venerdì 29 maggio 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/82: il tuo profumo qui nella carta resta


Cammino nella brughiera, cammino
cerco i tuoi passi e l’ombra che hai
lasciato, ma qui restano solo impronte
stellate che nessuno di noi riconosce,
chi poteva immaginare che il cammino
sarebbe stato un fiume e la tua parola
un oceano che non trova ancora il suo
confine?

Cammino, nella brughiera cammino tra
eriche e ginestre e il cammino è uno
strapiombo sull'oceano dove mi fermo
a guardare le onde immobili del tempo
che si fronteggiano senza che nessuna
possa prevalere e scavalcare quel muro
di acque silenziose nella loro furia
primigenia.

Cammino e cammino, tu sei arrivato
con le tue pesanti casse di manoscritti
e libri, mi hai detto che le parole riposano
nell'aria e il sapiente le sfiora e poi le
convince a planare su una pagina e lì
restare senza remora o timore, non
tutte accettano quell'ultimo volo
più di farfalla che di aquila maestosa.

Mi fermo e taccio, guardo le ali splendenti
delle parole in volo, i corpi si formano
e si sciolgono al ritmo di un canto che non
conosco, gli alfabeti si scontrano e
nascono intenti più che parole nuove, lo
so perché le sillabe sono fili intrecciati
di luce, il poeta lo sa, come lo sa
la nostra narratrice.


Ho incrociato la sacerdotessa mentre vagavo per la brughiera, lasciava scivolare dalle tasche della sua ampia veste foglietti come ho già visto fare al re. Mentre eravamo vicine sul sentiero mi ha passato una pergamena vergata con grafia elegante. Ha detto poco come sempre e si è girata verso il sapiente guerriero che la segue seminando altri fogli. Quando li guardo incedere accanto mi sembra di vedere un sole e il suo pianeta che sovente si scambiano di posto e si illuminano l’un l’altro. Raccolgo da terra un’altra pergamena e queste sono le parole che il sapiente guerriero ha scritto per la sua sacerdotessa.


Il vento ci gira intorno come
un lupo fa con la sua preda.
Non indietreggia, non avanza,
cerca uno spiraglio tra i nostri
cuori dove potersi incuneare.

Oh stolto vento, sei forse
l’unico a non avere compreso
che non ci sono spazi tra
due cuori che si amano da
prima che il tempo iniziasse?

Si arrende il vento e ci
gira intorno non per separare
ma per avvolgere le parole
misteriose degli amanti
felici che hanno occhi di stelle.

Quanto sono delicate le dita
di questo vento che non
conosce altra lingua che
quella dell’amore e della
notte e il tuo silenzio.



Conservo anche questa poesia, la porto in casa con me, apro il cofanetto delle carte sparse e constato che c’è ancora spazio nonostante le lettere del re alla regina. I due amanti non sono ancora tornati, nessuno li ha più visti da ieri.


Benedetto sia il Signore di tutte le acque 
e di ogni cielo, tue sono le stelle e 
il vento si accuccia ai tuoi piedi e 
gli alberi tessono le tue lodi con voci 
profonde e la terra tutta si inchina 
alla gloria di questo creato che 
cresce sotto le tue mani sapienti 
mentre la tua sposa tesse lo stesso 
mondo con altra materia e 
diversi colori.


Aggiungo le mie parole a quelle conservate tra i legni orientali che profumano di spezie e mentre sto per chiudere il coperchio è il poeta a consegnarmi il suo componimento.


Guardo la casa che di lontano
appare azzurra e chiara, nessuno
si muove intorno e io aspetto
un gesto della gatta sul davanzale.

Il segnale è quello che cercavo,
un sogno rimasto appeso tra
i fogli che ho strappato, la gatta
gioca con i suoi fantasmi e tace.

Così non fanno le mie parole,
si stendono come panni alle
finestre, cercano il sole e
il vento, sorridono al gelsomino.

Così piano stacco un fiore e lo
annuso, piego questo foglio e
la parola precede il gesto, il tuo
profumo qui nella carta resta.


Oggi va così nella Casa delle Parole, sono più Cronache dell’anima che le solite Cronache di questo tempo spiazzato.

Siamo fortunati noi che amiamo la poesia e le parole.

Siamo fortunati noi che leggiamo.

Siamo fortunati noi che studiamo.

Siamo fortunati noi che scriviamo.


Questo paesaggio è il nostro mondo, intessuto di libri e parole, se altri verranno dopo avere letto, questo mondo sarà più ampio di speranza nel giorno e di desiderio quando scende la notte.


Le poesie di questa Cronaca 82 le ho scritte tutte io nel fermento di queste settimane di gioia e sgomento.



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