappare.

Si ricorderà di te nella stagione futura?

Io non lo so, è la stessa domanda

che attanaglia noi umani. Chi si

ricorderà di noi? Chi sognerà la nostra

voce? Io non lo so, per questo scrivo.

Per lasciare tracce nelle tavole del tempo.

Perché un giorno, quando qualcuno

leggerà il nostro nome, anche a bassa

voce, noi oscilleremo e risorgeremo

nell’alba di un nuovo amore.

 

Coincidono nel mio immaginario l’eternità e l’amore, l’idea di una vita immortale che trascenda, pur senza abbandonarla, questa vita terrena così incerta e imperfetta. Un’idea di eternità dove continueremo a parlare con le persone che amiamo e a fare le cose che ci piacciono. La mia eternità assomiglia molto alla Casa delle Parole, alle terre delle Montagne della Nebbia, al monastero di Colorno dove eternamente vivono i miei scrittori e scrittrici preferiti e continuano a scrivere per arricchire la Biblioteca di Babele.

Scrivere queste Cronache mi lascio l’agio di parlare di qualunque cosa, giorno per giorno, mi abbia colpito. So di avere un paio di dozzine di lettori fedeli con i quali spesso interagisco e che, a volte, coinvolgo nelle storie che scrivo. Qualcuno mi ha chiesto fino a quando continuerò a scrivere dell’anno senza Carnevale. Forse fino a quando ci sarà la pandemia, forse per sempre.

Oggi è il tredicesimo giorno del decimo mese di quest’anno tremendo. La poesia è inedita, scritta per dare luce alle altre parole.


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