Ho gli occhi
pieni di paesaggi, sognati, ricordati, desiderati, immaginati, letti. Le prime
scene arrivano ancora da Sei Shonagon:
“Soggetti
ideali per un dipinto.
Il pino, un campo in autunno, un villaggio montano, un sentiero”.
Ecco poi, le
parole di un’altra scrittrice, Christa Wolf:
“Riesco ancora osservare il primo passaggio
attraverso le immagini che precedono il sonno, emerge una strada che conduce al
paesaggio che conosco tanto bene senza averlo mai visto: il colle con il
vecchio albero, il pendio che degrada dolcemente verso un corso d'acqua, prati,
e all'orizzonte il bosco.
Che non si riescano a vivere
realmente gli attimi prima di addormentarsi - altrimenti non ci si
addormenterebbe - è cosa che mi rincrescerà sempre.
27 settembre 1960”
E poi una riflessione dello scrittore Alain Elkann:
“Forse la felicità, la malinconia,
l'intelligenza si fanno più intense con il movimento, in quello stato di
sospensione che si crea quando il treno si muove tra due luoghi.
Nelle risaie c'è l'acqua, il
riflesso dell'acqua. L'acqua e i colori.
(...)
Ognuno di noi ha un suo
paesaggio interiore. Nel mio vedo sempre l'acqua. L'acqua e la terra. Gli
uomini non hanno radici, sono fatti per muoversi. Conosco un giardino vicino
alla laguna, con una casa dove c'è una stanza che si affaccia sull'orto e su un
piccolo rio. Là vive un mio amico. Lui guarda sempre dei film e fuma. Io
viaggio e penso al suo giardino”.
Questa sera ho partecipato a un
laboratorio molto particolare dove sono stata invitata a scrivere due diversi
testi e poi un haiku. Ve li consegno con gli occhi pieni di tutti i paesaggi:
La danza del vento con la pioggia
Io amo il vento,
i suoi capricci, la danza
con le foglie, le nuvole
che sospinge, il mare
che si specchia e
crede di essere cielo.
Io amo la pioggia che
sorride alle rose e cade
lieta insieme alle
foglie e abita con
loro, gli alberi sognanti,
nel mio giardino.
Questa è la seconda poesia.
Le parole non sono nuove
Vorrei dire la pioggia
con parole nuove,
vorrei, ma la pioggia
è nuova ogni volta,
non le parole che
l’assorbono nel tempo
ricolmo di tempo.
E alla fine un haiku, nato dalla
selezione delle parole preferite nelle due poesie:
Amo il vento
Danzano le nuvole
Nel blu del cielo
Ecco, il ventesimo giorno del decimo
mese dell’anno senza Carnevale è arrivato al suo compimento con la scrittura di
questa Cronaca 226. L’incontro della Scuola di Pratiche Filosofiche Philo è
stato condotto da Chiara Mirabelli e Laura Formenti. Non conoscevo nessuno
degli altri partecipanti, eravamo una quarantina, ma lo scambio attento delle
parole scritte e dei disegni, la delicatezza e la cura, hanno messo in circolo
un’energia incredibile che è andata a curare i nostri occhi stanchi dei confini
domestici cui, forse, ci dovremo di nuovo rassegnare. Ma se anche dovesse
essere così, nei paesaggi raccontati e nelle voci ascoltate, potremo trovare
nuova forza e linfa vitale.
Le citazioni sono tratte da Sei Shonagon dai Racconti
del cuscino o Note del guanciale.
Alain Elkann, Diario Verosimile, Bompiani 2010.
Christa Wolf, Sotto i tigli. Racconti, traduzione di Anita Raja, Edizioni e/o
1990.
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