giovedì 21 maggio 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/74: felici gli amati e gli amanti, felici i felici


Ci fu un giorno in cui tutti si svegliarono parlando una lingua diversa.

I papaveri gorgheggiavano un canto d’usignolo.

Il vento pioveva acqua che non era sua, ma solo un prestito del fiume.

Gli uccellini sui rami dell’albero bellissimo cantavano in greco.

Lo scrittore scriveva tracciando segni sull'asfalto, un passo dopo l’altro, usando il piede come un pennino.

I lupi cinguettavano parole d’amore nella lingua di Borges.

La sacerdotessa lasciava code di fuoco sorgere nell'aria e il cielo la capiva.

Il re regnava nel suo giardino sognando ribes e fichi maturi, una lingua dolce che mitigava il ricordo della regina ancora lontana.

Le aquile declinavano le nuvole con le ali spiegate senza muoversi dal nido.

Il poeta tracciava simboli con fumo e caffè, una lingua nasceva sul suo taccuino, una lingua moriva nelle sue intenzioni.

Le stelle scesero dal carro e si sparpagliarono per la brughiera ridendo.

Furono le nuvole a gridare per prime: avevano la mia voce che solo tu hai riconosciuto.

Il vento le seguì nel canto per pronunciare quel nome caro e misterioso che io sola conosco.

Mentre balbettavo le prime sillabe di una lingua a me ignota.

Mentre compitavo con mano incerta l’alfabeto su un quaderno nuovo, un gatto rosso attraversò il sentiero e sussurrò: “il grande segreto è proprio questo: il pensiero si crea nella bocca”.

Solo la poetessa si girò a guardarci, era in piena fioritura come un gelsomino di Spagna.

Lanciò verso di noi una manciata di fiori ubriachi di luce e desiderio e ogni fiore era universo.

Parlarono tutti insieme cantando le lodi dei poeti e degli innamorati.

Felici gli amati e gli amanti.

Felici i felici.

Questa è la lingua nuova, questa è una poesia antica.




il titolo è un frammento dei Frammenti di un Vangelo Apocrifo di J. L. Borges in Elogio dell'ombra
Gli uccellini che cantavano in greco sono un'allucinazione di Virginia Woolf.
Le parole del gatto rosso sono di Tristan Tzara Sept manifestes Dada : Lampisteries 

Le grand secret est là:
La pensée se fait dans la bouche.






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