Le cose
sono rimaste intatte nella Casa delle Stelle, l’architetto non è tornato, il
mosaico non è finito e io pago questa impazienza con la delusione.
Ma quanto
è intima questa conversazione con l’incompiuto, con le cose che cambieranno
forma e destinazione.
Il taccuino
rosso è accucciato nel solito angolo dello scrittoio, cerco poesie nuove ma non
ne ho trovate.
Lascio per
lui, che non conosco, una citazione che attenderà una sua risposta:
Breve nota autobiografica
“Tutta la vita psichica è investigazione, investigazione che cerco di tradurre in immagini.
“Tutta la vita psichica è investigazione, investigazione che cerco di tradurre in immagini.
E ognuno è solo su questa
terra su sfondi di cielo, di mare o di montagne.
Cerco una prosa rapida e meditante.
Per ciò che c'è di infinito nella vita, vivere è un po' come navigare.
Cerco una prosa rapida e meditante.
Per ciò che c'è di infinito nella vita, vivere è un po' come navigare.
Per Baudelaire il mare è
una metafora dell'anima.
Nella scrittura si
vorrebbe imprigionare il canto delle sirene.
Amo il francese, lo spagnolo, il provenzale. In quest'ultimo, come nel dialetto, cerco un'acre verdezza”.
Amo il francese, lo spagnolo, il provenzale. In quest'ultimo, come nel dialetto, cerco un'acre verdezza”.
Ti
ho copiato queste frasi perché sento in te lo stesso desiderio di scoperta,
questa casa è il primo simbolo e il soffitto di stelle il secondo. Vieni a
trovarci, lì alla Casa delle Parole, siamo già in molti e abbiamo spazio, la
casa cresce da sola man mano che arrivano nuovi abitanti.
In
questa terra, ai piedi delle Montagne della Nebbia l’immaginazione e la memoria
rendono possibile quasi ogni cosa. Ti aspettiamo, ti aspetto tu che ancora non
hai svelato il tuo volto.
Dopo
avere richiuso il taccuino rosso tolgo le scarpe e anziché sul sentiero cammino
sul prato che lo costeggia. I lupi mi affiancano dopo pochi passi, le nuvole
ingombrano tutto il cielo e non ci sono spazi per le stelle e per il sole.
Mi
sono chiesta spesso se le nuvole proteggano noi dalla luce o se invece è la
luce che cerca rifugio dai nostri sguardi troppo desiderosi.
Poi
un coro di voci si alza nel vento, io mi fermo e ascolto.
Non andartene
Non
andartene,
non
lasciare
l’eclisse
di te
nella
mia stanza.
Chi
ti cerca è il sole,
non
ha pietà della tua assenza
il
sole, ti trova anche nei luoghi
casuali
dove
sei passata,
nei
posti che hai lasciato
e
in quelli dove sei
inavvertitamente
andata
brucia
ed
equipara
al
nulla tutta quanta
la
tua fervida giornata.
Eppure
è stata,
è
stata,
nessuna
ora
sua
è vanificata.
Ho
capito, credo di avere capito. La sacerdotessa e il guerriero contemplano le
nuvole con un cannocchiale, il re e la regina stanno sdraiati sul prato e
aspettano, aspettano cosa?
Scendono
in picchiata le aquile, la coltre di nubi si squarcia, e l’ultimo sole di questa
giornata dà corpo alle ombre, alle nostre ombre, che corrono nei prati ancora
più veloci dei lupi.
Solo
il poeta non se ne accorge, intento com’è a scriverle nel suo taccuino.
La poesia è di
Mario Luzi, tratta da Onore del vero.
Il frammento
di prosa è di Francesco Biamonti. Scritti e parlati
a cura di Gian Luca Picconi e Federica Cappelletti
prefazione di Sergio Givone
Einaudi 2008
a cura di Gian Luca Picconi e Federica Cappelletti
prefazione di Sergio Givone
Einaudi 2008
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