domenica 10 maggio 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/63: le nuvole sono i pensieri degli amanti separati


Il tempo ha una durata diversa la domenica pomeriggio, non passa mai, si condensa e assume una forma di pietra, ma una pietra che ha voce e canta la nostalgia.

Anche le nuvole non sono nuvole e basta ma pensieri che vagano tra una casa e l’altra e portano messaggi e desideri, speranze e un fuoco che non si estingue.

Come è difficile restare lontano, anche “T. S. Eliot ha scritto in una poesia dedicata alla moglie che due innamorati «profumano uno dell’altro» e «pensano uguali pensieri» e «si sussurrano uguali parole» che non hanno bisogno di significato». L’amore è anche una rivoluzione linguistica tra due persone”.

Per questo le nuvole sono anche un alfabeto amoroso che solo gli amanti sanno decifrare e anche il vento fa parte di questa lingua d’amore che scuote i sensi fino a farci tremare.

“Scuote l’anima mia Eros,
come un vento sul monte
che irrompe entro le querce,
e scioglie le membra e le agita
dolce amaro indomabile serpente”.

Come i pensieri non possono scegliere la forma della nuvola che saranno, così l’amante non sceglie l’amato.

Si è sempre scelti da un altro desiderio, è lo sguardo di un altro che ci dà forma, è il suo respiro che ci dà aria.

Così l’idea di un Paradiso su questa povera e bellissima terra, prende forma e ci guida.

Il desiderio è la nostra bussola, come saremo una volta arrivati alla nostra isola dell’Amore?

Lo chiedo alle nuvole che rispondono disponendosi ad anfiteatro, saremo noi amante e amato a dare la risposta?

Ma l’Amore ama più le domande che le risposte, ormai dovrebbe essere evidente.

Quindi mi accodo alle nuvole in silenzio e lascio che il silenzio di questa domenica pomeriggio tessa risposte sensate e accarezzi quel volto lontano che non potrò accarezzare.

La felicità è anche questa lontananza che esplode in mille rivoli come una cascata dopo il gelo invernale.

La gioia è sentire il sangue che scorre all’unisono con la linfa dell’albero più amato.

L’ebbrezza è il profumo del gelsomino che segue la linea dei tuoi passi e mi mostra i tuoi occhi, come solo io li conosco.

È tempo di fidarsi di queste nuvole e sciogliere gli ormeggi e lasciare che l’amore prenda voce in ogni angolo del mondo.


Oggi le nuvole, sono i pensieri degli
amanti separati, salgono
verso il cielo da case affollate
o sbarrate, non si curano dei
passanti, non giocano con
i cani, si fermano solo a
respirare il gelsomino, contendono
il vento alle nuvole della pioggia.
Ma il vento non fa differenza e le
abbraccia. Lascerà andare le nuvole
degli amanti verso altre case
silenziose e se sarà pioggia, non
sarà d’acqua.
E le altre? Le nuvole di tutti i
giorni?
Veleggiano quiete e sorridono.
Questi sono gli sprazzi di 
cielo di un pomeriggio domenicale.


La poesia è mia, l’ho scritta questo pomeriggio sotto un cielo di nuvole pellegrine.
Anche la fotografia è di questo pomeriggio.
La citazione con T. S. Eliot è di Armando Torno. Piccola storia dell’amore (credo).
Il frammento di Saffo, ulteriormente accorciato a uso di questa Cronaca, è nella versione di Salvatore Quasimodo.



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