martedì 20 ottobre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/226: amo il vento, danzano le nuvole nel blu del cielo

 

Ho gli occhi pieni di paesaggi, sognati, ricordati, desiderati, immaginati, letti. Le prime scene arrivano ancora da Sei Shonagon:

 

“Soggetti ideali per un dipinto.

Il pino, un campo in autunno, un villaggio montano, un sentiero”.

 

Ecco poi, le parole di un’altra scrittrice, Christa Wolf:

 

Riesco ancora osservare il primo passaggio attraverso le immagini che precedono il sonno, emerge una strada che conduce al paesaggio che conosco tanto bene senza averlo mai visto: il colle con il vecchio albero, il pendio che degrada dolcemente verso un corso d'acqua, prati, e all'orizzonte il bosco.

Che non si riescano a vivere realmente gli attimi prima di addormentarsi - altrimenti non ci si addormenterebbe - è cosa che mi rincrescerà sempre.

 

27 settembre 1960”

 

E poi una riflessione dello scrittore Alain Elkann:

 

“Forse la felicità, la malinconia, l'intelligenza si fanno più intense con il movimento, in quello stato di sospensione che si crea quando il treno si muove tra due luoghi.
Nelle risaie c'è l'acqua, il riflesso dell'acqua. L'acqua e i colori.
(...)
Ognuno di noi ha un suo paesaggio interiore. Nel mio vedo sempre l'acqua. L'acqua e la terra. Gli uomini non hanno radici, sono fatti per muoversi. Conosco un giardino vicino alla laguna, con una casa dove c'è una stanza che si affaccia sull'orto e su un piccolo rio. Là vive un mio amico. Lui guarda sempre dei film e fuma. Io viaggio e penso al suo giardino”.

 

Questa sera ho partecipato a un laboratorio molto particolare dove sono stata invitata a scrivere due diversi testi e poi un haiku. Ve li consegno con gli occhi pieni di tutti i paesaggi:


La danza del vento con la pioggia

 

Io amo il vento,

i suoi capricci, la danza

con le foglie, le nuvole

che sospinge, il mare

che si specchia e

crede di essere cielo.

 

Io amo la pioggia che

sorride alle rose e cade

lieta insieme alle

foglie e abita con

loro, gli alberi sognanti,

nel mio giardino.

 

 

Questa è la seconda poesia.

 

Le parole non sono nuove

 

Vorrei dire la pioggia

con parole nuove,

vorrei, ma la pioggia

è nuova ogni volta,

non le parole che

l’assorbono nel tempo

ricolmo di tempo.

 

 

E alla fine un haiku, nato dalla selezione delle parole preferite nelle due poesie:

 

 

Amo il vento

Danzano le nuvole

Nel blu del cielo

 

 

Ecco, il ventesimo giorno del decimo mese dell’anno senza Carnevale è arrivato al suo compimento con la scrittura di questa Cronaca 226. L’incontro della Scuola di Pratiche Filosofiche Philo è stato condotto da Chiara Mirabelli e Laura Formenti. Non conoscevo nessuno degli altri partecipanti, eravamo una quarantina, ma lo scambio attento delle parole scritte e dei disegni, la delicatezza e la cura, hanno messo in circolo un’energia incredibile che è andata a curare i nostri occhi stanchi dei confini domestici cui, forse, ci dovremo di nuovo rassegnare. Ma se anche dovesse essere così, nei paesaggi raccontati e nelle voci ascoltate, potremo trovare nuova forza e linfa vitale.

 

Le citazioni sono tratte da Sei Shonagon dai Racconti del cuscino o Note del guanciale.

Alain Elkann, Diario Verosimile, Bompiani 2010.

Christa Wolf, Sotto i tigli. Racconti, traduzione di Anita Raja, Edizioni e/o 1990.


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