Cammino
nella brughiera, cammino
cerco i
tuoi passi e l’ombra che hai
lasciato,
ma qui restano solo impronte
stellate
che nessuno di noi riconosce,
chi
poteva immaginare che il cammino
sarebbe
stato un fiume e la tua parola
un oceano
che non trova ancora il suo
confine?
Cammino,
nella brughiera cammino tra
eriche
e ginestre e il cammino è uno
strapiombo
sull'oceano dove mi fermo
a
guardare le onde immobili del tempo
che si
fronteggiano senza che nessuna
possa
prevalere e scavalcare quel muro
di
acque silenziose nella loro furia
primigenia.
Cammino
e cammino, tu sei arrivato
con le
tue pesanti casse di manoscritti
e
libri, mi hai detto che le parole riposano
nell'aria
e il sapiente le sfiora e poi le
convince
a planare su una pagina e lì
restare
senza remora o timore, non
tutte
accettano quell'ultimo volo
più di
farfalla che di aquila maestosa.
Mi
fermo e taccio, guardo le ali splendenti
delle
parole in volo, i corpi si formano
e si
sciolgono al ritmo di un canto che non
conosco,
gli alfabeti si scontrano e
nascono
intenti più che parole nuove, lo
so perché
le sillabe sono fili intrecciati
di luce,
il poeta lo sa, come lo sa
la
nostra narratrice.
Ho incrociato
la sacerdotessa mentre vagavo per la brughiera, lasciava scivolare dalle tasche
della sua ampia veste foglietti come ho già visto fare al re. Mentre eravamo
vicine sul sentiero mi ha passato una pergamena vergata con grafia elegante. Ha
detto poco come sempre e si è girata verso il sapiente guerriero che la segue seminando
altri fogli. Quando li guardo incedere accanto mi sembra di vedere un sole e il
suo pianeta che sovente si scambiano di posto e si illuminano l’un l’altro. Raccolgo
da terra un’altra pergamena e queste sono le parole che il sapiente guerriero
ha scritto per la sua sacerdotessa.
Il vento
ci gira intorno come
un lupo
fa con la sua preda.
Non indietreggia,
non avanza,
cerca
uno spiraglio tra i nostri
cuori
dove potersi incuneare.
Oh stolto
vento, sei forse
l’unico
a non avere compreso
che non
ci sono spazi tra
due
cuori che si amano da
prima
che il tempo iniziasse?
Si arrende
il vento e ci
gira intorno
non per separare
ma per
avvolgere le parole
misteriose
degli amanti
felici
che hanno occhi di stelle.
Quanto sono
delicate le dita
di questo
vento che non
conosce
altra lingua che
quella
dell’amore e della
notte e
il tuo silenzio.
Conservo
anche questa poesia, la porto in casa con me, apro il cofanetto delle carte
sparse e constato che c’è ancora spazio nonostante le lettere del re alla
regina. I due amanti non sono ancora tornati, nessuno li ha più visti da ieri.
Benedetto
sia il Signore di tutte le acque
e di ogni cielo, tue sono le stelle e
il vento
si accuccia ai tuoi piedi e
gli alberi tessono le tue lodi con voci
profonde e
la terra tutta si inchina
alla gloria di questo creato che
cresce sotto le tue
mani sapienti
mentre la tua sposa tesse lo stesso
mondo con altra materia e
diversi colori.
Aggiungo
le mie parole a quelle conservate tra i legni orientali che profumano di spezie
e mentre sto per chiudere il coperchio è il poeta a consegnarmi il suo
componimento.
Guardo la
casa che di lontano
appare azzurra
e chiara, nessuno
si
muove intorno e io aspetto
un
gesto della gatta sul davanzale.
Il segnale
è quello che cercavo,
un
sogno rimasto appeso tra
i fogli
che ho strappato, la gatta
gioca con
i suoi fantasmi e tace.
Così non
fanno le mie parole,
si stendono
come panni alle
finestre,
cercano il sole e
il
vento, sorridono al gelsomino.
Così piano
stacco un fiore e lo
annuso,
piego questo foglio e
la
parola precede il gesto, il tuo
profumo
qui nella carta resta.
Oggi va
così nella Casa delle Parole, sono più Cronache dell’anima che le solite
Cronache di questo tempo spiazzato.
Siamo fortunati
noi che amiamo la poesia e le parole.
Siamo
fortunati noi che leggiamo.
Siamo
fortunati noi che studiamo.
Siamo
fortunati noi che scriviamo.
Questo
paesaggio è il nostro mondo, intessuto di libri e parole, se altri verranno dopo
avere letto, questo mondo sarà più ampio di speranza nel giorno e di desiderio
quando scende la notte.
Le
poesie di questa Cronaca 82 le ho scritte tutte io nel fermento di queste
settimane di gioia e sgomento.
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