sabato 30 maggio 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/83: l’Oracolo parla con una voce antica che è fatta di silenzio


L’Oracolo aspetta la notte per manifestarsi. Un fuoco è la sua dimora, la sacerdotessa ci porta da lui purché restiamo in silenzio perché è il silenzio che alimenta il fuoco della conoscenza.

Ci sono mille lucciole che ci indicano la strada, le ha chiamate la sacerdotessa che sussurra un’invocazione e raccoglie erbe e fiori intorno a noi. Ha gli occhi chiusi e il suo sapiente guerriero le indica la strada con gesti, che lei vede, e parole che lui non pronuncia.


Il segreto sta proprio nel silenzio,
la parola nasce là dove il silenzio
decide di ritirarsi e a volte si
nasconde come fanno i bambini
pensando di non essere visti.

Non crediate che non ci sia
un prezzo da pagare, anche
il grano sa di dover morire per
far nascere i germogli nuovi,
il seme cade e la pianta nasce.

Voi siete come piante che
il seme già conosce, non dovete
temere né il buio che vi avvolge
ora, né la luce che vi sorprenderà
il mattino in cui voi splenderete.



L’Oracolo parla con una voce antica, parla a ciascuno di noi come se fossimo soli, l’unico che resta in disparte è il poeta, lui conosce quella voce meglio degli altri e lo saluta.

Sai che credo solo nelle retoriche e nel ritmo, perché mi inviti a unirmi a questa attesa di speranze e implorazioni? Io continuerò a scrivere poesie con te o senza di te, poco mi importa – gli dice il poeta dal suo angolo di mondo.

Io pure credo nel ritmo perché senza ritmo non ci sarebbero né poesia né amore – aggiunge il guerriero, tutto quel che accade è l’incontro tra i simili che si completano e dove uno ha un pieno risponde il vuoto della creatura amata. Tutto l’universo esiste perché due è il numero perfetto – aggiunge il guerriero.

L’Oracolo non risponde altro, si limita a fiammeggiare, si nutre delle domande, lui che ha già tutte le risposte.


Risplendo nel buio e non ho
paura, le stelle sono una corona
per la notte non per il mattino,
ho accettato che la materia fosse
una risposta provvisoria alla
nostra sete di risposte e fame
di certezze. Ma qui tutto si
muove seguendo le regole di
un canto antico di cui non
conosciamo la melodia e il
ritmo. Tentiamo di indovinare,
a volte ci riusciamo e
ci sembra di accogliere tutto
l’infinito in noi come accade
durante l’amore quando non
siamo né uno, né due, ma
tutto, tutto tra due corpi
che si amano da prima che
il tempo iniziasse la sua conta.

La sacerdotessa risponde in versi ai nostri compagni, l’Oracolo si erge tra le fiamme e sorride.
Non saprei dire se è uomo o donna, ma sorride e allora lascio il gruppo e mi avvicino.

Dimmi Oracolo, perché questo destino? Stare sempre ai margini, sospesa tra i mondi e sempre in attesa? Perché ho avuto questa voce in dono se poi nessuno ascolta quel che ho da dire?


Il grano nel campo non fa domande, né il fiore di ciliegio si rammarica di dover morire per lasciare spazio al frutto che adoriamo. Rassegnati cara narratrice, se sai raccontare storie questo devi fare. Continua a cercare tra le vie della città non più silenziosa, tutti abbiamo bisogno di storie e di poesie. Voi qui siete in molti e siete due per ogni angolo del mondo, due per ogni punto cardinale e potete riposarvi a scambiare il posto con le aquile e i lupi, le tigri e il puledro con la volpe. Certo una coppia manca, ma sta per arrivare. Se l’Oriente appartiene al re e alla regina, se il Nord è tuo e del poeta, se l’Occidente è della sacerdotessa e del guerriero chi saranno i due che regneranno alla porta meridionale, quella che si bagna nei mari caldi che voi chiamate Mediterraneo?


Lo sapevo Oracolo che non ci avresti dato risposte, ma altri enigmi e misteri. Questa è la tua natura, non puoi fare altro, come la mia è scrivere poesie e lanciarle nel vento – dice il poeta.


Qui sono provvisorie tutte
le parole, la casa oscilla tra
i due soliti colori ora che
l’alba si avvicina. Credimi
vorrei tenere ferme queste
onde di luce, ma l’energia è
più forte delle mie mani, così
accetto di essere un foglio più
che il libro intero e ti lascio
girare pagina dopo pagina e
poi tornare indietro, perché
il segreto è questo indice
inesistente che muta come
i tempi dell’aurora, non
tornerai mai più sugli stessi
passi né a bagnarti nello stesso
fiume, la parola pronunciata
non è quella che ho scritto,
né tanto meno quella che tu
hai ascoltato. Meglio assecondare
il silenzio e cedere alle sue
lusinghe perché il nome che mi
avrà dato sarà la porta verso
quell'universo nuovo di cui si
parla sottovoce.

Il fuoco dell’Oracolo si dissolve, il guerriero sta abbracciando la sacerdotessa e il poeta si avvicina e apre le braccia mi stringe sul cuore. Ci chiediamo entrambi chi saranno i nuovi abitanti di questo mondo sospeso tra i mondi. Forse il re e la regina lo sanno, vedo le loro sagome in controluce avanzare verso di noi.

Le rondini e gli uccellini del mattino hanno requisito l’aria, andiamo, andiamo anche noi a respirare liberi e felici.

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