venerdì 19 giugno 2020

Cercavo con lo sguardo l’isola d’Elba, e apparvero altre isole

Io per venire a Manarola avevo preso la via dell’Amore. Unica via di terra che collega il paese a Riomaggiore. Un sentiero scavato nella roccia a picco sul mare, che attraversa le colline coltivate a vite. Ti viene voglia di accarezzarla questa natura, fino alle pendici che si adagiano nell'acqua. Eravamo alla fine della primavera. Nell'ora in cui la luce non è ancora diventata densa. Fui assalito da altre immagini. Il guscio d’oro di Palermo, dove il sole sa riposare tutto il giorno come un fiore in un vaso. Djemila, dove regna un silenzio pesante e senza incrinature, con quella donna che corre, come in una novella di Camus, verso la notte stellata che le restituirà finalmente la pace. Ronda, la montanara andalusa aggrappata al cielo, che seppe guarire la nevrastenia di Rainer Maria Rilke. Il golfo azzurro di Salamina, quando lo scopriamo dal monumento di Filopapos, tra colline pelate e una piana ciottolosa. Cercavo con lo sguardo l’isola d’Elba, e apparvero altre isole. Il vulcano di Santorini, che sorge da un mare di trasparenza cristallina. Il capo Sounion e la minuscola Psara, spazzata dalla polvere e dai venti, Simi, l’isola delle spugne, abbarbicata al monte Siglos. Quella terra italiana di colpo mi parlava greco. Forse perché in Grecia, come ha scritto Jean Grenier, c’è “un’amicizia tra il minerale e l’uomo”, e il Mediterraneo non è altro che un appello alla riconciliazione."




Jean-Claude Izzo 
Aglio, menta e basilico
traduzione di Gaia Panfili
e/o 2012

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