L’Oracolo
aspetta la notte per manifestarsi. Un fuoco è la sua dimora, la sacerdotessa ci
porta da lui purché restiamo in silenzio perché è il silenzio che alimenta il
fuoco della conoscenza.
Ci sono
mille lucciole che ci indicano la strada, le ha chiamate la sacerdotessa che
sussurra un’invocazione e raccoglie erbe e fiori intorno a noi. Ha gli occhi
chiusi e il suo sapiente guerriero le indica la strada con gesti, che lei vede,
e parole che lui non pronuncia.
Il
segreto sta proprio nel silenzio,
la
parola nasce là dove il silenzio
decide
di ritirarsi e a volte si
nasconde
come fanno i bambini
pensando di non essere visti.
Non
crediate che non ci sia
un
prezzo da pagare, anche
il
grano sa di dover morire per
far
nascere i germogli nuovi,
il seme
cade e la pianta nasce.
Voi
siete come piante che
il seme
già conosce, non dovete
temere
né il buio che vi avvolge
ora, né
la luce che vi sorprenderà
il
mattino in cui voi splenderete.
L’Oracolo
parla con una voce antica, parla a ciascuno di noi come se fossimo soli, l’unico
che resta in disparte è il poeta, lui conosce quella voce meglio degli altri e
lo saluta.
Sai che
credo solo nelle retoriche e nel ritmo, perché mi inviti a unirmi a questa
attesa di speranze e implorazioni? Io continuerò a scrivere poesie con te o
senza di te, poco mi importa – gli dice il poeta dal suo angolo di mondo.
Io pure
credo nel ritmo perché senza ritmo non ci sarebbero né poesia né amore –
aggiunge il guerriero, tutto quel che accade è l’incontro tra i simili che si
completano e dove uno ha un pieno risponde il vuoto della creatura amata. Tutto
l’universo esiste perché due è il numero perfetto – aggiunge il guerriero.
L’Oracolo
non risponde altro, si limita a fiammeggiare, si nutre delle domande, lui che
ha già tutte le risposte.
Risplendo
nel buio e non ho
paura, le
stelle sono una corona
per la
notte non per il mattino,
ho
accettato che la materia fosse
una
risposta provvisoria alla
nostra
sete di risposte e fame
di
certezze. Ma qui tutto si
muove
seguendo le regole di
un
canto antico di cui non
conosciamo
la melodia e il
ritmo. Tentiamo
di indovinare,
a volte
ci riusciamo e
ci
sembra di accogliere tutto
l’infinito
in noi come accade
durante
l’amore quando non
siamo né
uno, né due, ma
tutto,
tutto tra due corpi
che si
amano da prima che
il
tempo iniziasse la sua conta.
La sacerdotessa
risponde in versi ai nostri compagni, l’Oracolo si erge tra le fiamme e
sorride.
Non saprei
dire se è uomo o donna, ma sorride e allora lascio il gruppo e mi avvicino.
Dimmi Oracolo,
perché questo destino? Stare sempre ai margini, sospesa tra i mondi e sempre in
attesa? Perché ho avuto questa voce in dono se poi nessuno ascolta quel che ho
da dire?
Il grano
nel campo non fa domande, né il fiore di ciliegio si rammarica di dover morire
per lasciare spazio al frutto che adoriamo. Rassegnati cara narratrice, se sai
raccontare storie questo devi fare. Continua a cercare tra le vie della città
non più silenziosa, tutti abbiamo bisogno di storie e di poesie. Voi qui siete
in molti e siete due per ogni angolo del mondo, due per ogni punto cardinale e
potete riposarvi a scambiare il posto con le aquile e i lupi, le tigri e il
puledro con la volpe. Certo una coppia manca, ma sta per arrivare. Se l’Oriente
appartiene al re e alla regina, se il Nord è tuo e del poeta, se l’Occidente è
della sacerdotessa e del guerriero chi saranno i due che regneranno alla porta
meridionale, quella che si bagna nei mari caldi che voi chiamate Mediterraneo?
Lo
sapevo Oracolo che non ci avresti dato risposte, ma altri enigmi e misteri. Questa
è la tua natura, non puoi fare altro, come la mia è scrivere poesie e lanciarle
nel vento – dice il poeta.
Qui sono
provvisorie tutte
le parole,
la casa oscilla tra
i due
soliti colori ora che
l’alba
si avvicina. Credimi
vorrei
tenere ferme queste
onde di
luce, ma l’energia è
più
forte delle mie mani, così
accetto
di essere un foglio più
che il
libro intero e ti lascio
girare
pagina dopo pagina e
poi
tornare indietro, perché
il
segreto è questo indice
inesistente
che muta come
i tempi
dell’aurora, non
tornerai
mai più sugli stessi
passi né
a bagnarti nello stesso
fiume,
la parola pronunciata
non è
quella che ho scritto,
né tanto
meno quella che tu
hai
ascoltato. Meglio assecondare
il silenzio
e cedere alle sue
lusinghe
perché il nome che mi
avrà
dato sarà la porta verso
quell'universo
nuovo di cui si
parla
sottovoce.
Il fuoco
dell’Oracolo si dissolve, il guerriero sta abbracciando la sacerdotessa e il
poeta si avvicina e apre le braccia mi stringe sul cuore. Ci chiediamo entrambi
chi saranno i nuovi abitanti di questo mondo sospeso tra i mondi. Forse il re e
la regina lo sanno, vedo le loro sagome in controluce avanzare verso di noi.
Le rondini
e gli uccellini del mattino hanno requisito l’aria, andiamo, andiamo anche noi
a respirare liberi e felici.
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